Capitolo 15

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Siamo a NY da un paio di giorni, abbiamo visitato un po' la città. Ci stiamo divertendo molto. Adesso sto aspettando che Blake ordini il mio caffè da Starbucks, da quando ha iniziato a "viziarmi" non sto più facendo niente, sta facendo tutto lui. Sta cosa non mi fa impazzire particolarmente perché rivoglio la mia libertà, voglio andare a prendere il mio caffè, voglio chiamarmi un taxi, voglio perdere la metro... insomma, cose che normalmente mi scoccerebbero. Vedo Blake parlare con la cameriera, quanto tempo è? Saranno cinque minuti. Ah ecco, uno dei miei più grandi difetti è che non mi rendo conto di certe cose che accadono intorno a me. Ritornando alla cameriera, sta ridendo come una gallina in calore. È bassina, capelli neri e occhi nocciola e un po' in carne. Ma perché sta ridendo insieme al mio fidanzato? Ehm no, sta cosa non mi va affatto bene. Blake sta minimamente pensando che io li sto vedendo? La sua risata si sentirà fino a Dublino. Non so se stare zitta, andarmene oppure andare a sbranare quella troia del cazzo. Opto per la tre, sono una donna con le palle adesso, sono fuggita fin troppo. Mi dirigo verso di loro.

"Scusa hai intenzione di farti il mio ragazzo su questo bancone o vai a fare la troia con qualcun altro? Ah si, scegli la seconda se vuoi continuare a vivere e soprattutto fammi sto cazzo di caffè." Le dico. Lei sbianca.

"Glielo faccio subito." Mi dice seria.

"Che c'è ti faccio per caso paura?" le ringhio. Lei mi fa il caffè. Brava ragazza. Prendo il mio caffè e me ne vado senza minimamente parlare con Blake.

"Carrieeeee!" mi urla.

"Cazzo vuoi?" sbotto.

"Ti vuoi dare una calmata? Ti comporti da bambina di otto anni."

"Oh sono calmissima!" gli urlo sarcastica.

"Carrie smettila."

"Ah dovrei smetterla io dopo che ti ho visto ridere con quella sciaquetta?" gli domando.

"Carrie non mi piace quando dici parolacce..."

"Beh non è una parolaccia, è un aggettivo cazzo..."

"Non è il momento che ti metti a fare la maestrina Carrie..." mi dice.

"Scusa Blake è vero. È il momento che io me ne vado a fare un giro." Giro i tacchi e me ne vado. Ho bisogno di stare sola.

_______

Sono in giro da circa due ore, sto vagando a piedi per le strade di NY. Ho dieci chiamate perse da Blake e circa 50 messaggi. Mi piace essere cercata e mi piace tenerlo sulle spine. Sono ancora incazzata, so che non ha fatto niente di male, ma sono gelosa.

Sento un piccolo guaito. Mi guardo intorno, non vedo nulla. Sento ancora un altro guaito. Mamma mia, non sopporto sentire questo guaito. Vedo un cassonetto, intorno non c'è nulla e decido di aprirlo. Vedo un piccolo cagnolino, penso sia un bulldog inglese, che abbaia spaventato, sembra ferito. "Ehi piccolo..." dico a bassa voce. Lui si fa piccolo piccolo, è impaurito e trema. "Io mi chiamo Carrie, voglio aiutarti, sai..." gli dico. Lui sembra alzarsi e venire verso di me. Fanculo, Blake mi chiama e spaventa il cucciolo. Fanculo Blake, non rompermi proprio ora. Mi tolgo la giacca e ci metto delicatamente dentro il cagnolino. Guardo sul telefono se ci sono veterinari vicini e glielo porto per farlo vedere.

"Allora sta bene, è solo molto impaurito e infreddolito. Gli ho fatto una puntura per prevenire infezioni e quant'altro. Adesso le faccio una domanda e voglio che mi risponda sinceramente: vorrebbe tenere questo cagnolino oppure chiamo il canile?". Mi domanda la veterinaria. Merda abito con Blake... piuttosto mi faccio cacciare di casa ma non posso non tenere questo cucciolo, mi guarda come se fossi l'unica cosa che ha, ed è realmente così.

Play me.Where stories live. Discover now