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La luce del sole lo sveglia insieme al rumore di stoviglie proveniente dalla cucina. Zao apre gli occhi, trovandosi avvolto nelle coperte. Si stiracchia felice e per un istante la meravigliosa notte trascorsa con John lo avvolge in una nuvola di dolcezza e benessere, ma un momento dopo sguardi di odio e rimprovero tornano a lacerargli l'anima, insieme alle azioni sconsiderate degli ultimi giorni nei confronti di suo marito. John. La persona che aveva giurato di proteggere da tutto e da tutti. L'ho lasciato, pensa con un brivido. L'ho lasciato solo. L'ho abbandonato alla prima difficoltà... Io, che mi vantavo di essere il suo oceano...

Si alza in piedi e, rapido, va in soggiorno. John è seduto a tavola, i piatti colmi di porridge caldo e frutta fresca, le mani intrecciate sul tavolo come se lo stesse aspettando. Zao si avvicina senza dire una parola. La luce del sole colpisce le spalle di suo marito che sembrano capaci di sopportare il peso del mondo intero.

– Siediti, Zao. – La sua voce è morbida e calma. Non ha ancora sollevato lo sguardo, ma lui ha già visto, con un brivido, gli effetti devastanti che quei giorni di follia hanno avuto sul suo corpo. Mentre gli siede davanti, osserva con il cuore in gola nuovi segni feroci sul viso, il pallore livido, chiazze di sangue negli occhi e un leggero tremito che lo scuote come se stesse morendo di freddo. Eppure, quando finalmente lo guarda, il volto di John si increspa di affetto. – Mangialo caldo, tesoro.

Accenna al porridge e Zao, davvero, non ha modo di replicare. Non osa. E poi non mangia da giorni: ha vissuto solo di caffè e merendine.

Divora tutto senza fiatare, osservando che anche John gli fa compagnia e assaggia qualche boccone. Una paura strisciante lo attraversa: il timore che abbia deciso di dirgli addio e che la notte passata sia stata solo un modo per salutarlo con amore e conservare un bel ricordo di lui.

Quando John dice "dobbiamo parlare", Zao sa che è fatta.

Appoggia il cucchiaio, si pulisce con il tovagliolo e solleva gli occhi a guardarlo. – Va bene, – fa rassegnato, mentre il suo cuore inizia a sbriciolare, – ma, prima che tu cominci, volevo dirti che il mio comportamento è stato imperdonabile in questo periodo. Ho davvero esagerato e sono mortificato. Sul serio, mortificato.

– Mi fa piacere che tu lo dica, – replica lui in tono calmo.

– Davvero?

– Sì.

Zao fa una smorfia insofferente. – John, non giriamoci troppo intorno, so che mi vuoi lasciare e non ti biasimo. Lo so. – Pensa che adesso con la sua soave delicatezza gli darà il benservito, invece John si acciglia e lo guarda severamente. – Tu non sai proprio nulla! Continui a parlare di lasciarci. Prima volevi divorziare, adesso pensi che sia io a volerti abbandonare... Non ti accorgi che stai sragionando?

La sua logica impeccabile e la tranquillità serafica con cui gli parla, gli provocano uno scossone interno. Deglutisce rumorosamente. – Sì, è come dici tu. Non sono più in me. Non mi riconosco. E me ne vergogno.

John sospira a fondo, abbassa lo sguardo sulle sue mani di nuovo intrecciate sul tavolo. Sta cercando le parole giuste, la serenità giusta con cui pronunciarle. Sente che Zao sta scivolando verso un mondo di negatività ed è terrorizzato al pensiero di perderlo così. Se si trattasse di un'infatuazione, di una difficoltà o di un nemico (un'altra Eva, per esempio), saprebbe come fare, ma qui si parla del suo mondo interiore e quello è l'unico luogo che né lui né il suo potere potranno mai sfiorare. La notte di amore che si sono dati è stata bellissima, ma non può e non vuole trattenere Zao a sé, solo per un obbligo morale. – Ascoltami bene, adesso. Ricordi il giorno in cui abbiamo inaugurato la casa? Avevamo organizzato una grigliata...

– Sì, lo ricordo bene.

– Ok, ricordi anche che quel giorno stetti male? Alcuni fanatici di una setta avevano tentato una strage in una scuola e un bambino rimase ucciso.

AL DI LÀ DEL CIELO E DEL MARE cap 102-215Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang