Vedere gli scrittori

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Mi è capitato di guardare su YouTube conferenze, interviste e interventi di scrittori e ho realizzato che vederli in un contesto normale mi fa impressione.

Un po' come vedere un cantante dal vivo.

Sapendo quello che con la loro testa e la loro mano sono stati in grado di creare, tra personaggi, mondi, avventure e intrighi, fa quasi soggezione incontrarli quali persone in carne ed ossa.

Sentirli mentre parlano normalmente, dei loro libri o di quello che pensano, mi affascina parecchio.

È difficile accostare delle persone qualunque a tutte le pagine che ti hanno fatto sognare e immedesimare.

Non penso che siano degli dei a scrivere i libri, per carità. Ma scoprire la voce che sta dietro l'inchiostro è come essere strappata dalla dimensione eterea e non umana della scrittura e trascinata di botto all'altezza di chi l'ha creata.

Dovete proprio immaginarmi come qualcuno che si è appena risvegliato da un sogno a occhi aperti e si guarda intorno sbattendo le palpebre con aria ottusa.

Mi confonde, insomma.

Che poi, non è proprio vero che si tratta di persone qualunque: gli scrittori solitamente si distinguono per il loro dialogo. Non sempre è forbito e preciso, ma in mancanza di queste doti, si sente comunque una particolare vivacità scorrere sotto le parole.

Io adoro quando le persone sanno usare bene la lingua. Io non sono certo una maestra, ma diciamo che mi impegno per non fare proprio schifo.

Dal momento che voglio fare della scrittura il mio lavoro, penso sia molto importante saper parlare e scrivere meglio che posso. 

Sopporto poco quelle persone che anche dopo che hanno avuto successo si ostinano ad esprimersi come se fossero al bar con gli amici. Da gente (talvolta) idolatrata non mi sembra illecito aspettarsi qualcosa di più.

Almeno credo. Perché può darsi che sia solo io a dare tanto peso al modo in cui le persone si esprimono.

Insomma, quando hai un grande pubblico che pende dalle tue labbra, si pensa e si spera che tu sappia dire qualcosa di decente.

Non credo sia necessario fare lunghissimi discorsi, solo saper esprimere bene i tuoi pensieri, qualunque essi siano e per quanto semplici possano essere. Anche solo con il modo di porti e di relazionarti.

Ad esempio, non ho simpatia né indulgenza per quelle persone famose che si comportano come delle cazzone maleducate credendo di sembrare fighe.

Sembreranno tizi tutti fighi e trasgressivi ai ragazzini scemi, ma agli occhi degli altri resteranno solo dei cavolo di incivili. Ecco.

È importante saper comunicare, non solo con i fan, ma con chiunque ti circondi. La comunicazione è uno strumento prezioso, che può aprire porte, costruire ponti, diffondere idee.

Per questo non la sottovaluto, nemmeno se la persona in questione è un musicista o un pittore, qualcuno che, quindi, non deve necessariamente parlare per affascinare.

Perché quando hai in mano il mondo devi saperlo usare.

Almeno per rispetto nei confronti di chi lo vorrebbe ma non può ottenerlo, o di chi ti ammira con tutto se stesso ed è sempre disposto ad ascoltarti.

Dite che è una palla di responsabilità? Probabile, ma è anche un grande potere.

E parte del prezzo da pagare per il successo, se così vogliamo dire.

Il successo è come i Lannister: ripaga sempre i propri debiti, e riscuote quel che gli spetta.

Mi sembra che gli scrittori siano in generale più consapevoli di tutto ciò (o solo straordinariamente dotati, dipende).

Di solito riescono a esprimere bene tutto quello che vogliono dire anche quando sono in pubblico, perché la comunicazione, che sia su carta o a voce, è pur sempre la loro specialità.

E sì, qui sto effettivamente generalizzando, ma solo perché mi sembra di potermelo permettere.

Quando ti trovi davanti uno scrittore e lo senti parlare, ti viene più raramente da dire:"Mi ha deluso."

E siccome mi piace dare la mia ammirazione e la mia fiducia a persone per cui valga la pena farlo, non posso che esserne contenta.

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