꧁ A cold sunset ꧂

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Dopo aver aspettato che Midoriya tornasse dall'infermeria, Akane se ne andò dalla Yuei per tornare a casa.

Anche quel giorno prese il treno, ma era troppo presto per restare a casa e poi non era molto freddo: era un pomeriggio perfetto per uscire.

Si infilò dei jeans e una felpa nera, prese le chiavi e uscì di casa, decidendo di farsi una passeggiata sul mare.

Le parole di Todoroki le risuonavano in testa come una frusta...davvero, cosa gli aveva fatto di così male in nemmeno due giorni per farsi odiare così?

Camminò per minuti lunghi e interminabili, c'erano solo lei, i suoi pensieri e il tramonto sulla spiaggia.

Cercò di pensare a tutte le cose belle che le erano capitate: Uraraka, Iida e Midoriya, gli altri compagni di classe che cominciavano ad includerla di più...ma con la testa tornava sempre alle parole di Todoroki.

Una folata di vento gelato le schiaffeggiò la faccia e si tirò su il cappuccio.

Cos'ho fatto di sbagliato? Sono sembrata...non lo so...com'è Endeavor? Non so nemmeno che carattere abbia, ad Aizawa non piace, da quel che deduco neanche a suo figlio...eppure cos'ho in comune io con l'hero numero due? Nulla. Il nostro quirk è simile, ma comunque totalmente differente...il suo in confronto al mio è una bazzecola da controllare...e comunque tutti vedono più somiglianze tra me e lui che con il suo stesso figlio, che scocciatura. E poi perché Todoroki non usa il lato sinistro? Forse il quirk è poco sviluppato da quel lato? Ma che me ne importa...io voglio solo che la gente smetta di paragonarmi ad Endeavor. Non abbiamo assolutamente nulla in comune, nemmeno una goccia di sangue.

Endeavor ai tempi della battaglia legale con Aizawa, aveva cercato in tutti i modi di farsi affidare Akane, aveva fatto fare anche l'esame del sangue per dimostrare di condividerne lo stesso, senza successo visto che appartenevano a due famiglie totalmente diverse, senza nemmeno un legame di parentela.

Il cielo si stava colorando di oro e rosa, mentre il mare rifletteva i suoi colori accesi e allo stesso tempo spenti.

Dopo aver camminato per circa due ore, sentì il telefono squillare.
Era un messaggio da Uraraka.

Ochako:
Ehi tutto bene? Quando sei uscita dalla classe avevi un'espressione strana.

Akane sorrise debolmente alla vista di quel messaggio, poi rispose che andava tutto bene.

Era anche stanca, si sentiva le gambe un po' molli.

Decise che sarebbe tornata a casa per riposare un po', così da essere preparata per il giorno dopo, quando scorse una figura appoggiata alla ringhiera della stradina che dava sul mare.

I capelli bianchi e rossi che svolazzavano sollevati dal vento erano inconfondibili, così come la cicatrice da ustione sull'occhio sinistro.

Todoroki se ne stava lì, a guardare il tramonto con aria assente.

Akane avrebbe voluto girarsi e andarsene, ma il tormento e la curiosità la spinsero ad avvicinarsi.

Andò vicino a lui lentamente, e si appoggiò anche lei alla ringhiera, mantenendo un po' di distanza.

Per un po' nessuno disse niente, proprio come a scuola, ma questa volta fu Akane a prendere l'iniziativa.

<Non so che idea tu ti sia fatto di me, Todoroki> cominciò a dire, e senza fretta continuò <E non so perché tutti cercano di paragonarmi a lui...anche tu,ma io non sono Endeavor.>

Todoroki non rispose, continuò a guardare il tramonto.

<Abbiamo quirk simili, è innegabile, ma...ma non sono gli stessi. Non so perché ti dia così tanto fastidio- ho notato le occhiatacce ieri- e non mi serve saperlo, voglio solo che tu non ce l'abbia con me senza un valido motivo, tutto qui, poi se sono così insopportabile da vedere, ti starò alla larga.>

Todoroki rimase in silenzio per un po', poi rispose.

<Mi dispiace.> disse abbassando lo sguardo <Ti ho giudicata male, cercando di trovare un modo per associarti a qualcuno e qualcosa che non mi piacciono. Ho sbagliato. Non ho nulla contro di te, sono stato sciocco io. Scusa ancora Ishikawa.>

Fu il turno di Akane di rimanere in silenzio, mentre osservava il sole mano a mano, calare dietro l'orizzonte del mare.

<Non so quali fantasmi nascondi e a cosa sei o stai andando incontro, Todoroki, ma qualcosa c'è. Non mi serve nemmeno sapere cosa, però...se può servire, potremmo diventare amici.>

Il ragazzo di girò a guardarla per la prima volta in faccia. Anche Akane girò un poco la testa.

<Non ti pregherò, la scelta di farmi entrare nella tua vita è tua, ma se mai avrai bisogno di aiuto, potrai contare su di me.>

Così dicendo, Akane gli lanciò un'ultima occhiata e se ne tornò a casa, lasciandolo lì, da solo.
Di certo quello era stato il tramonto più freddo che avesse mai visto.

Todoroki non riusciva a capire.

Come diavolo ha fatto...ha prenderci in pieno? Che il suo incidente non sia l'unica cosa che c'è nel suo passato?

Shoto aveva capito che Akane era molto più profonda di quanto potesse sembrare, e mentre lei si era liberata di un peso, Todoroki si incamminò a casa molto più pensieroso di prima, ripensando alle parole della ragazza.

Quella notte Akane non dormì sogni tranquilli, le capitava molto spesso, ma non ci si abituava mai.

Sognò di nuovo l'incidente, ebbe vari incubi, ma sopratutto...sognò lui.

Il suo sorriso malefico, i capelli neri...gli occhi blu.
Si fidava di lui, era la prima persona di cui si era mai fidata e anche l'unica al tempo, e lui l'aveva mandata in pasto ai leoni.

Si svegliò sudata e di soprassalto.
Le ci volle qualche secondo per regolarizzare il respiro e per poco svegliò Kisho. Erano le quattro di mattina.

Devi calmarti...respira. Lui non è qui.

E sperava vivamente, che non l'avrebbe mai più visto.

𝑭𝒓𝒐𝒛𝒆𝒏 𝑭𝒊𝒓𝒆  ༄ 𝐒𝐡𝐨𝐭𝐨 𝐓𝐨𝐝𝐨𝐫𝐨𝐤𝐢 ⚘ 𝑩𝑵𝑯𝑨 Where stories live. Discover now