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OS creata per il Roulette Context di DeboraRebai e Moody_Isa

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C'era una volta, in una galassia lontana mille anni luce dal pianeta Terra, un mondo popolato da uomini, donne e bambini con poteri magici.
Questo mondo era suddiviso in quattro generazioni magiche:
-Bul, popolo del fuoco: questo popolo era uno dei più temuti per la loro forza magica, ma anche uno de più generosi tra i quattro gruppi;
-Aqua, popolo dell'acqua: popolo pacifista, era il più amato tra i quattro per il loro amore che donavano in tutto;
-Jiguui, popolo della terra, altro popolo forte, leggermente più del fuoco, in ogni gioco vincevano loro per la loro intelligente astuzia;
- infine Hang-gong, popolo dell'aria, popolo che poteva essere calmo come un venticello, ma anche più turbolento di un uragano, quindi mai tenerli contro.

Vivevano tutti felici e contenti, i quattro popoli si amavano tra loro e si aiutavano l'un l'altro in ogni momento di bisogno, era davvero un mondo tranquillo, governato dal figlio del creatore Kim Jaebum, il quale compito era di supervisionare la sua amata terra ed evitare di creare scontri tra i popoli.

Il signor Kim, sposato con la sua amata Kim Ryuna ebbe in erede un figlio, Kim NamJoon, un bambino molto vivace e solare, tanto buono, come il padre, ma talmente vivace che all'età di due anni ruppe la culla semplicemente saltando.
Ma il re, un giorno, si ammalò, rischiò di morire ben due volte per colpa della malattia, ma nonostante ciò, nulla sembrava farlo cadere. Il suo pensiero primordiale era di riuscire ad educare in tempo NamJoon e di portargli amore e prosperità per poi donarli al suo popolo quando avrebbe ereditato il trono all'età di venti anni.

Intanto NamJoon aveva solo 5 anni quando gli fu insegnato un'ultima volta come amare il suo popolo dal padre, poiché sapeva che il suo tempo sarebbe finito ben presto.
Era la sera del compleanno di sua madre ed era una serata tranquilla, uno dei giorni che il signor Jaebum decise di insegnare un'altra lezione al figlio.

«Figliolo, questa sarà una delle mie ultime lezioni di come portare amore al nostro amato popolo.
Ricordati sempre di non arrenderti mai, rendi il possibile ai tuoi cittadini come ti ho spiegato sempre, rendili felici, rendi questo tuo regno sempre prospero alla ricchezza d'animo e non solo, fa sì che non avvengano mai guerre o sarà la fine di questo mondo. E non ce ne sono altri come questo.»
«Ma papà, perché dici così? Perché una delle ultime?» chiese il dolce fanciullo innocentemente «Per favore papà, fa sì che non sia l'ultima lezione, per favore papà.» continuò ancora con un sorriso grande da far notare le sue due fossette.
"È cresciuto bene. Sono così orgoglioso di lui, sarà un grandissimo re." pensó il re a malincuore.
«Sì, amore mio, anche se non sarò presente, sarò sempre con te.» il padre lo rassicurò abbracciandolo stretto stretto nonostante si sentiva affogare nel mar del dolore, dovuto al veleno ingerito.

Kim Jaebum sapeva di essere stato avvelenato, e sapeva anche chi era il colpevole, ma per non creare una guerra civile che visse da bambino, evitò di spargere voci, continuò a prendere il veleno dato dal suo assassino e di dare la colpa a sé e al suo gracile corpo quando si chiedevano il perché del suo malanno.

«Andiamo Kim NamJoon, tua madre ti sta aspettando» improvvisamente entrò in scena uno degli zii di NamJoon, Kim Sehun.
«Vai piccolo gigante buono, ci vedremo presto.» salutò suo figlio come se fosse l'ultima volta che lo vedrà, come se sapesse che presto morirà.
«Ciao papà gigante, ci vediamo domani» ricambia il piccolo bimbo innocente per poi andar via, salutando con la manina.

«Jaebum, come state, mio sire?»
«Sehun, inutile che mi chiami col nome e poi mi elogi chiamandomi sire, sei venuto qui per vedermi morire?»
«C-cosa? Che stai a dire??»
«Lo so che per tutto questo tempo mi hai avvelenato, Sehun. So tutto, inutile che neghi.» affermò il re senza prepotenza.

The Seven Paladins Where stories live. Discover now