Capitolo 3

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[Selene]

Io e Cheope ci siamo subito trovate in sintonia: mi ha raccontato che ha vissuto per i primi anni della sua vita in Egitto, nel paesino di sua madre accanto al Cairo, e poi si sono trasferiti a Londra appena lei ebbe compiuto 6 anni. Mi ha anche raccontato che i suoi sono di una dolcezza infinita e che ha anche un fratello più piccolo di due anni chiamato Frank.

Io non le ho raccontato un granché della mia vita: le ho detto semplicemente che mio padre se n'è andato da casa, che mio zio Mike sta con noi da allora e che ho imparato a leggere a 3 anni.

Ho omesso volontariamente Tom e tutto il resto dei casini per evitare domande scomode riguardo a lui; no che non mi fidi di lei, ma sento che è ancora troppo presto per aprirmi così tanto.

Ho chiamato mia madre e Mike qualche ora dopo del dovuto ma hanno apprezzato comunque che mi stia trovando bene con la mia compagna di stanza.

-Abbiamo la riunione tra mezz'ora.- dice improvvisamente Cheope guardando l'orologio al suo polso.

-Riunione?- chiedo confusa.

-Sì, quella che fanno appositamente per noi. Non lo sapevi?-

-Melanie non mi ha detto nulla.-

-E' scritto nella bacheca qua fuori, non ci avrai fatto caso.- dice mettendosi le scarpe.

-Hai ragione, dobbiamo muoverci.-

-Sei un tipo ritardatario?- mi chiede passandosi del mascara sulle ciglia.

-Non spesso, a volte arrivo pure prima dell'appuntamento per paura di fare tardi.-

-Sei strana...per questo mi piaci.-

-Tu invece sì?-

-Sì me lo dicono spesso che sono strana.-

Rido.

-No, intendo ritardataria.-

-Spesso. E non arrivo mai prima dell'appuntamento: e chi ce la fa? Le cose sono due: o sei una strega oppure sei scappata da un manicomio.-

-La prima è più attendibile.-

Lei scoppia a ridere e penso che mia madre aveva ragione: ho trovato subito un'amica. 


Una volta sistemate siamo corse fuori seguendo le altre ragazze del campus per andare alla riunione in Aula Magna.

Ovviamente l'interno deve essere stupendo come l'esterno: la sala è piena di lampadari di cristallo che pendono dal soffitto, i sedili sono in legno ma ben modellati e nelle giuste proporzioni, i cuscinetti rossi danno l'idea di stare in un castello, tantissimi quadri antichi rappresentati presidi, insegnanti e paesaggi decorano le pareti laterali...e Cheope è costretta a darmi un pizzicotto per farmi tornare con i piedi per terra.

-Meglio che troviamo i posti o qui si prendono i migliori.-

Saliamo gli scalini e scegliamo due posti dietro la sbarra metallica; mi affaccio per vedere il gigantesco tavolo dove dovrebbe parlare il preside e poi mi ricordo di soffrire di vertigini così mi ritiro con uno scatto.

-Tutto bene?-

-Sì, scusa stavo...-

La mia folle scusa viene interrotta dal rumore del microfono che entra in funzione e la voce del preside riempie tutta l'aula creando un silenzio inquietante.

[Tom]

Io e Julian abbiamo trovato due posti all'ultima fila nella parte superiore dell'aula.

Do you still hate me -Tom Holland-Where stories live. Discover now