•Capitolo 24•

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Il giorno precedente, prima che ce ne andassimo, Connor ed Emery mi avevano aspettata, saltando le loro lezioni per sentire come stessi. Il primo era su di giri e non aveva fatto altro che congratularsi con me per avere picchiato un ragazzo e non uno qualunque, il peggiore della scuola. Emery, invece, si era limitata a dirmi che era felice che stessi bene.

Andrew, come sempre da quando era venuto a trovarmi, aveva deciso di accompagnarmi a scuola. Ma stavolta non eravamo soli. C'era anche Noah, il quale non si era allontanato da me un secondo nelle ultime ore. Avevamo dormito insieme, stretti l'uno all'altro e il solo pensiero mi faceva ancora torcere lo stomaco in maniera molto inquietante. L'unico momento in cui ero rimasta sola era stato questa mattina, quando glielo avevo chiesto esplicitamente, siccome dovevo vestirmi. Anche adesso ero perfettamente consapevole del suo sguardo su di me, mentre mi sistemavo lo zaino in spalla.

«Andrew?» Fermai i miei passi nel rendermi conto che dopo il mio saluto non era rimasto in macchina.

«Sì?» Piegò le labbra in un sorriso innocente, sorriso che non gli apparteneva affatto.

Incrociai le braccia al petto. «Perché mi stai seguendo?» E indicai la macchina alle sue spalle. «Vai dalla tua dolce Cleo, accarezzale il volante e torna a casa, per favore...Credo di avere già attirato abbastanza l'attenzione.» Sbuffai quando lui sollevò un sopracciglio, rimanendo immobile dov'era. Non si era mosso, il che significava che con molta probabilità non aveva alcuna intenzione di allontanarsi. «Andrew, non c'è bisogno che mi accompagni fino alla porta.»

Stavolta il suo sorriso sghembo si fece più ampio. «Oh, ma io non ho intenzione di accompagnarti fino alla porta.» Mi diede un buffetto sul naso. «Sorellina, io ho intenzione di entrare e seguire le lezioni con te.»

«Cosa?!» sbottai, già livida per la vergogna al solo pensiero. «Non ci pensare neanche.»

«È una buona idea, invece» proruppe Noah, quindi lo fulminai con lo sguardo.

«Assolutamente no» dissi rivolta ad entrambi. «Tu te ne torni a casa e io, solo io, entrerò a scuola.»

«D'accordo.» Drew si fermò, mi scambiò un occhiolino e fece dietrofront sotto il mio sguardo sgomento.

Era davvero stato così semplice?

Sospettosa, lo seguii con lo sguardo dirigersi con la sua camminata spavalda verso la macchina, mentre si rigirava le chiavi tra le dita. Ad un certo punto lo sentii persino fischiettare.

«Non ha messo la macchina nel parcheggio», mi fece notare Noah e quando mi voltai verso di lui lo ritrovai a sorridere. «Credo che la parcheggerà e poi tornerà.»

Oh, no. Quando realizzai che Noah aveva ragione mi portai entrambe le mani sul viso. «Perché ne sembri soddisfatto?» borbottai tra le dita, ma poi mi affrettai ad incamminarmi a passo svelto verso l'ingresso.

«Perché sono convinto che non ti si avvicinerà nessuno con lui vicino.» Noah mi comparve accanto, rivolgendomi un'occhiata di sbieco.

Arrossii. «Be', mhm..Preferisco di no.» Salii i gradini verso l'ingresso, ignorando le occhiate di tutti.

«Sei stata grande!» mi disse una ragazza in corridoio, rivolgendomi un gran sorriso.

Ne forzai uno di rimando, in imbarazzo. «Grazie.»

«Si meritava una bella lezione quello stronzo!» aggiunse con gli occhi luccicanti di gioia.

Stavolta le mie labbra si sollevarono in un sorriso sincero. «Già, concordo.»

«Quella ragazza aveva una cotta per me», mi rivelò Noah divertito. «Ah, piacevo proprio ad un sacco di ragazze.»

Alzai gli occhi al cielo e mi trattenni a stento dal fargli una battuta pungente. Se l'avessi fatto sarebbe potuto sembrare che parlassi da sola. Stavo per girare l'angolo, diretta in classe, quando all'improvviso mi bloccai. Il disagio tornò in superficie. «Noah, non credo che...» Volevo trovare le parole giuste per dirgli che forse non era il caso che mi seguisse. Perché una volta svoltato l'angolo ci sarebbero state le sue fotografie, le lettere che in molti gli avevano lasciato.

The Bad boy's SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora