Capitolo 32 - Il Bacio Di Giuda

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Fissai Jonathan in attesa di una sua reazione, il coraggio era svanito non appena mi si era avvicinato

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Fissai Jonathan in attesa di una sua reazione, il coraggio era svanito non appena mi si era avvicinato. Mi vergognavo di come mi ero comportata e non ero abituata a scusarmi o ammettere le mie colpe. Non sapevo nemmeno da dove iniziare ma non dovetti pormi il problema perché non mi diede il tempo di farlo. Avanzò verso di me e così mi trovai a trattenere il respiro ma non era a me che stava mirando, bensì alla sua auto: ci si appoggiò contro con entrambe le mani, per poi chinare la testa leggermente tra esse. «Vuoi spiegarmi che ci fai qui? Perché capirti diventa sempre più difficile.» Un nodo mi strinse la gola, impedendomi di parlare. «Anzi, sai cosa? Non farlo. Risparmia a tutti e due un altro supplizio, e ora levati.»

Non mi mossi dalla portiera del guidatore che avevo preso in ostaggio, non facendo altro che innervosirlo. «Ho bisogno di parlarti, poi sarai libero di andartene.» Inarcò un sopracciglio, lasciandosi andare a un sorriso amaro. «Per favore, Jonathan.» Sospirò. Guardandolo, lessi la guerra che era iniziata nelle sue iridi, tra ragione e cuore, ed esitai dal dargli le mie motivazioni. Riusciva a incutermi timore come nessuno. «Non sono stata onesta con te e ti chiedo scusa. Ho giocato con i sentimenti che mi hai detto di provare e me ne vergogno.» Il petto mi dolette. «Hai sempre voluto solo aiutarmi e ho fatto di tutto per impedirtelo, perché sapevo che ci saresti riuscito.» Approfittai del suo silenzio per spiegarmi meglio. «Ho il terrore che tu riesca a tirarmi fuori dal fango in cui sono caduta, da arrivare a commettere delle pazzie. Non ho mai creduto nell'amore, in qualsiasi sua forma esso si presenti, perché avevo paura che mi consumasse. Ho sempre voluto fuggire da ogni legame, da ogni cosa che mi stringeva. Volevo una vita a qualunque costo, non volevo una sistemazione. Volevo salire sempre più in alto e sentirmi finalmente libera.»

«Non credo che dovresti continuare, non più» sbottò, interrompendomi. Mi ferirono le sue parole e gli occhi mi diventarono lucidi sentendo il suo rifiuto. «Sei una bambina se credi che basti chiedere scusa per cancellare tutto quello che...» 

«Lasciami finire, ne ho bisogno

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«Lasciami finire, ne ho bisogno.» Colse la mia supplica e non si oppose. «Amo il dolore perché da sempre mi ha fatto sentire viva. A volte mi ammiro per quanto sono ipocrita e mi ha fatto sempre strano pensare a che cosa ci si riesca ad abituare per poter andare avanti.» Presi un respiro e continuai per fargli finalmente capire con chi avesse avuto a che fare nei giorni passati. «Ho paura di me stessa. Dell'odio che è in me, per chi sono e per un passato che non riesco a cancellare. Mi spaventa quello che potrei fare per essere libera da questo fardello che mi porto dietro.» La sua sicurezza vacillò. «Temevo di rimanerne annientata io stessa ma poi sei arrivato tu e mi hai teso la mano, tirandomi fuori da tutto questo. Mi hai permesso di rialzarmi e fino adesso non me n'ero neanche resa conto.» 

Sangue Del Mio Sangue [Completa]Where stories live. Discover now