Capitolo 3

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Oggi è il fatidico giorno. Mi alzo dal letto, mi metto un outfit che ho comprato ieri sera, più precisamente un paio di jeans, un top nero e una giacca di pelle e ovviamente i miei immancabili anfibi... come trucco mi metto poco ombretto oro, per risaltare i miei occhi verdi, un po' di illuminante e un rossetto rosso.

La mattinata a scuola passa relativamente veloce, ho avuto due ore di biologia e abbiamo dissezionato delle rane quindi mi sono molto divertita. Ho avuto un'ora di spagnolo abbastanza rilassante perché abbiamo guardato un film e l'ultima ora ho avuto letteratura dove il professore ha spiegato tutto il tempo...

Sono tornata a casa e mi sto rilassando sul divano, oggi non abbiamo allenamento quindi ho un po' di tempo tutto per me. Penso di ordinare un po' la camera e di prepararmi per l'incontro di lavoro.

Sono appena arrivata al Superheroes Cafè ordino un cappuccino e mi siedo in un tavolino vicino alla libreria. Intanto ne approfitto un po' per guardare meglio com'è fatto il locale. Appena si entra alla destra c'è il bancone con un'infinità di torte e panini, le pareti sono rosse e grigie, mi piace molto come accostamento. I tavolini sono di diverse forme e grandezze, le piante che ci sono in giro, di diversi tipi, rendono tutto il locale molto accogliente durante il giorno, impazzisco per le piccole librerie che ci sono in giro. Poi vedo che in un angolo, in fondo al locale c'è una bellissima scala grigia scura che va al piano di sotto. Mi domando dove sia la parte che devo gestire io, spero tanto che sia al piano interrato, a vedere solo la scala sembra che giù ci sia proprio un bel posto...

"Ciao sono Blake, tu devi essere Carrie, giusto?" mi chiede rivolgendomi la sua mano per presentarsi. È proprio un bel ragazzo: 18 anni, biondo con gli occhi verdi, maglia nera attillata che metteva leggermente in risalto tutto il ben di dio che c'era sotto e un bel paio di jeans strappati e all star. È bellissimo, elegante e alla mano. Mi piace.

"Oh si... ciao, sono io." rispondo un po' impacciata cercando di ricompormi al meglio, mamma mia tutto il suo insieme di personalità mi distrae parecchio, non mi era mai successo...

"Mentre finisci di bere il cappuccino, ci conosciamo un po', poi ti mostro la tua parte di locale che so che amerai." Mi dice facendomi l'occhiolino. Alla radio stava andando la canzone Light my fire dei Doors. La amo.

"Wow, Light my fire eh... Scusami quando passano delle canzoni in radio che mi piacciono molto mi distraggo in due secondi..." dico con un po' di rassegnazione, ma se ha un locale del genere, sarà amante della musica, e quindi mi capirà, almeno spero...

"Tranquilla, apprezzo il fatto che tu abbia una cultura abbastanza ampia a livello musicale, anche io ce l'ho, poi per il tuo lavoro è perfetta..." mi dice guardandomi dritto negli occhi.

"Allora mi presento... sono Carrie, ho 16 anni, sono italiana e da un mese mi sono trasferita qui a Dublino perché avevo bisogno di cambiare aria... adesso sto vivendo dalla mia migliore amica Anne ma appena ce la farò economicamente, andrò a vivere per conto mio così la lascio un po' in pace... suono il violino, violino elettrico e basso, mi piace moltissimo e mi affascina il mondo della musica in generale. Mi piace molto andare ai concerti, viaggiare oppure stare a casa a guardare un film. Lavorativamente parlando, mi piacerebbe intraprendere una carriera nel mondo della musica per diventare ancora più esperta nel settore." Rispondo tutto d'un fiato perché avrò ripetuto questo discorsetto mille volte davanti allo specchio di camera mia prima di venire qui.

"Perfetto Carrie, mi piace molto che hai le idee chiare e sai cosa vuoi. Vieni che ti faccio fare il giro del locale." Risponde con un sorriso smagliante.

"Certo va bene!" rispondo alzandomi dalla sedia e iniziandolo a seguire.

Nel giro di una decina di minuti mi mostra tutto il primo piano del cafè, quello da "giorno" che io avevo già precedentemente analizzato con lo sguardo mentre lo stavo aspettando. "Bene, adesso ti mostro la tua parte. Seguimi." Mi dice direzionandosi alle scale. Mentre scendiamo le scale cerco di non farmi sfuggire nessun particolare: le scale sono uguali a quelle dei backstage dei concerti con appesi alle pareti vari vinili e foto fatte insieme al precedente gestore della mia parte di locale. Finite le scale mi dice: "Adesso ti mostro il cuore del locale, poi ti mostro il retro. Dimmi un po': come mai hai scelto questo lavoro?" mi chiese curioso.

"Innanzitutto io amo la musica e tutto ciò che la riguarda, la mia vita è musica. Ho sempre sognato di lavorare in un ambiente simile e soprattutto di lavorare in ambito musicale conoscendo nuovi artisti. Pensa un po', sono dovuta scappare di casa per realizzare il mio sogno: questo è il mio sogno!" rispondo emozionata.

"Non vorresti di più?" mi chiede pensieroso, guardandomi con i suoi bellissimi occhi verdi.

"In che senso?" gli domando confusa.

Si schiarisce la voce: "Non senti bisogno di altro per sentirti più "completa"?

"Onestamente? Per ora no, a me va più che bene così, ho mollato tutto ciò che avevo per vivere una nuova vita, una vita che finalmente mi piace."

"Capisco..." risponde deluso.

Mentre camminiamo silenziosi vedo che c'è un grande palco al centro, con svariate luci di tutti i colori e in fondo un bar per prendere dei drink. Mi piace molto questo posto. Per ora sono accese solo le luci di cortesia perché è giorno, ma di notte... mi sa proprio che è bellissimo...

"Che figata!" esclamo guardandomi intorno completamente spaesata, come se avessero portato un bambino nella fabbrica di cioccolato.

"Dimmi, tu cosa vuoi? Era questo che volevi?" gli chiedo per rompere il silenzio.

"Beh, se intendi vedere una bellissima ragazza, che saltella felice per il suo nuovo lavoro nel mio locale sì, era questo che volevo." Mi risponde sincero.

Io mi limito a sorridere completamente sconvolta da questa cosa.

"Dai vieni, ti mostro il backstage." Mi dice, rompendo quell'imbarazzante silenzio.

"Allora se scendi queste scale qui a destra ci sono i bagni, invece se segui questo corridoio ci sono cinque stanze: quella in fondo dritta davanti a noi, è il tuo nuovo ufficio, quelle tre a sinistra sono i camerini delle band e quella a destra è il tuo camerino dove ti preparerai per le serate, ah, non so se te l'ho detto, ma devi anche presentare e curare ogni aspetto della serata: quante band fare suonare e a che ora finire, eccetera." Mi dice cercando di essere il più esaustivo possibile nella spiegazione. Oh, merda. Dovrò anche presentare... dai non sarà un problema.

"Oh che bello!" rispondo senza parole.

"Il tuo ufficio e il tuo camerino puoi arredarli come vuoi, ti chiedo solo di non dipingerli di rosa o di un qualsiasi colore da ragazza perché sennò attira troppo l'attenzione e di sera alcuni ragazzi ubriachi potrebbero fare cose brutte...ci tengo alla tua salute mentale e fisica. Anche perché, sei sotto mia responsabilità!" esclama scherzando.

"Però, scherzi a parte, vedi di chiudere a chiave ogni volta che esci dal tuo ufficio e camerino, non si sa mai."

"Certo, lo farò." Rispondo.

"Vieni, ti mostro meglio il tuo ufficio." Mi dice accompagnandomi e sfiorandomi per un fianco. Un brivido freddo mi passa lungo la schiena. Mi sposto impacciata perché voglio essere professionale, non ho più tempo per quelle cose...

"Allora a volte capita che molte band vogliono suonare una determinata data, ora o giorno. Lì sta a te scegliere come organizzare tutto, la maggior parte delle band lottano per avere le sere del weekend. L'unico consiglio che posso darti è di fare venire i migliori per i weekend, invece nei primi giorni della settimana puoi fare venire bene o male chiunque. Però mi raccomando: organizzati bene perché l'uomo che c'era al posto tuo aveva fatto molto casino con le date: aveva messo tre band in una sera, non se ne era accorto e hanno iniziato a fare una rissa per salire sul palco. Le band emergenti, lottano per suonare qui durante il weekend. Quindi, non fare cazzate. Per il resto, fai come se fossi a casa tua."

"Certo, seguirò i tuoi consigli Blake."

Play me.Where stories live. Discover now