Una giornata quasi perfetta.

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Vi siete mai soffermati abbastanza nel pensare a cosa voglia dire la parola amore?
L'amore è solo una bella parola per descrivere alcuni impulsi meschini dell'uomo.
Desiderio, gelosia, brama di possesso.
-Giuliano De Medici.
Ma, è davvero così?
L'amore è un concetto astratto, un sentimento forte e universale, si può amare una persona, un animale, un oggetto o una pianta.
È da sempre uno dei misteri più grandi dell'umanità.
L'amore è un qualcosa di inspiegabile, ma perché si chiama amore?
Amore.
/a·mó·re/
sostantivo maschile.
Dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale: amore casto, platonico, sensuale; un amore appassionato, travolgente; desiderio, tormento d'amore.
Questa è la più comune definizione, ma anche chiamandolo in un altro amodo avrebbe lo stesso significato, e questo ce lo insegna Shakespeare nelle sue opere. Il perché è ignoto nel pensiero dimensionale.
Eppure l'amore dovrebbe aspirare alla felicità, ma è sempre così?
Amore amato, amore dannato.
Un apostrofo insospeso.

Quella notte le mie labbra non passarono neanche un minuto lontane dalle sue. Mi accarezzava come nessuno aveva mai fatto, stretto a sé e sfiorato come se fossi un cristallo pregiato.
Avevo il suo profumo infiltrato nelle narici, ed ero affascinato da ogni suo piccolo particolare. Avevo la mente offuscata e non ragionavo più lucidamente. Mi aveva letteralmente mandato fuori di testa, lo sapevo che sarebbe andata a finire così.
Erano circa le 7:00 AM.
Fuori il sole era già alto e filtrava dalla finestra come un lampione la sera che timido lascia trapassare i sui frammenti luminosi attraverso la persiana.
Avevo la testa incastrata fra il suo incavo e la sua spalla e mi stava accarezzando i capelli, mentre io tenevo gli occhi chiusi e mi godevo quella pace innata che mi accerchiava da ieri sera.
"Ti va di andare al lago?" chiese, con un tono di voce basso.
"E se dovesse piovere?" risposi alzando la testa, in modo da vederlo in viso. Che occhi. La cosa più bella che io abbia mai visto.
"Piovere? Ma hai visto che sole fuori?" disse intonando una voce che sembrava dire 'stai scherzando?'.
"Ma tu lo sai quanto è versatile il tempo qui? Potrebbe anche essere la giornata più calda del mondo ma piovere come se non ci fosse un domani." risposi io mettendomi seduto e stirandomi le braccia.
Si mise anche lui seduto.
"Sei molto bello choupi." disse mettendo le braccia attorno ai miei fianchi e lasciando dei baci sulla mia spalla nuda. E si, la sera ci eravamo tolti le magliette perché faceva davvero un caldo insopportabile.
Sorrisi e mi voltai a guardarlo.
"Tu però lo sei di più." e non gli diedi tempo di rispondere perché mi catapultai sulle sue labbra finendo sopra di lui.
"Sono il primo?" disse poi staccandosi.
"Il primo di cosa?" risposi.
"Il tuo primo ragazzo." non sapevo come rispondere e sono sicuro di aver fatto una faccia buffa, la facevo sempre quando ero a disagio.
Rise.
"Lo prenderò come un si." rispose e prese a giocare col mio ciuffo.
"E tu? Hai avuto altri ragazzi?" chiesi.
Fece un'alzata di sopracciglia e li capì, non ero il primo, ma a me andava bene lo stesso, infatti mi misi a ridere.
"Come non detto." dissi appunto.
"Che cosa hai pensato di me la prima volta che mi hai visto?" mi chiese ancora.
Ci riflettei qualche minuto.
"Che stronzo, mi passa davanti e non mi degna neanche di un saluto." scoppiò a ridere.
"Ma io non ti ho visto, te lo giuro!" si difese continuando a ridacchiare.
"Bhe io, si, in realtà ho visto solo te." ammisi guardandolo negli occhi.
Mi accarezzò una guancia e sorrise dolcemente.
"Il quadro all'ingresso, l'hai scelto tu?" e onestamente quella domanda mi spiazzò, non aveva mai fatto nessuno quel tipo di considerazione e lui era il primo che se ne era accorto.
"Non l'ha mai capito nessuno." risposi guardandolo negli occhi.
"Una tragedia greca, è troppo una tua scelta, hai anche suonato al piano Apollo e Hyacinth di Mozart."
Non credevo alle mie orecchie.
Lui era stato attento a tutto, e credetemi, nessuno lo aveva mai fatto. Le persone diventano sempre più superficiali, non notano più i particolari, e quelli sono fondamentali. Lo fissai per qualche instante.
"Maxence.." sospirai e mi accucciai sul suo petto stringendolo a me.
Non disse nient'altro, mi attiro a sé e mi stampò un bacio fra i capelli.

Parfois. || Maxel ||Where stories live. Discover now