è la mia fine

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Jimin's pov
Mi svegliai. Ero ancora rinchiuso in quella stanza, da solo. Sentivo che sarei rimasto lì per molto tempo, forse per sempre. Mi sentivo solo e spaventato. Mi mancava jk. Era il mio pensiero fisso, non sopportavo l'idea che stesse male per la mia sparizione improvvisa. Non volevo che soffrisse, ne che stesse male a causa mia. Volevo soltanto che dimenticasse, che si dimenticasse di me affinché potesse essere felice. Non sapevo quanto ancora sarei restato vivo, a dirla tutta credevo che da lì a poco mi avrebbe ucciso quella persona. Non sapevo bene chi fosse o cosa volesse da me, ma se rapisci una persona non vuoi di certo trattarla bene. Era notte ed ero seduto sul pavimento della stanza a guardare la luna dalla microscopica finestrella che c'era nella stanza. -Spero che anche tu stai guardando la mia stessa luna-dissi rivolgendomi a jk. Sapevo di dover lottare. Dovevo farlo per lui, per il nostro amore.
Fine Jimin's pov

La mattina seguente arrivò in fretta. La luce iniziò ad entrare nelle varie stanze. Jimin si svegliò, grazie ad uno spiraglio di luce che gli arrivò in faccia. Aprí gli occhi leggermente, per poi rendersi conto che era ancora in quella stanza. Sì mise seduto sul letto e fissò il vuoto per qualche secondo. Il suono di passi lo riportò alla realtà. *Sta tornando*pensò. Subito si alzò in piedi, mettendosi con le spalle contro il muro pronto a difendersi. La chiave girò nella serratura e la porta si aprí.
-buongiorno mio raggio di sole-disse il rapitore avvicinandosi a Jimin per lasciargli una carezza. Quest'ultimo rimase immobile e non reagí.
-ti vedo un po' sotto tono piccolo, andiamo è ora della colazione-disse prendendo jimin per mano, ma quest'ultimo si ritrasse leggermente.
-tranquillo, voglio solo portarti a mangiare...rilassati-continuò il rapitore portando jimin in un'altra stanza imbandita come una cucina. Lo portò di fronte ad una sedia e lo fece sedere. Jimin iniziò a guardarsi intorno spaventato. *Perché ora sta facendo tutto questo? Qual'è il suo scopo?* Pensò. Il rapitore prese da mangiare e una tazza con del the e li diede a Jimin.
-bene ora mangia, dopo abbiamo da fare-disse
-c-ccosa?-chiese Jimin incerto di voler sapere la risposta
-tranquillo sono sicuro ti piacerà, ora mangia-disse il rapitore. Jimin prese dei biscotti e li mangiò, dopo di che prese la tazza e ne bevve il contenuto. Il minuti passarono, interminabili agli occhi di Jimin. Cercò di mangiare più lentamente possibile, dato che non voleva sapere cosa gli sarebbe toccato appena finita la colazione. Dopo circa 30 minuti, tutto ciò che era in tavola era finito e non poté evitare il suo destino ulteriormente. Il rapitore lo fece alzare e jimin iniziò a sentire le sue lacrime scorrere sulle guance. Era convinto che sarebbe stata la sua ora, che sarebbe morto lì da solo senza nessuno a piangere per la sua morte. Ad ogni passo, sentiva sempre meno forza. Aveva paura. Una paura che lo stava lacerando. Una paura che stava prendendo il sopravvento sul suo corpo. Appena furono davanti alla porta della stanza in cui si stavano recando, jimin alzò gli occhi al cielo lasciando un messaggio interno alla sua mente per jk. *Mi dispiace piccolo di averti fatto soffrire con la mia sparizione. Spero mi dimenticherai presto e che tornerai ad amare. Non piangere troppo per me, non lo merito. Ti amo e lo farò per sempre. Sii felice anche per me*

Il rapitore iniziò ad infilare la chiave nella serratura ed a girare. Quei momenti per Jimin furono ormai rassegnati. Sapeva che una volta aperta quella porta sarebbe stata la sua fine. Ed ecco, la serratura era aperta. Jimin sospirò. Il rapitore impugnò la maniglia e la spinse verso il basso, aprendo la porta. Jimin ormai aveva accettato che sarebbe morto e così entrò senza fare resistenza. La luce era spenta. Non si poteva vedere cosa fosse contenuto in quella stanza. Il rapitore fece entrare jimin, per poi richiudere la porta alle loro spalle.
Jimin sospirò e una lacrima scese sul suo viso. *Addio jk* pensò nuovamente. Il rapitore allora iniziò a parlare.
-bene jimin, ci siamo.... è il momento in cui tu sarai il protagonista del mio gioco-disse. Jimin non capiva a cosa si riferisse.
-gioco?-chiese Jimin
-si-disse il rapitore per poi accendere la luce. Quando la luce invase la stanza, rivelò una sedia è una tenda chiusa.
-ora tu ti siederai li ed inizierà il gioco-continuò il rapitore accompagnando jimin alla sedia. Una volta seduto, il rapitore parlò di nuovo.
-ok ti presento il primo concorrente del gioco-disse per poi aprire la tenda.
La tenda rivelò una persona che jimin conosceva bene e che nom avrebbe mai voluto vedere lì. Appena lo vide sbarrò gli occhi e cercò di alzarsi dalla sedia ma venne fermato dal rapitore, il quale lo fece sedere nuovamente. *Perché lo ha preso?* Pensò con le lacrime agli occhi.

guardami negli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora