Prologo

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Liam stava tranquillamente facendo colazione con un cappuccino e una fetta di ciambellone quando lesse la notizia. Sbatté le palpebre un paio di volte e si accorse solo in parte della voce che lo rimproverava di aver fatto cadere la tazzina a terra, ma non gli importava, niente aveva importanza adesso.

Niall stava facendo il solito giro in bici per il suo quartiere, si godeva l'aria fresca di marzo che gli spostava i capelli biondi che fuoriuscivano dal caschetto. Sin dalla prima volta che aveva iniziato ad andare in bici se n'era innamorato, anche se all'inizio aveva tutti i muscoli indolenziti che lo avevano tenuto a letto per tre giorni, okay forse era stata colpa sua che aveva voluto fare venti chilometri in salita già dalla prima pedalata. Stava facendo una curva quando sentì il telefono vibrare in segno di un nuovo messaggio. Senza fermarsi prese l'oggetto dalla tasca del giacchino, ormai c'era abituato ad usarlo mentre pedalava, lesse il mittente del messaggio e quasi perse l'equilibrio quando comparì il nome di Liam, il suo vecchio compagno di band e amico. Era da un po' che non si sentivano perciò la cosa lo stranì e a farlo insospettire ancora di più fu il messaggio, un semplice: guarda le notizie. Non era dal suo amico essere così misterioso. Rispose con un semplice okay e si tuffò nelle notizie del giorno stando attento a non andare a sbattere contro un auto che stava parcheggiando lì accanto. La primissima notizia che gli uscì gli fece salire il sangue al cervello. Sentì dei brividi scorrergli per tutto il corpo, non sentì più le gambe e le braccia perciò perse l'equilibrio ed andò a sbattere contro un auto che si era fermata al semaforo. Cadde a terra di fianco e sbatté forte il braccio contro il marciapiede con la bici che cadeva rumorosamente accanto a lui, sentì l'autista gridargli contro a proposito di ragazzi idioti sempre attaccati al telefono e una signora che gli chiedeva gentilmente se andasse tutto bene. Ma non andava bene, per niente. Non riuscì a rispondere, la gola si era serrata e sentiva come un groppo che gli impediva di respirare. Lo aiutarono ad alzarsi ma invece di rispondere o recuperare la bici, andò nella rubrica e cercò il nome di qualcuno che non credeva avrebbe mai più richiamato.

Zayn stava dormendo tranquillamente accanto alla sua compagna quando sentì il telefono squillare rumorosamente. All'inizio lo ignorò non avendo la minima voglia di sentire nessuno appena sveglio. Il telefono insisté una seconda volta, vide Gigi rigirarsi nel letto perciò, per evitare di disturbarla ulteriormente, prese il telefono sbuffando e lesse il numero sullo schermo. Non gli sembrava famigliare perciò fu restio a rispondere. Fissò lo schermo per qualche secondo a decidere sul da farsi, ma poi cliccò il tasto per accettare quando sentì la ragazza accanto a lui mugulare qualcosa ancora assonnata. Portò il telefono all'orecchio e rispose piano.

- pronto?- dall'altro lato non arrivò risposta. Spostò il telefono davanti a gli occhi per vedere se fosse ancora in chiamata e se lo rimise all'orecchio. poi chiese più deciso:

- pronto?- sentì un respiro profondo dall'altra parte, come per prendere coraggio. Stava per riattaccare e tornare a dormire quando una voce leggera e terribilmente familiare parlò.

- Zayn?- pensò di essersi sbagliato, insomma, non era possibile!

- sono io- rispose. Poi con più cautela disse: - e tu sei...?- per qualche secondo non sentì più niente, credeva che, chiunque ci fosse dall'altro lato, avesse riattaccato. Poi però parlò.

- sono Niall... Horan- ma certo che era lui. Chi altro aveva quella voce. Rimase in silenzio per un po' cercando di riordinare le idee. Perché lo stava chiamando? come mai sembrava così scosso da quella chiamata quando era stato lui a farla? si rese conto che era passato troppo tempo e cercò subito qualcosa da dire.

- ehi, Niall... ehm, come va?- non aveva la minima idea di come reagire. Negli ultimi anni non si erano parlati per niente e credeva che sarebbe andata avanti così.

-Zayn...- non continuò la frase, sembrava a corto di fiato. Rimase pazientemente in silenzio in attesa che il biondo trovasse le parole. Quando infine parlò disse l'ultima cosa si era aspettato di sentire dal suo ex compagno di band.

-Zayn, tu... hai letto le ultime notizie?-

Harry lesse le poche parole davanti a lui di nuovo. Poi un'altra volta, una quarta poi una quinta, ma non riuscì comunque ad assimilare quello che intendevano. Aveva gli occhi spalancati e la bocca serrata, il cuore gli batteva così forte nel petto che gli faceva quasi male, le gambe stavano cedendo quindi cercò di raggiungere in fretta, con la mano tremante, la sedia del tavolo accanto a lui. Ci si butto con violenza quando le forze lo abbandonarono del tutto. Il telefono gli scivolò di mano facendo rumore quando si scontrò con il tavolo in marmo. Lo schermo era rivolto verso l'alto, proprio davanti ai suoi occhi in una chiara provocazione: leggimi. Leggimi un'altra volta e crolla definitivamente. Ed Harry lo fece. Si chinò leggermente in avanti con la testa che gli girava e lesse nuovamente quelle terribili parole. Louis. Il suo Louis, aveva tentato il suicidio. Non è tuo. Si ricordò. Non è tuo. Non lo è mai stato e mai lo sarà. Ma non era questo il problema. Non si trattava di ciò che voleva o non voleva. Si trattava di a chi teneva e chi non voleva perdere e Louis, anche se non stava con lui, anche se non lo vedeva da molto tempo, non poteva perderlo. Averlo lontano lo distruggeva, ma sapere che stava bene lo teneva con i piedi per terra e lo faceva andare avanti. Ora che la sua ancora si era rotta, Harry crollò. E cadde.

Non Lo Dovevi Sapere / Larry Stylinson/Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu