Capitolo 9

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Mrs Styles 3

"Qualsiasi cosa stesse accadendo nella sua vita, il mio istinto urlava di scappare, il più lontano possibile, prima che fosse stato troppo tardi. Prima che mi fossi innamorata di lui."
-Elsie Styles, White.

Capitolo 9

Resto ferma, immobile.

Will è andato via ed io non voglio lasciare questa casa, anche se mi ha detto di farlo. I suoi occhi erano imploranti, feriti, massacrati da un passato difficile che stava tornando a galla. Non riesco a non fare nulla, il mio istinto dice di andar via e lasciare che Will vivi la sua vita, ma la mia parte razionale - il ché è molto raro - sta urlando di restare. E non riesco a spiegare perché proprio il mio cervello mi dica queste cose. Forse potrei sfruttare questa cosa a mio favore, potrei rimanere in questa casa per un altro po' di tempo ma non sono un tipo che coglie un'occasione del genere. Non amo prendermi gioco della gente, perché quello che hanno fatto a me non vorrei che capitasse ad altri. È un cosa brutta, e fa male.

Prendo le mie cose ed esco da quella casa, chiudendomi la porta alle spalle. Vorrei poter restare ancora per qualche minuto, girovagare ancora per un po' in quell'ambiente così familiare, ma forse è meglio non farmi trovare al suo ritorno. Devo rispettare la sua volontà, anche se non conosco la strada per il ritorno. Non mi importa, posso chiedere informazioni in giro riguardo il mio Hotel e posso trovare la strada giusta per andarci. Non sono poi così sbadata come sembro. So che sto sempre tra le nuvole, sempre incosciente della realtà. Ma che c'è di male? Voglio sognare, è questo ciò che mi tiene in vita.

Cammino senza una meta, in questo viale alberato che tanto mi ricorda una vecchia strada di casa mia. Mi sento un po' nostalgica oggi, forse perché mi sento terribilmente sola col mondo. E poi i miei pensieri vanno di nuovo a Will quando il mio sguardo si sofferma su una coppia di amici che scherza e si diverte davanti ad un caffè, o quando una coppia felice si tiene mano nella mano, passeggiando tranquillamente. Uhm, passo in rassegna i momenti degli Helsie e me ne viene in mente uno abbastanza simile. Non ho nulla da perdere, è una bellissima giornata soleggiata e posso sedermi in un bar e raccontarvi questo episodio. So che lo apprezzerete, e so pure che voglio perdere un po' di tempo prima di tornare in Hotel.

-

Qualsiasi cosa stava pensando Elsie in quel momento, be' volevo davvero saperlo. I suoi occhi erano fermi sulla strada, mentre mano nella mana camminavamo lentamente. Il sole risplendeva in cielo, nonostante questo freddo che penetrava nelle ossa. Lei era così coperta che a stento riuscivo a vedere solo i suoi occhi grigi, profondi chissà quanti chilometri. Era la prima volta che mi facevo vedere in giro con una ragazza, la mia ragazza. Elsie era un po' a disagio e lo notavo, soprattutto perché la gente ci guardava stranamente, come se uno come me non avesse scampo, come se fossi condannato ad una vita sporca e distruttiva, senza nessuno accanto. Eppure lei mi aveva accettato, con tutti i miei difetti e mi piaceva molto il modo in cui i suoi occhi facevano l'amore con i miei quando mi guardava. Anche io avevo un angelo che avrebbe fatto di me, il suo.

Le strinsi ancora di più la mano, cercando di attirare la sua attenzione. Ma non fece nulla, e non si lamentò neppure. Era così assorta nei suoi pensieri che non riuscivo a tirarla via da lì.

"Stai bene?" Le mie parole la fecero svegliare, portandola da me. Lei annuì, facendomi mezzo sorriso, che non era vero. Avevo imparato a distinguere i suoi sorrisi, e questo era uno di quelli che "Sono triste".

"Senti freddo?" Ritentai, poco sicuro. Lei scosse la testa. Si stava chiudendo a riccio, lasciandomi fuori, al gelo, o forse al caldo visto l'inverno che aveva dentro.

"Elsie, non mi inganni. Tu non stai bene." Piantai i piedi a terra e mi fermai, di colpo. Il suo corpo fece dei passi in avanti per poi ritornare indietro, come una molla. Girai il mio corpo verso di lei, faccia a faccia. C'era terrore nei suoi occhi e quella fottutissima insicurezza che mi mandava in bestia. Di che cosa aveva paura?

"Perché?" Dissi duramente. Lei mi fissò, confusa. "Perché hai paura? Io non andrò via, e lo sai. Proprio ieri ho accettato di sposarti. Sono tuo, Elsie. Per sempre, tuo." Erano le parole più belle che avessi mai detto ad una donna, la mia donna, l'unica donna della mia vita.

"Tu scapperai, Harry. Sei uno spirito libero. Appena la paura si impossesserà di te, mi lascerai." Terrore. Era tutto ciò che il tremore del suo corpo mi invitava a cogliere. Così l'abbracciai, facendole sentire tutto il mio calore.

"Cosa posso fare per farti cambiare idea?" Le sussurai con voce roca.

"Nulla, questa paura non mi abbandonerà mai. Mi fa male il petto, Harry. Hai fatto l'amore con me, ma chi mi dice che tu non mi abbia solo usata? Chi mi assicura che ci sarai per sempre?"

"Posso alleviare il tuo dolore, piccola. Fino a non farti sentire più nulla, se non il mio amore per te." La sentii piangere, dolcemente. "Adesso vieni con me, voglio sposarti, ora, in questo preciso istante. Prendiamo un cambio, la macchina e partiamo. Alla prima città in cui arriveremo e che ci piacerà, ti sposerò." Era la promessa più eterna che potessi fargli.

-

Avete sentito, eh? Magari fossero tutti come Nonno Harry, di questi tempi. Ma è pure vero che siamo dentro ad un libro, e i libri servono per far sognare la gente.

Comunque, mi sono emozionata, raccontanto questo dolce retroscena che mai vi sareste aspettate di sentire. Eppure Harry era così dolce che avrebbe fatto sciogliere tutto il polo nord con un solo sguardo.

Be', che dire? Mi godo questa ottima fetta di torta, in cui annegare tutti i dispiaceri del giorno. Oh, e mentre voi eravate impegnate a sentire una piccolissima parte della storia degli Helsie, ho chiesto informazioni in giro, e dovrò prendere l'autobus per andare nei pressi dell'Hotel. Io odio gli autobus. Era meglio se avessi preso la mia auto a noleggio e fossi andata da Will. Mi sarei evitata molti problemi e soprattutto non avrei disturbato lui. Avete visto? Parlo sempre di Will. Sto iniziando a stancarvi con i miei stupidi discorsi senza senso. Dovrei tenere per me i miei pensieri e concentrarmi sul mio obiettivo: Gli Helsie.

Una mano si posa sulla mia spalla, e il suo calore penetra sotto la pelle, nelle ossa. Un brivido percorre tutta la mia colonna vertebrale. Ci sto poco a capire che è Will, soprattutto perché quel profumo è così familiare. È entrato dentro di me e c'è rimasto. Andiamo male, proprio male. Non doveva accadere.

《Mi dispiace, Amanda. Non volevo trattarti in quel modo.》lo sento avvicinarsi sempre di più, fino a quando non mi stringe tra le sue braccia, in un abbraccio che mi toglie il fiato. Sento il suo respiro irregolare sulla mia spalla e altri brividi mi percorrono il corpo.

《Non fa nulla.》dico, con voce piccola. Potrei anche restare così all'infinito, ma lui si allontana, come se il mio corpo scottasse da un momento all'altro. I suoi occhi verdi sono scuri, e rossi, e le sue guance rigate dalle lacrime. Ha pianto, e mi dispiace vederlo così. 《Stai..stai bene?》mi limito a dire, cauta. Lui scuote la testa e si siede accanto a me.

《Mi piace stare in tuo compagnia, Amanda. Non mi sono mai sentito tanto vivo da quel giorno..da quando lei è andata via.》 Sembra che quella "Lei" lo stia uccidendo in questo momento, mentre parla. 《Sarò sincero. Ho avuto paura prima, lei non era più nella mia mente quando parlavo con te. Neppure quando vado a letto con le ragazze, questo accade. Non sono pronto per abbandonarla, ma voglio andare avanti.》

《Amici?》propongo, un po' felice. Lui annuisce, sorridendomi.

《Amici.》

Il libro dei ricordi 3 | MRS STYLES SERIESWhere stories live. Discover now