ain't good | tobio kageyama

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"Dovremmo parlare"

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"Dovremmo parlare"

Kageyama fissa quel messaggio a lungo, senza riuscire a staccarne gli occhi di dosso.
Sente il suo cuore diventare preda di incontrollabili palpitazioni, mentre guarda nervosamente i messaggi sopra, molto più spensierati ma che risalgono ormai a una settimana prima.
Ne aveva sentite tante, di battute su questi tipi di messaggi, solitamente da parte dei più frenetici come Tanaka o Ninshinoya, battute leggere e alle quali di solito seguitano frasi come valle a capire, le donne!
Per questo Kageyama non ci aveva mai dato troppo peso, ma ora che se le ritrova davanti veramente, quelle parole, desidera di non aver mai aperto il cellulare.
Sentiva che quel momento si sarebbe presentato prima o poi, ogni giorno se lo diceva e adesso che è arrivato si maledice da solo per non aver cercato di impedirlo.
I messaggi seguenti lo invitavano semplicemente ad andare a casa della ragazza appena finito l'allenamento, cosa che decise di fare in quel preciso istante.
Parla un pochino con il coach Ukai, dicendogli direttamente e senza peli sulla lingua che era necessario che andasse via prima, cosa alla quale l'allenatore non obietta e neanche chiede il perché, sapendo che il ragazzo è talmente costante negli allenamenti che saltarne uno non gli avrebbe certo fatto male.

"Oi, Kageyama!" esclama immediatamente Hinata, cercando di seguirlo mentre l'alzatore si avvia verso l'uscita della palestra.

Lo ignora del tutto, fissando ancora il messaggio sul suo cellulare.

"Kageyema, ma perché te ne vai via così presto?! Stai male? Eh?!" gli domanda l'altro imperterrito, incuriosito dalla situazione.

"Sono affari miei, idiota!" sbraita Kageyama, aggiustandosi la borsa sulla spalla e andandosene, senza neanche degnarlo di uno sguardo.

Non vede la reazione di Shoyo, che aveva alzato le braccia in segno di resa, ma lo sente solo sospirare un "sempre così scorbutico!"
Ogni tanto si sente in colpa, a rispondergli così male, ma in quel momento ogni principio di razionalità che tanto lo contraddistingue lo sta abbandonando e ora desidera solo raggiungere la ragazza il più in fretta possibile.
Non vuole pensare a che cosa si diranno, e non vuole nemmeno programmare ciò che le dirà per trovare una patetica giustificazione, prega solo con tutto sé stesso che nulla vada all'aria come temeva.
Piove, a catinelle si potrebbe dire, e la pioggia è terribilmente assordante.
Come fanno gocce talmente sottili e veloci a creare quella confusione nella sua testa già affollata di pensieri? Non poteva avere un po' pietà di lui? Forse neanche se la meritava, un po' di comprensione.
Stringe la presa sul manico dell'ombrello.
Guardandosi i piedi che camminano sull'asfalto bagnaticcio, nota che sta camminando molto più velocemente del solito, dato che usualmente aveva un passo molto controllato. Certamente, come poteva prendersela con calma in una situazione di quel tipo?
Arriva a casa di lei, identica a tutte quelle nelle vicinanze, ma nella quale aveva passato un sacco di tempo che ora gli sembra di ricordare poco.
Suona al campanello, e la porta si apre dopo qualche secondo.
(T/N) non è felice, dietro a quella porta, e il battito accelerato di Kageyama ora sembra essere solo lento e rassegnato che forse sarà esattamente come si immaginava.

𝘴𝘱𝘢𝘳𝘬𝘴 | 𝘩𝘢𝘪𝘬𝘺𝘶𝘶 𝘹 𝘳𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳 Where stories live. Discover now