•Capitolo 25•

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«Io?» fece Drew, sconvolto.

Per la terza volta annuii. «Esattamente, tu.»

«Lui?» Mi voltai verso Emery, la quale sembrava essere piuttosto scossa dalla mia affermazione.

Ma quella era la decisione migliore. Andrew piaceva a tutte le ragazze, era bravissimo nello sport, incuteva quel timore necessario a tenere lontane un mucchio di persone che avrebbero potuto prendersela con Emery e soprattutto nessuno lo conosceva. Nessuno avrebbe potuto dubitare. E poi, mio fratello era bravissimo a mentire. La sua relazione con Kimberly era cominciata proprio con una bugia, quindi chi avrebbe potuto essere più indicato?

«Quindi, dal non volermi qui, siamo passati al ti voglio qui a tempo illimitato?» Drew mi scoccò un'occhiata soddisfatta. «Be', devo dire che mi sento onorato e in realtà anch'io mi sarei consigliato per questo compito intrigante, ma tra meno di una settimana devo tornare a casa, sorellina, e sai che detesto lasciare le cose a metà.»

«Allora dovremo sbrigarci.» Sfregai le mani, pronta ad un piano. «L'idea è questa: spargiamo la voce che vi siate conosciuti d'estate, vi siate frequentati e vi siate ritrovati qui a scuola, che Andrew resterà qui ancora per un po' e poi quando se ne andrà non sarà più importante, perché Ryan dovrà già avere fatto qualcosa e smentiremo tutto, o comunque sarà fattibile, visto che non diremo che state proprio insieme insieme.»

«Si vede che ti spari libri d'amore su libri d'amore, eh» ironizzò Noah.

Emisi una breve risata, prima di tornare a concentrare l'attenzione sul mio piano. «Ci siamo trasferiti qui da... Los Angeles, quindi voi due non vi siete visti spesso, il che renderebbe comprensibile perché nessuno lo abbia mai visto prima d'ora, e dovremmo mettere al corrente anche Connor di questo.» Indicai prima lui, poi Emery. «In questi giorni dovrete sembrare molto complici, ma...» Mi accigliai, improvvisamente conscia di un problema non indifferente. «Andrew, tu non puoi frequentare le nostre lezioni.»

«Certo, che posso.» Sembrò essersela presa. «Io sono Andrew Sullivan, posso fare tutto.»

«Ma se faranno l'appello si accorgeranno che tu non ci sei», ci fece notare Emery.

«Sono appena arrivato.» Andrew non si scoraggiò affatto, anzi sembrava felice di trovare soluzioni ai problemi. «Potrebbero non avere ancora cambiato l'elenco.»

«Non saprei...» mormorò Emery incerta, la quale era evidente che stesse tenendo conto di ogni pro e contro di quest'idea un po' pazza e un po' geniale.

«Funzionerà.» Andrew prese a picchiettare le dita sul suo quaderno, l'ultimo della pila, lo sguardo calcolatore. «Andrò in classe con Dakota, ma ogni tanto potrei mostrarmi a lezioni che non mi appartengono per stupirti e tu, mi raccomando, fingiti sorpresa.»

Emery si ritrovò a ridere suo malgrado. «D'accordo, devo ammettere che sei un genio del male.» Sembrava essersi rilassata visibilmente rispetto a poco fa.

«Oh, e non hai visto niente.» Sorrise sornione, poi si appoggiò con la spalla al muro.

«Ammettilo, ti era mancato il liceo» scherzai rivolgendogli un sorrisetto. «Non vedevi l'ora di tornare ad essere adorato.»

«Nah.» Si guardò intorno, soppesando il luogo che ci circondava. Storse il naso. «D'accordo, sì, ma solo un po'.»

Scoppiai in una fragorosa risata alla sua ammissione. Una risata che si affievolì non appena mi accorsi che Noah non era più qui. Mi venne un colpo, quindi cominciai a guardarmi intorno alla sua ricerca. E proprio in quel momento la campanella suonò, segnalando l'inizio delle lezioni.
Sentivo che non era lontano. Non avrei saputo spiegarlo a parole, ma lo sentivo fin sotto pelle. Fin dentro le ossa. Era qui da qualche parte. Il solo pensiero che potesse essere chissà dove, da solo, mi colpì con una fitta al petto.

The Bad boy's SoulWhere stories live. Discover now