happiest day of o̶u̶r̶ your life | daichi sawamura

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«𝐘𝐨𝐮 𝐜𝐚𝐧 𝐟𝐢𝐧𝐝 𝐚𝐧𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐦𝐞 𝐭𝐨𝐦𝐨𝐫𝐫𝐨𝐰𝐀𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐭𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐫𝐝𝐞𝐬𝐭 𝐩𝐢𝐥𝐥 𝐭𝐨 𝐬𝐰𝐚𝐥𝐥𝐨𝐰»

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«𝐘𝐨𝐮 𝐜𝐚𝐧 𝐟𝐢𝐧𝐝 𝐚𝐧𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐦𝐞 𝐭𝐨𝐦𝐨𝐫𝐫𝐨𝐰
𝐀𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐭𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐫𝐝𝐞𝐬𝐭 𝐩𝐢𝐥𝐥 𝐭𝐨 𝐬𝐰𝐚𝐥𝐥𝐨𝐰»

"Oggi è il grande giorno, eh?"

Daichi sussulta leggermente quando Tanaka gli lascia una forte pacca sull'ampia schiena.

"Sí, é oggi..." mormora il moro, aggiustandosi il nodo della cravatta davanti allo specchio.

Con qualche tocco tra i capelli cerca di aggiustarli alla meglio, mentre sente lo sguardo dei suoi amici gravare su di lui.
In sostituzione alla violenta pacca sulla schiena di Tanaka, la mano piú gentile di
Sugawara si poggia sulla sua spalla destra.

"Forza, andrá bene"

Dal riflesso nello specchio, Daichi riesce a vedere il suo sorriso dolce e rassicurante, accompagnato da quello di Tanaka e poi Asahi, e alla sinistra di lui da quello di Nishinoya.
Finalmente pronto, si volta e ad accoglierlo ci sono i sorrisi e gli incoraggiamenti degli ex compagni di squadra del liceo, tutti in tiro per l'occasione.
Non puó fare a meno di sorridergli di rimando.

"Grazie ragazzi"

"Non ti voglio vedere piangere come una femminuccia, eh!" esclama Nishinoya, accompagnandolo fuori da casa del ragazzo per avviarsi alla macchina.

"No, non piangeró" risponde Daichi con un sorriso ironico.

Si dividono in due macchine, Asahi alla guida di una e Kageyama alla guida dell'altra.
Avrebbe guidato volentieri anche Daichi, ma il coetaneo aveva insistito per fare tutto lui, lasciandogli solo il privilegio di stare seduto sul sedile anteriore.
Durante il viaggio, i trio del terzo anno si perde a parlare insieme a Yamaguchi e Tsukishima, che avevano deciso di andare con loro per evitare un incidente nella "macchina dei clown" (o il quartetto del neurone condiviso, capitanato da Tobio).
Daichi non è veramente attento a quello che dicono, si limita ad annuire e a fare qualche cenno di assenso, giocherellando con l'orlo della giacca come passatempo.
I venti minuti piú lunghi della sua vita con ogni probabilitá.
Quando è il momento di scendere, il ragazzo torna alla realtà alla velocitá e prepotenza di uno schiaffo in pieno volto, e si rende conto solo ora che sta succedendo realmente e che è tutto autentico.
Con un sospiro sommesso, scende dalla macchina e si aggiusta la giacca, piú come tic nervoso che per apparenza.
La chiesa era piú torreggiante che mai quella mattina, o era lui che nonostante la sua stazza si sentiva piccolo piccolo.

"Oi"

Con sua sorpresa, è Tsukishima a parlargli, ancora piú torreggiante della chiesa davanti a lui.

"Hey"

"Lo so che non c'è mai stata molta comunicazione tra noi due, ma sai che andrá bene" risponde il biondo, con lo sguardo che penetra un punto indeterminato davanti a sé.
La cosa, detta proprio da Kei, fa sorridere Sawamura.

𝘴𝘱𝘢𝘳𝘬𝘴 | 𝘩𝘢𝘪𝘬𝘺𝘶𝘶 𝘹 𝘳𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳 Where stories live. Discover now