"1. Penso sia normale."

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"E visto che ora tu c'hai un altro io mi sento fuori luogo..."

Ascoltavo quelle parole e le lacrime, quelle fottute lacrime, continuavano a rigarmi il viso.
Del resto, penso sia normale.

Sono Marta, ho 20 anni e vivo a Napoli.
Penso ormai si sia capito, sono appena stata scaricata dal mio ormai ex, Giulio, e la cosa stava cominciando a pesarmi troppo.

Continuavo, però, a guardare le stelle dalla mia stanza, ascoltando musica.
Solo lei riusciva a salvarmi in momenti del genere, ma un unico cantante in particolare riusciva a far questo.
Ultimo.
O meglio, Niccolò Moriconi.
Non mi piaceva chiamarlo Ultimo, non perché non fosse un bel nome d'arte, ma perché io lo sentivo così vicino a me come persona, e non come cantante.
Ultimo però restava comunque un "manifesto" ( come lo chiamava lui ) stupendo. Lui ribadiva che era una sua condizione, che viveva sin da bambino.

E Dio Nic, solo tu sapevi capirmi.

Indosso questo "manifesto" fin da quand'ero in prima media.
Diciamo che i miei genitori non hanno mai avuto un bel rapporto e decisero, così, di separarsi.
Io non volevo, io li amavo tutti e due e non potevo scegliere.

Alla fine fu mia madre a farlo per me, portandomi via da mio padre: un uomo che era capace di mettersi contro tutti solo per me.

Stavo già male di mio, ma non finiva lì.
A scuola mi prendevano in giro, perché tutti avevano genitori perfetti ed io no.
Tutti avevano fisici perfetti, ed io no.
Tutti erano socievoli ed amichevoli, ed io no.

Tornavo sempre da scuola con tanti lividi, procurati dai bulli, che nascondevo sempre a mia madre.
E fu proprio in quel periodo della mia vita che un giorno, completamente a caso, scorrendo sulla home di YouTube trovai una canzone intitolata "Chiave", di un certo Ultimo.

Mio Dio, ogni parola che cantava quella persona io l'avevo vissuta.

"Per chi si vanta di esser forte ed io che invece incido un'altra debolezza."

E così, cullandomi con le note di quella canzone, ricordo che mi addormentai, dolorante per i lividi su quel letto, che però man mano cominciavano a far meno male grazie al sostegno di quella canzone.

Mille universi dentro una sola persona || UltimoWhere stories live. Discover now