•Capitolo 16•

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Buona lettura! 📖♥️

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Sospirai. «Noah mi ha parlato di te.» Il dolore non se n'era ancora andato del tutto, ma avere di fronte suo fratello e la possibilità di parlare di lui con qualcuno che lo conoscesse lo aveva alleviato un po'.

Stavolta i suoi occhi ebbero una scintilla, come una lampadina che veniva accesa. «Ti ha parlato di me?» Sembrava che la mia affermazione gli avesse procurato sollievo.

Non osavo nemmeno immaginare quanto dovesse mancargli. Mi ritrovai a sorridere appena. «Sì, mi ha detto che tu eri tutto per lui e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per te.» Mi sentii morire, soprattutto quando nei suoi occhi cominciò a nascere una patina lucida.

Distolse in fretta lo sguardo dal mio, le spalle rigide sotto la giacca di pelle. All'improvviso tutto il suo dolore sorse in superficie. Le labbra e gli zigomi pronunciati erano tirati sulla pelle leggermente abbronzata. «Ha fatto...Tutto per me» disse a fatica, lasciando ricadere la testa indietro, contro la parete. Chiuse gli occhi, travolto da un dolore profondo, che mi fece male da morire.

Avrei voluto potere fare qualcosa per lui, ma non sapevo cosa. «Lo so.» Deglutii a vuoto, consapevole. Noah l'aveva protetto dal padre violento ed ero più che certa si riferisse soprattutto a questo.

Forse qualcosa in quelle due semplici parole che avevo appena pronunciato lo portò ad intuire qualcosa, perché la sua testa scattò di colpo nella mia direzione, l'aria sempre più sconvolta a mano a mano che indugiava sul mio volto.
Sembrava sconcertato dalla possibilità che io potessi sapere qualcosa.

«Tu lo sai?» Il suo fu un sospiro sommesso, allibito.

A disagio, mi limitai a fissarlo in silenzio con aria colpevole. Forse non voleva che io sapessi. Magari non gli faceva piacere. Mi chiesi in quanti ne fossero a conoscenza, eppure a giudicare dal modo in cui mi stava guardando, constatai in pochi.

«Cosa ti ha detto?» Lo sconcerto tramutò ben presto in rabbia. I suoi occhi grigi si fecero scuri come un cielo sul punto di far piovere, con tanto di fulmini e saette. «Rispondimi.» Il suo tono minaccioso, gutturale, mi fece sussultare.

Aderii con la schiena completamente al muro, quando lui avvicinò il viso al mio tanto da potermelo sfiorare. Dolore, rabbia e sconcerto gli rovinavano i lineamenti.

Spalancai gli occhi, impietrita. «Io...Non...Non lo dirò a nessuno se è questo che ti preoccupa», mi affrettai a dire, il cuore che batteva rapido come un tamburo contro il mio petto. Non volevo che ce l'avesse con me e non volevo litigare con il fratello di Noah.

«Se solo ti azzardi...» cominciò a dire rabbioso, il suo naso che sfiorava il mio.

All'improvviso tutto quello che era accaduto, lo sguardo minaccioso del fratello di Noah e la pressione che avvertivo al petto divennero insostenibili, insieme al ricordo di uno dei medici che mi somministravano quelle maledette medicine e che mi minacciavano allo stesso modo. La paura e il disagio mi corrosero lo stomaco.

Quando la campanella trillò, segnalando l'inizio delle lezioni lo scansai e feci qualcosa che non ero solita fare. Io, Dakota Sullivan, scappai. Fuggii, lasciandomi indietro il fratello di Noah.

E mentre percorrevo di corsa il corridoio senza vedere dove diamine stessi andando, mi scontrai con diverse persone che si lamentarono. Proferii delle scuse balbettate a malapena, la faccia sconvolta e mi infilai dentro ad uno sgabuzzino. Quando mi chiusi la porta alle spalle e mi voltai, mi venne un vero e proprio infarto.

The Bad boy's SoulWhere stories live. Discover now