fast car | hajime iwaizumi

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«𝐲𝐨𝐮 𝐠𝐨𝐭 𝐚 𝐟𝐚𝐬𝐭 𝐜𝐚𝐫

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«𝐲𝐨𝐮 𝐠𝐨𝐭 𝐚 𝐟𝐚𝐬𝐭 𝐜𝐚𝐫.
𝐢𝐬 𝐢𝐭 𝐟𝐚𝐬𝐭 𝐞𝐧𝐨𝐮𝐠𝐡 𝐬𝐨 𝐰𝐞 𝐜𝐚𝐧 𝐟𝐥𝐲 𝐚𝐰𝐚𝐲?»

Oggi, una pigra mattinata estiva, non mi aspettavo proprio di trovarti qui di fronte alla mia porta.
Neanche una goccia di sudore ti attraversa la fronte, e pari cosí sicuro di te in quella maglietta bianca e nei tuoi pantaloncini verde militare.

"Andiamo a farci un giro" mi dici, allungandoti per afferrarmi la mano, ma mi scosto dicendoti che prima devo togliermi il pigiama.

Quando ti guardo seduto sul divano del mio appartamento ad aspettarmi, mi fai quasi ridere, da quanto sembri impaziente.
Resti seduto lí con le braccia conserte e le gambe accavallate, scuotendo il piede destro impazientemente.
Quando ti dico che sono pronta, mi ricordo del fatto che non so né perché tu sia quí né dove stiamo andando.
Tuttavia io mi fido di te e ti seguo, prendendoti per mano.
Mi fai salire sulla tua macchina, una Mercedes serie 200-280, te ne lamenti sempre e la definisci uno "scassone".
Vorresti una di quelle super auto con cui vanno in giro tutti oggi, ma ti ho fatto capire quanto in realtá quella macchina sia bella anche se vecchia, e ti sei convinto a farla ridipingere di azzurro chiaro.
Ora la adori come se fosse parte di te, ma ogni tanto ti permetti ancora di chiamarla un rottame, magari quando ci impiega piú del solito a partire.
Salto sú, l'abitacolo non è rovente perché ci ho messo poco a prepararmi.
La fai partire con poco sforzo, infilandoti immediatamente insieme a tutte le altre macchine nel traffico del mezzogiorno di Sendai.

"Dove stiamo andando?" ti domando curiosa.

"Boh, a fare un giro in macchina" mi rispondi semplicemente.

In una decina di minuti imbocchi la prima uscita per l'autostrada.
È un viaggio senza destinazione, perció mi prendo ogni libertá di poggiare i piedi accanto al cruscotto e arretrare il sedile, tanto ne avremo per molto.
Non so perché tu abbia deciso di portarmi in giro per Miyagi, era tutto premeditato? Conoscendoti assolutamente no, ti sarai alzato stamattina e avrai pensato "ma sì dai, portiamo (T/N) a fare un giro".
Lo apprezzo molto, per la cronaca.
Parliamo un poco, non sei mai stato uno di molte parole, ma con me ti sei sempre sforzato perché mi ami e me lo dici sempre.
Mi parli dell'universitá, mi chiedi come va la mia e ti lamenti degli esami, e finisco per lamentarmene anche io.
Prima che possiamo accorgercene, finiamo vicino alla costa di Miyagi, e il mare si distende di fianco a noi.
È veramente bellissimo, piatto e perfetto, riflette la luce del sole come se brillasse di luce propria, tanto che se lo guardo devo socchiudere gli occhi.
Ci butti lo sguardo ogni tanto, ma sei un guidatore attento e preferisci tenere gli occhi sulla strada.
A destra, le montagne di Miyagi sono quasi piú belle, tanto sono grandi e imponenti, non so veramente da che parte guardare.
Andiamo veloci, la Mercedes è vecchia ma maneggevole, una meraviglia da guidare.
Fino a questo momento non mi ero mai resa conto di quanto potesse essere bella Miyagi, anche solo questo tratto di strada tra mare e montagna qui con te.
Ti guardo, i tuoi occhi verdi fermi sono concentrati sulla strada, ma un raggio di sole di colpisce il volto.

"Sole di merda, sto morendo di caldo" imprechi, cercando con la mano gli occhiali da sole, per poi inforcarli con un movimento breve e veloce.

Ti ho sempre preso in giro per quegli occhiali, ti ho sempre trovato un po' ridicolo e mi divertivo a fartelo sapere, ma oggi sei veramente bellissimo, Hajime.
Allungo la mano destra per accendere la radio, sintonizzandola con qualche difficoltá con un canale inglese che ci piaceva tanto ascoltare.
"Fast Car" di Tracy Chapman risuona nelle vecchie casse della Mercedes, e trovo la situazione molto ironica.
Comincio a balbettare qualche parola in un inglese sconnesso, e mi segui a ruota.
Siamo sempre state due frane in inglese, ma con le canzoni non ce la caviamo male e qualche frase di senso compiuto riusciamo a metterla insieme.
Dopo un paio di minuti, alla parte piú bella della canzone, alzi il volume e cominciano entrambi a cantare a squarciagola, ogni tanto batto un pugno sulla portiera e te batti la mano sul volante, scuotendo poco la testa.
Siamo stonati, non sappiamo bene le parole, e non abbiamo destinazione, ma il mare e le montagne, questa canzone, il nostro amore, sono troppe cose insieme per precluderci la felicitá.
La canzone ci accompagna per altri minuti, e non abbiamo neanche risparmiato un secondo dal cantare, solo la fine stessa della melodia ci costringe a fermarci.
Mi accendo una sigaretta, e dopo un paio di boccate ti chiedo se vuoi favorire, ma con un gesto della mano rifiuti.
Certo, me lo dovrei aspettare da uno studente di scienze sportive, ma te ne offro una ogni volta perché non si sa mai che tu non cambi idea.
È una sigaretta debole, fumo poco e giusto perchè adoro il gesto, te l'ho ripetuto un milione di volte che non c'è possibilitá che diventi dipendente e ti fidi di me.
Per dispetto, abbassi il tettuccio della macchina e la lasci scoperta, spegnendo la sigaretta ormai a metá e impedendomi del tutto di fumarla.
Non hai nessun secondo fine, non sei preoccupato per me, ti diverti solo a prendermi in giro e a ridere quando alzo le braccia sconfitta.
Lancio fuori la sigaretta e mi risdraio un poco sul sedile anteriore, godendomi il vento sul volto.
Sorrido ancora di piú nel rivedere il tuo, di volto, coperto dagli occhiali da sole e tutto concentrato dalla guida, ma anche tu sei felice e rilassato.
Sono ormai passate tre ore da quando mi hai presa da casa mia per quel viaggio senza meta, un'ora e mezza da quando hai fatto spegnere la mia sigaretta per scherzo, e ogni minuto che passa sono sempre piú convinta di amarti alla follia, Hajime.
Nessuno ti ha detto di prendermi e farmi viaggiare, nessuno te lo ha chiesto, né tantomeno io, ma hai deciso di farlo comunque e te ne sono grata.
Improvvisamente, sentiamo un rumore secco e forte, che ci fa sobbalzare entrambi.
Perdiamo gradualmente velocitá e ti infili nella prima corsia, cercando con lo sguardo un punto di sosta.
Una volta trovato, rallenti fino a farci fermare, e subito scendi scavalcando la portiera.

"Porca troia, ha bucato!" esclami, pieno di rabbia.

Sei sempre stato irascibile, ma non mi hai mai urlato contro.
Abbiamo litigato qualche volta, ma non hai mai alzato la voce e non mi hai mai detto una parola cattiva, si capisce che mi ami.
Dando un calcio alla ruota, della quale non abbiamo ricambio, tiri fuori il cellulare per chiamare un carro attrezzi, e ci avvertono che sarebbero arrivati tra un'ora e mezza.
Decidiamo di aspettare dentro la Mercedes, sotto il sole cocente tra il mare e le montagne, e cerco di farmi aria con la mano.
Passano due ore, nessuno arriva, e fa ancora piú caldo di prima, ma cerco di distrarti parlando di altro.
Finiamo per rassegnarci al ritardo del carro attrezzi e ci sdraiamo sul cofano azzurro.
Parliamo di tutto e di niente, poi ti allunghi per baciarmi e ricambio il tuo bacio come ho sempre fatto.
Si fa sera, ci stiamo ancora baciando e stiamo ancora parlando di quel viaggio bello quanto disastroso, e del carro attrezzi neanche l'ombra.
Proviamo a contare le stelle, o le macchine che sfrecciano di fianco a noi, mi prendi per mano e ti tolgo gli occhiali da sole che ancora indossi, e poi ti bacio di nuovo sulle labbra.
Cantiamo di nuovo tutta Fast Car e anche qualche altra canzone, provo a farti ballare ma ti rifiuti fermamente perché dici di avere ancora della dignitá.
La luna si riflette sul mare, anche la sera, come di giorno, sembra risplendere di luce propria e le montagne non sembrano cambiate di una virgola.
Guardiamo il mare abbracciati su quel cofano per chissá quanto, abbiamo perso il conto sia delle stelle, che delle macchine, che delle telefonate fatte al servizio di rimozione forzata per chiedere dove diamine fosse finito il nostro soccorso.
Alle undici, ormai troppo stanchi per continuare a baciarci, il carro attrezzi arriva e ci invita a salire per riportarci a Sendai.
Mi siedo accanto a te e appoggio la testa sulla tua spalla, chiudendo gli occhi.

"Ti amo" mi sussurri, prima di baciarmi la fronte e poggiare la guancia sulla mia testa, chiudendo gli occhi anche tu.

Ci addormentiamo e sappiamo che se siamo riusciti a trasformare questo giorno d'estate in un giorno importante, vuol dire che davvero ci amiamo tanto.

𝘴𝘱𝘢𝘳𝘬𝘴 | 𝘩𝘢𝘪𝘬𝘺𝘶𝘶 𝘹 𝘳𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳 Where stories live. Discover now