Perché?

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Arrivò sera e lui era ancora rintanato in camera sua. Non era uscito neanche mezza volta, o forse quando era effettivamente uscito non lo avevo visto io. Arrivarono i nostri genitori e la nonna ed io scesi per salutare. Andai verso mia nonna e l'abbracciai fortissimo. In effetti mi guardò un pò strana, ma un quel momento ero bisognoso al massimo. Non volevo ammetterlo a me stesso perchè pensavo fosse un pò stupido, ma mi mancava. Sapere che probabilmente ce l'aveva con me, mi rendeva triste ed io stesso ero arrabbiato con me, ma non riuscivo a capire cosa gli avesse dato fastidio nelle mie parole, prima.
Lo vidi scendere e prendere il suo giubbotto dall'attaccapanni per poi uscire, senza salutare nessuno, neanche i suoi genitori.
Rimasi interdetto a guardare la porta chiusa. Mi venne un nodo alla gola per non sapevo neanche io quale motivo.
"È successo qualcosa?" mi chiese suo padre, cercando una spiegazione logica sul perché suo figlio non lo avesse neanche salutato.
E che avrei dovuto rispondere io?
"No." risposi semplicemente cercando di non far trasparire nessun tipo di emozione.

Dopo quell'inconveniente tornai in camera mia.
Fissai la stanza come se questa potesse darmi una risposta sul da farsi.
Decidi che sarei uscito anch'io, e sarei andato andato dai miei amici.
Così, mi preparai velocemente e, avvisando mia madre, uscì di fretta da quella casa che iniziava a soffocarmi.

Trovai la gang seduta al nostro solito bar. Mi avvicinai e il primo a notarmi fu Charles, ovviamente.
"Oh ma guarda, chi non muore si rivede." disse più che in tono arrabbiato quasi teatrale.
Alzai gli occhi al cielo.
Fu il momento di André di parlare.
"È da un po' che non ti vediamo. Tutto bene?".
Non sapevo che rispondere neanche il quel caso, come prima con Felix, il padre di Maxence.
"Si, si. Tutto bene, non sono stato particolarmente bene, ho avuto influenza e mal di testa. Non mi sentivo di uscire, tutto qua." risposi in modo tranquillo.
Entrambi si guardarono negli occhi lasciandosi uno sguardo di intesa.
"E Maxence?" chiese poi Charles.
Ebbi un sussulta a sentire pronunciare il suo nome. Non capì perché si stessero guardando in quella maniera. Sapevano qualcosa che io non sapevo.
"Perché?" risposi semplicemente cercando di mantenere tutte le emozioni per me.
Entrambi alzarono gli occhi al cielo.
"Ti sembriamo stupidi?" disse poi André.
E li capì. Avevano capito tutto.
Le mie guance presero a fuoco. Mi sentivo in imbarazzo, frustrato, in colpa. Abbassai lo sguardo e fissai la punta delle mie scarpe mentre mi mordevo le labbra nervosamente. Mi trovavo in una situazione che mai avrei pensato di poter vivere, non ho mai avuto nulla da nascondere ai miei amici su questo punto di vista ma avevo paura. Avevo paura perché per me era la prima volta, non era mai successo che mi piacesse un ragazzo, però loro mi conoscevano così fottutamente bene.
"Axel.." sospirò Charles. "Adesso che non ci sono le ragazze, perché non ce ne hai parlato mai?" continuò.
Sentivo gli occhi bruciarmi, segno che avrei potuto mettermi a piangere da un momento all'altro.
Raccolsi tutte le forze che avevo per alzare lo sguardo e guardarli faccia a faccia.
"Perché non era mai successo." dissi leccandomi le labbra che precedentemente avevo torturato dall'ansia.
Ne stavo parlando veramente con i miei due migliori amici?
"In che senso?" chiese confuso André.
"Che mi piacesse un..." abbassai la voce e mi bliccai sulle mie stesse parole.
Si scambiarono uno sguardo d'intesa.
"Ax, lo sai che puoi contare sempre di noi vero?" continuò a parlare André.
Annuì e sospirai profondamente.
Ero così triste quella sera.
"Qualcosa però mi dice che tu sia triste per un altro motivo sta sera." disse Charles e spense la sigaretta.
"Poco fa, abbiamo avuto una specie di discussione." rivelai alla fine.
"Lasciamo perdere" aggiunsi poi dichiarando implicitamente che non avevo alcuna intenzione di dire nulla.

Parfois. || Maxel ||Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin