Trentotto

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Skylar's POV:

"Cosa ha detto Hanna?" Chiesi ad Alex prima di buttarmi sul suo letto e guardare il soffitto. Gettò lo zaino sulla scrivania e si sedette accanto a me, emettendo un profondo sospiro.

"Non le ho chiesto di uscire."

"Che cosa?" Gli rivolsi un'espressione confusa. "Perché? Siete entrambi buoni amici adesso. Hai bisogno che io le dica che sei innamorato di lei?"

Emise un gemito e si tirò un cuscino sul viso. "Volevo chiederglielo ma... non posso. E se–" Si fermò, perso nei suoi pensieri. Lo guardai e mi resi conto che sembrava un po' infelice per tutta quella situazione. Stressato per cosa, questo non lo sapevo. Non doveva temere il rifiuto, a differenza mia. Era piuttosto bravo quando si trattava di ragazze.

"E se impazzisce?" Chiese dopo un po'.

"E' possibile." Gli lanciai un'occhiata. "Ma non come te adesso."

Alex gemette di nuovo.

"Parla con lei, Alex," spiegai l'ovvio prima di alzarmi e dirigermi verso la sua scrivania. "Fai qualcosa di romantico. Ti ho fatto guardare tutti quegli scadenti programmi televisivi romantici solo per questo giorno."

Scosse la testa ma non si alzò.

Non rimasi sorpresa quando notai la scrivania in disordine, i libri sparsi ovunque. Riuscivo a malapena a vedere il familiare paio di cuffie tra quei libri, un bicchiere d'acqua quasi vuoto e le cartine delle barrette di cereali. "Sei ancora più incasinato di me." Gli lanciai uno sguardo di disapprovazione.

E mia madre pensava che fossi quella disordinata.

Prese il telefono dal tavolino e lo accese, dandosi da fare. Mi sorprese un po' quando Alex mi chiese di andare a casa sua subito dopo la scuola oggi. Sembrava così impegnato con gli allenamenti di football in questi giorni; passavamo a malapena del tempo insieme, a parte i momenti a scuola.

"Allora," allungai la parola e mi appoggiai allo schienale della sedia da scrivania, contemplando le mie opzioni. "Devo dirti qualcosa."

Alzò lo sguardo dal telefono e alzò un sopracciglio interrogativo.

"In realtà mi serve un favore." Riformulai.

Questa volta alzò entrambe le sopracciglia, ma prima che potessi dire altro, si alzò dal letto. "Aspetta un secondo." Fu tutto ciò che disse prima di correre fuori dalla sua stanza.

Guardai la porta dove si trovava solo un secondo prima e alzai gli occhi al cielo. Immagino che potevo aspettare ancora un po', almeno era quello che stavo facendo da ieri da quando mia madre mi aveva chiamata. Da quando mi aveva parlato di quella cassaforte, da quando mi aveva parlato di papà. Era strano che non l'avessi ancora aperta, anche se ora sapevo dov'era effettivamente.

Ero così ansiosa di sapere dov'era solo un giorno prima, di sapere di cosa si trattava prima di essere chiusa nella palestra della scuola. Avrei voluto sapere a cosa serviva quella cassaforte. Così tanto ormai da quasi settimane. Ma ora che lo sapevo, non potevo. Non riuscivo proprio a andare di sopra in soffitta. Volevo che i miei genitori fossero qui e volevo sapere da loro tutto sulla cassaforte. Una parte di me era semplicemente bloccata dalle condizioni di mio padre. Ero preoccupata. Volevo vederlo così tanto. Non aveva mai avuto quelle emicranie a meno che le cose non fossero davvero stressanti per lui.

Era stato a causa mia?

Alla fine, avevo deciso di raccontarlo ad Alex. Anche se sapevo che avrei dovuto, non potrei tenere tutto questo per me. Non volevo farlo da sola.

Bitter Heart | ✔ (Italian Translation)Where stories live. Discover now