The Bad boy's Soul

•Capitolo 15•

L'immagine qui sopra rappresenta come immagino Noah, anche voi?👀

Buona lettura! ✨💗

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Mi sarebbe piaciuto potere dire che l'idea di cominciare le lezioni, vedere e conoscere persone nuove mi rendesse entusiasta, ma la verità era tutt'altra. Il senso di inquietudine, mentre fissavo i battenti che una volta superati mi avrebbero catapultata direttamente nella mia nuova scuola e nella mia nuova vita, non aveva fatto altro che ingigantirsi. Proprio come le continue domande che mi sorgevano spontanee e che stanotte mi avevano tolto il sonno. Noah, dopo avermi confessato di avere avuto una ragazza, affermazione che avevo deciso per il mio bene di prendere con le pinze, era scomparso. Stanotte non avevo avvertito la sua presenza e questa mattina nemmeno. Avevo persino provato a chiamarlo, ma di lui nessuna traccia. Ovviamente me ne ero chiesta il motivo. Aveva davvero una ragazza? Si era sentito in colpa per quel bacio? Nei giorni scorsi non sembrava così. A quel pensiero mi sentii molto in imbarazzo. Non avevo idea di cosa ci fosse tra di noi, ma qualcosa c'era. Io lo sentivo. Noah ci scherzava su, flirtava con divertimento, ma... Scossi il capo, spingendomi sulla spalla la bretella dello zaino che non avendola stretta abbastanza, continuava a scivolarmi giù. Non volevo pensarci, soprattutto perché il nostro rapporto, per qualche ragione, mi ricordava quello che avevo avuto con Aaron. Impossibile e indefinito. E non volevo che la storia si ripetesse un'altra volta. Inoltre, Noah aveva visto quel ricordo. Me e Aaron in quel prato verde. Un ricordo risalente a molto tempo prima, quando lui mi aveva aiutata e protetta a suo modo. Prima che svanisse nel nulla. O almeno che lo facesse, prima di comparire nuovamente pochi giorni fa. A pensarci, mi sembrava impossibile che mi avesse soccorsa in quel bosco e riportata a casa. E a giudicare dalla descrizione di papà, lo aveva fatto nel suo vero aspetto. Non aveva assunto alcuna sembianza alternativa, come invece era accaduto con Kimmy mesi prima. Me lo aveva raccontato lei. Questo mi portava a chiedermi se non lo avesse fatto perché voleva farmi sapere che lui c'era, ma per quale ragione avrebbe dovuto farlo? Mi stava tenendo d'occhio? Era passato lì per caso? Improbabile.

Perché non si era fatto più vivo?

Perché Noah era scomparso di nuovo? In realtà, avrei trovato un po' di conforto nell'averlo con me il primo giorno di scuola.

Tra l'altro, stanotte gli incubi erano tornati e avevo dormito davvero malissimo.

Esasperata da tutto quanto, tirai un sospiro stanco, affranto, e misi un passo avanti sulla ghiaia. Era ora di entrare se non volevo fare tardi. Mi guardai intorno nello spazio circostante, a disagio, e scorsi alcune paia d'occhi adocchiarmi e soffermarsi a lungo su di me. Notai occhi spalancati, espressioni sorprese e in un punto specifico, vicino a dove cominciava una distesa d'erba verde, mi accorsi che si trovava un ragazzo dall'aria familiare. I capelli scuri e mossi, gli occhi di un caldo color nocciola mi scrutavano in lontananza imperscrutabili, mentre io passavo accanto a lui e al suo gruppo di amici. Avevano tutti la divisa di quella che doveva essere la loro squadra di football. Mi accigliai, ma appena anche i suoi amici si accorsero che mi stava fissando e si voltarono per scoprire quale fosse il motivo del suo interesse, distolsi in fretta lo sguardo da loro continuando a camminare. Provai a non fare caso a tutti quegli sguardi, ricordandomi che essendo quella nuova, non c'era niente di strano. Lasciai andare un sospiro di sollievo quando li superai. Avevo avuto dei problemi in passato con loro. Non con loro nello specifico, ma con un paio di ragazzi della squadra di football. Almeno fino a quando Andrew non lo aveva scoperto e li aveva conciati per le feste.

Ma adesso Andrew non era qui.
E io non ero più la ragazzina timida e imbranata di un tempo.
Avevo affrontato la morte, avevo sofferto, ero caduta, mi ero arresa e poi ero riuscita a rialzarmi.