IX.

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«OK, saliamo per di qui-» stavo per condurci al piano superiore del castello ma due figure si posizionarono di fronte a noi.
«Ah, quel Namjoon! Dove diamine è finito.» parlò uno di quei uomini: era mio zio.
«Sire, suo nipote era uno di quei sette che ha fatto la formula proibita.» parlò il suo braccio destro, Choi Minsoo.
«Quel..lurido esserino. È come il padre, sempre ad aiutare il suo popolo, ecco perché l'ho ucciso-» da qui non sentii nulla più, il mio mondo si era fermato e mi rimbombava solo una frase: ecco perché l'ho ucciso.
Per anni avevo sempre pensato che fosse stato la sua malattia, e invece no. Poi mi ricordai le parole di Taehyung dette la sera prima:
Sembra che lo abbia fatto apposta (..) quindi cerca di ucciderti, come ha fatto con suo fratello”.
Era tutto calcolato per rubare il trono, ma perché farlo? Non capivo ancora. Quale pezzo del puzzle mancava ancora.

[Jin’s POV]
Dopo quelle parole, vidi NamJoon diventare bianco come un cadavere; sapere che era stato suo zio a ucciderlo non era da tutti i giorni e non la si reggeva facilmente. Ma conoscendo il mio gigante, sapevo che poteva resistere, dovevamo raggiungere quel.. Quel.. Quel qualcosa.
«NamJoon, andiamo.» dissi sottovoce al castano ma sembrava più attento alle parole dei due uomini, così mi avvicinai con Nam e ascoltammo altro.

«Sire, ma quella lettera cosa conteneva?»
«QU-quale letter- ah sì, era un messaggio di mio fratello per il suo amato piccolo gigante buono. Che nome patetico. Aveva scritto che all'età di venti anni la corona sarebbe stata sua. All'età di quattordici anni di NamJoon gli lasciai una lettera firmata dal “padre” che diceva che l'eredità aspettava a me, come di diritto era sempre mio e poi, dopo la mia morte sarebbe asceso lui. Ma non specificai che avrei ucciso anche lui. Ahahahah»

NamJoon si innervosì e al tempo stesso si spaventò alle sue parole. Vidi le sue nocche diventare bianche mentre il suo viso veniva riempito di lacrime, una cosa che non riuscivo mai a sopportare. Così, mi avvicinai di più e gli strinsi la mano per calmarlo.
Al mio tocco, egli si girò e ne rimase stupito, e ricambiò la stretta, facendomi segno di ringraziamento con la testa.

«OK, andiamo.» oh, no. Stavano per passare dalla nostra parte e dove stavamo noi era molto stretta. Cercammo di non farci scoprire stendendoci lungo il corridoio e aspettare che se ne sarebbero andati.
«Per un pelo. Non ci hanno scoperti.» disse Jimin sottovoce.
«Già, c-come stai Nam?» gli chiese Taehyung preoccupato ma il castano accennò un semplice sto bene con la bocca.

Ritornammo sui nostri passi e finalmente ci trovammo davanti ad una porta.
«Ragazzi, sto finendo l'energia.. Non.. Resist- » svenne Tae nel bel mezzo del corridoio, menomale c'erano Jimin e Jungkook a sorreggerlo.
«Tranquillo Tae, ora non ne abbiamo bisogno, riposati fino a quando non dovremo andare via» disse NamJoon preoccupato per la salute del blu.

[Jhope’s POV]
Decidemmo di entrare Nam, Yoongi, Jin ed io, mentre gli altri tre sarebbero rimasti a fare la guardia. Entrammo nella stanza ed era bellissima, imponente come una stanza comune di un re ma c'era qualcosa che caratterizzava la stanza per renderla propria.
Sulle pareti c'erano alcuni quadri del re Jaebum insieme alla moglie e al piccolo NamJoon, foto molto cute.

Namjoon si diresse davanti ad uno di quei quadri, raffigurante solo il re il quale sorrideva felice, per davvero. Spostò quel quadro e si ritrovò di fronte ad una cassaforte, chiusa a chiave, ma non una chiave normale.
Le casseforti di solito erano chiuse da una password normale, oppure un riconoscimento facciale, ma nessuno dei due casi era questa.
«Come si apre?» chiese NamJoon quasi disperato.

Improvvisamente una voce parlò, e non era nessuno dei nostri.
«Salve signor Kim NamJoon, qual è la frase magica?» era la cassaforte stessa a parlare.
«oh, un momento, la frase magica?» domandò il castano confuso.
«Nam, dici una frase a caso. Anzi no. Uno che.. Aish, non lo so.» cercò di aiutare Yoongi ma fallì.
«E ora come facciamo? Non so quale sia..» disperato disse Nam.
«Cavolo. Tutto questo per una cassaforte chiusa.. Che nemmeno sappiamo aprire. Non può darti un indizio?» propose Jin.
« Ottima idea. C'è un indizio?» chiese alla cassaforte.
«Ci sono due indizi. 1. È una frase usata sempre dal re Jaebum al principe NamJoon. 2. Non è per nulla banale. Fine.» parlò infine la macchina.

«OH ma andiamo, non possiamo usare la magia anche qui?! Ci metteremo una vita solo per capire di cosa si tratta.» sbottò il biondo scocciato.
«Io ci provo.» dissi, utilizzando una delle magie per aprire le cassaforti. Ma dopo vari tentativi fallii miseramente.
«Come cazzo facevi a sapere quella formula?» chiese Yoon.
«Beh, ecco. Prima di andare dalla zia di Nam per rifugiarci, io e Jhope andavamo a rubare nelle case alcune monete d'oro per mangiare. Per questo» rispose Jin mentre io confermavo con la testa.
«Wow, però alla fine non siete male. Pensavo foste solo bravi ragazzi, smielati e blah blah blah» sdrammatizzò Yoongi, facendoci ridere per un po’. Ma tornammo subito alla realtà quando Namjoon si sedette per riflettere sulle parole della cassaforte.

The Seven Paladins Where stories live. Discover now