Prologo

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Ero seduta sulle scale, in attesa. Non riuscivo a provare niente, se non un forte senso di liberazione e di sicurezza.

Mi girai tra le mani la fotografia che da più di mezz'ora non riuscivo a smettere di guardare e con i polpastrelli andai a sfiorare il suo volto: aveva la mia stessa espressione e i miei stessi occhi vacui.

Alzai il volto. Un'ombra comparve sulla porta e la persona all'esterno suonò. La riconobbi e, sollevandomi con una lentezza disarmante, appoggiai la fotografia sul mobile dell'ingresso. Un certo nervosismo mi colse e, sfregando le mani sui jeans che indossavo, mi avviai ad aprire.

Con un muso lungo e la coda tra le gambe c'era l'uomo che era rimasto al mio fianco nell'ultimo periodo e, guardandolo, non mi sfuggii l'aura nera in cui era avvolto.

Mi scostai e lo lasciai entrare. Gettai un'occhiata alle sue spalle e non mi stupii di trovare ancora un'auto di pattuglia posizionata davanti a casa mia per tenere d'occhio qualsiasi movimento sospetto che avrebbe potuto mettere in pericolo la mia incolumità.

«Vivienne» esitò, indeciso se mettermi al corrente o meno. Chiusi la porta e mi voltai verso di lui. «Non sono riusciti a trovarlo da nessuna parte, sembra quasi che sia scomparso dalla faccia della terra.» Non sapevo che cosa dire, così preferii tacere. Mi si avvicinò e mi prese per le spalle. «Mi dispiace, dico davvero», mi disse. «Faremo tutto il possibile per trovarlo, non è ancora detta l'ultima parola.» Vedendo che non reagivo, si preoccupò e mi strinse a sé; glielo lasciai fare. E lì tra le sue braccia, dove non poteva vedermi, lasciai comparire sulle mie labbra un sorriso sinistro.

 E lì tra le sue braccia, dove non poteva vedermi, lasciai comparire sulle mie labbra un sorriso sinistro

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Sangue Del Mio Sangue [Completa]Where stories live. Discover now