Capitolo 8

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Come non essere e non vivere in un cliché, regola numero uno: non essere innamorato di un ragazzo etero. Fallito.

Regola numero due: non fare continue figure di merda con lui. Super fallito.

Regola numero tre: non arrossire quando ti parla. Fallito, direi.

Regola numero quattro: non essere un sottone... Meglio non commentare.

Regola numero cinque: non rimanere chiuso con lui in un posto da soli. Beh, fallito anche questo.

Cinque su cinque, non va così male alla fine.

Harry si stava facendo una lista mentale di tutto quello che non doveva essere mentre la causa del suo fallimento come essere umano era impegnato a prendere a calci una porta gridando.

- LIAM! NIALL!.- un altro calcio più forte degli altri.

- cazzo!- diede un'ultima manata sul legno bianco prima di girarsi di schiena e scivolare lentamente verso il terreno freddo. Tirò le gambe vicino al petto e ci poggiò i gomiti per massaggiarsi le tempie con le dita.

Era ovvio che avesse male alla testa, erano forse dieci minuti che gridava contro la porta. I tre ragazzi di sotto avevano la musica a tutto volume perciò non potevano sentirlo. Harry si era arreso dopo i primi tre minuti, come chiunque sano di mente, tanto prima o poi sarebbero venuti a cercarli e non aveva senso sprecare fiato in quel modo.

-Harry, per favore, ripetimi perché non hai il tuo fottuto telefono.- Non lo stava guardando ed aveva l'aria di uno che non voleva una risposta vera, ma Harry, che odiava i silenzi, rispose comunque nonostante lo avesse già spiegato.

- Quando sono andato a fare colazione, l'ho posato sul tavolo e ho dimenticato di riprenderlo.- Il riccio era posato sulla tavoletta della tazza del gabinetto e stava guardando Louis da sotto i capelli per non farsi vedere.

- La vuoi smettere di fissarmi?- Okay, aveva provato a non farsi vedere.

- Non ti sto fissando!- disse fissandolo ancora.

- Posso sentire il tuo stupido sguardo come se mi stessi tirando un pugno.- Alzò di poco la testa per guardare il riccio di fronte a lui.

- Sei inquietante.- Disse ancora. Harry distolse lo sguardo imbarazzato e puntò gli occhi sulle sue mani unite davanti le gambe. Ora era Harry a sentirsi osservato, poteva sentire lo sguardo di Louis come fuoco sulla pelle, un fuoco vicino che gli faceva arrossare le guance per il calore.

- Cosa c'è?- Chiese a bassa voce non volendo riprendere il contatto visivo.

Passarono alcuni secondi e il più grande non aveva ancora risposto, ma sapeva che lo stava ancora fissando, Harry sapeva che aspettava solo che anche lui lo guardasse. Non riuscendo più a reggere quella pressione, alzò anche lui il viso e guardò Louis, ma non negli occhi perché sapeva che le l'avesse fatto, non sarebbe riuscito più a smettere di cadere in quel cielo che lo faceva sognare. Louis lo stava guardando impassibile, Harry poteva capirlo anche se gli stava fissando il mento.

- Mi sono sempre chiesto com'è fai a rimanere calmo in qualsiasi momento.- Rispose finalmente piegando la testa di lato e cercando di incontrare gli occhi di Harry, cosa che lui non gli permise.

- Preferisco guardare il bicchiere mezzo pieno.- Cominciò. Poi guardò allusivo Louis.

- Invece che mezzo vuoto.- Per un secondo gli parve di aver visto l'angolo della bocca del più grande piegarsi all'insù.

- Harry, non so se lo hai notato, ma siamo chiusi in un fottuto bagno.- Disse con una strana calma vista la natura della frase.

- Appunto.- Rispose guardando di nuovo le sue mani.

Non Lo Dovevi Sapere / Larry Stylinson/Where stories live. Discover now