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Si risveglia fresco e riposato come una rosa, incredulo di essere riuscito a dormire dentro un aereo. Guardandosi intorno, nota che John si è assopito ascoltando musica con gli auricolari. La sua mano non si è staccata da lui nemmeno un momento e adesso è posata sul suo polso destro, come un erogatore costante di energia e benessere.

Controlla l'ora e si rende conto di dovere per forza andare in bagno. La sola idea di attraversare il corridoio a piedi gli fa risalire il panico ma, tutto sommato, si sente abbastanza sereno e in forze per provarci. Con estrema cautela scioglie la mano di John, liberando il polso, perché non vuole assolutamente svegliarlo o appesantirlo più di quanto abbia già fatto, e si alza in piedi.

Non fa in tempo a fare due passi che una paura folle torna a farsi strada dentro di lui, stringendogli lo stomaco in una morsa. Le pareti della cabina passeggeri gli si chiudono addosso, come a volerlo stritolare, e il cuore parte a mille. Si costringe a proseguire aggrappandosi ai sedili per non cadere e, non appena individua il bagno, vi si getta dentro.

John si risveglia con un sussulto. Si guarda intorno cercando Zao, poi la sua mente lo raggiunge. Sente subito che c'è qualcosa che non va, si toglie le cuffiette e si alza dirigendosi rapido alle toilette. Bussa piano alla porta. – Zao...?

– Non entrare! – fa la voce soffocata di suo marito, ma John sa perfettamente che non è il caso di ascoltarlo, sblocca la serratura con il potere, entra e si chiude la porta alle spalle. Trova Zao inginocchiato sul water a vomitare l'anima. – Ti... avevo... detto... di non... – sussulta e si china sulla tazza, espellendo gli ultimi succhi gastrici che il suo povero stomaco ancora contiene.

John si accuccia e gli preme una mano fresca sulla fronte, sostenendolo attorno ai fianchi con l'altro braccio. – Sì, sì, me l'avevi detto, – fa in tono condiscendente, – ma lo sai, sono un testone e faccio sempre quello che voglio.

Dopo alcun secondi, Zao si calma e sembra rianimarsi solo per effetto di quel contatto. – Scusa, – fa rialzandosi e va a sciacquarsi la bocca al lavandino.

John gli accarezza il viso, accertandosi di mantenere sempre un contatto fisico con lui. – Di cosa ti scusi, amore? Come stai piuttosto? Lo stomaco?

Zao inspira a fondo, appoggiandosi alla parete alle sue spalle e al braccio di John. – Sto meglio, la nausea è passata. Solo... sono stanchissimo. Voglio uscire di qui, – mormora con un gemito, – non ce la faccio più.

John lo osserva: ha le labbra esangui ed è livido in volto. Sa che si regge in piedi solo per la caparbia forza di volontà che ancora lo sostiene. – Reggiti a me, ti porto a sedere. Ti prometto che non sentirai più nulla di fastidioso, ok?

Lui non ha la forza di protestare, non ha la forza di dirgli di risparmiare il potere per non affaticare il cuore, non ha la forza di scusarsi per quell'assurda situazione. Accetta e si sostiene con tutto il corpo a suo marito, che lo sorregge senza alcuna difficoltà.

Escono dal bagno intercettando lo sguardo preoccupato di un'hostess, John le fa un cenno di diniego e lei gli sorride timidamente, aiutandolo solo a scostare il tendaggio che porta alla cabina passeggeri. Quando si siedono, un'altra assistente di volo si avvicina a chiedere se abbiano bisogno di qualcosa, anche perché entrambi hanno saltato il pranzo e ormai sono le sei di sera. John ordina dei tè caldi e qualche biscotto, aiuta quindi Zao a sistemarsi sul sedile, gli preme una mano sulla pancia e lo sente sospirare di sollievo. L'hostess chiede sottovoce a John se serva un medico, ma lui declina gentilmente. – Ho notato, – fa sorridendogli, – che lei sa perfettamente come fare. Complimenti. – Si ferma alcuni minuti a chiacchierare con lui e, solo quando apprende che sono sposati, si allontana ancheggiando con sguardo triste.

AL DI LÀ DEL CIELO E DEL MARE cap 102-215Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz