VII.

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[Yoongi’s POV]
Era ormai tardi e avevamo già cenato, menomale che Jin era bravo a cucinare sennò saremmo morti di fame. Era un bisangue, sì, ma anche un ottimo chef, il cibo era squisito.
«Perfetto, ora andiamo a dormire. Domani pensiamo a come sfuggire da mi- coff coff- dal re e le guardie.» disse Namjoon.
«Hai ragione, andiamo su.» disse Jhope, trascinando il corvino con sé. La cosa mi dette fastidio ma non ci pensai più. Avevo altro da pensare.

Salimmo tutti nelle rispettive camere ed io attesi una persona.
«Quanto cazzo ci mette.» dissi a me stesso, ci stava mettendo davvero tanto, ma finalmente qualcuno bussò. Era lui.
«La prossima volta arriva più tardi.» sbottai nervoso.
«Che volevi dirmi, Yoongi?» chiese Jimin.
«Non volevo parlare, ma fare altro.» gli chiusi la porta alle spalle ritrovandomelo a due passi da me.
«Altro, cosa?» chiese perplesso
«Arrivaci, zucchina, secondo te cosa potrei farti?» chiesi con voce roca, mordendomi il labbro inferiore.

«Yoongi.. Perché..?» chiese più titubante.
«Zucchina - gli accarezzo la guancia - non pensare che non ti abbia visto prima quando ero mezzo nudo, coperto con solo un asciugamano. Mi stavi mangiando con gli occhi» dissi avvicinandomi ulteriormente.
«Beh, come non guardarti così? A-anche Tae ti ha visto mezzo nudo.»
«Sì ma non come te.»
«Y-yoongi?»
«Sì, piccola zucca?»
«M-mi piaci. Da quando eri color menta che mi piaci, ma sei anche uno stronzo. Non mi sono mai fatto avanti perché pensavo ti piacessero le ragazze.»
«Cioè, da ben tre anni? Wow, Park Jimin, hai aspettato molto.»
«Sì, m-» non continuò la frase data l'allarme di casa che rimbombò per tutta la stanza.

«Ahhhh! Che cazzo succede.» urlai incazzato. Odiavo quando qualcuno mi interrumpeva o spaccava qualcosa in casa mia, ma purtroppo non era stato qualcuno a provocare l'allarme, ma qualcosa.
«Yoongi ! Guarda !» gridò Jimin guardando fuori dalla mia finestra.

Era un tornado, ma non uno di quelli piccoli. Questo, se ti colpiva ti disintegrava in due secondi, senza farti volare. Era un tornado spaventoso data la grandezza.
«Cazzo, Jimin, andiamo di sotto.»
«Gli altri!?»
«Merda. Chiamali subito, prima che sia troppo tardi.» gli ordinai e lui, uscendo dalla stanza gridò a pieno polmone «TUTTI SOTTO, TORNADO IN ARRIVO!» e detto ciò, in un baleno ci ritrovammo tutti al salotto.
Li condussi nella mia cantina protettiva, progettata da mio cugino anni fa in casi d'emergenza come questi.

«Porca puttana, cos'è?!» chiese il corvino. Era diverso da come lo avevo lasciato prima. Aveva i capelli spettinati e la maglietta sotto sopra.
«Kook, cos'hai combinato ?» chiesi stuzzicandolo a bassa voce poiché era accanto a me.
«N-niente. Tu invece?»
«Ah, nulla. Stavo per fare qualcosa ma sto stronzo di tormenta mi ha rovinato I piani.»
«Qualcosa con chi?»

«Ragazzi?» ci interruppe Jin squadrandoci
«Sì, sì. Dicevi?» dissi io, dando cenno al corvino che avremmo continuato più tardi.
«Dicevo, questo è uno delle tormenta più potenti esistenti. Distrugge una casa in me che non si dica e può essere generata così forte solo da una postazione, al-»
«Castello Nero..» continuò Namjoon a testa chinata.

«Come fai a saperlo?» chiese Tae al castano.
«O-ok, vi svelo tutto. Conoscete il re Jaebum immagino, insomma almeno tutti lo avrete sentito parlare. Bene, era mio padre, morto quindici anni fa per una malattia ancora sconosciuta. Quello al trono è mio zio, mi ha sempre odiato da quando non c'è più papà. Ed è da quando c'è lui al potere che in questo mondo c'è più odio tra noi diversi.»
«Aspetta, quindi tu sei il nipote del re?» chiese sbigottito Jimin.
«Già, ma non lo sapeva nessuno tranne Jhope e Jin, me l'ha sempre proibito per non so perché..  »

  « Nam, un secondo. Che io abbia studiato-» iniziai io a parlare ma uno stronzo doveva interrompermi..
«Tu studiare? Ma quando?» ironizzò il corvino ridacchiando di brutto.
«Testa di cazzo, sta zitto. Stavo dicendo, quando studiai la storia dei re che avevano governato qui, avevo letto che quando moriva un re, la successione sarebbe stata data al figlio primogenito all'età di venti anni.»

«Ma tu hai diciannove anni, tra pochi giorni ne farai venti, quindi diventerai re?» parlò Jhope.
«Da come è stato detto da Yoongi sì, ma non me l'ha mai detto mio zio, perché?»
«Non ne ho idea..» conclusi.

«Sembra che l'abbia fatto apposta e sapendo che farai venti anni tra poco, magari ha paura di cedere il suo potere a te, quindi cerca di ucciderti, come ha fatto con suo fratello.» spuntò Tae con questa frase improvvisamente.
«Che cazzata ho appena sentito.» disse Kook
«La mia era solo supposizione.» rispose il blu con fare da cucciolo bastonato.

Calò un silenzio improvviso che quasi sembrava imbarazzante.
«Dobbiamo andare al Castello Nero.» disse NamJoon
«Sei impazzito?!» disse Jin
«Per ora no. C'è una tormenta lì fuori, stasera dormiremo qui, domani penseremo a cosa fare.» disse Jhope e tutti noi ci accordammo.

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