21 - Cane e gatto.

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Casa mia non mi è mai sembrata tanto cupa e inaccogliente

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Casa mia non mi è mai sembrata tanto cupa e inaccogliente. L'aria è talmente carica di tensione che mi sembra di respirare sabbia. Mamma si sta concentrando sul suo té, evitando il mio sguardo. Non vuole ammettere di aver spiattellato tutto ai nostri ospiti, anche se è palese. L'orologio a pendolo all'angolo del salotto mi fa venir il mal di testa, quel suo tic tac è opprimente e mi dà la nausea. Ma forse la cosa che mi disturba di più è lo sguardo della mia partner. Così triste.

Che cosa ridicola. Non so nemmeno se posso chiamarla ancora così. Mi sento come se mi avesse tradito. Il petto mi fa male, quasi ci fosse conficcato un pugnale e lo stomaco mi si è ribaltato. Magari è da questo che deriva il senso di bile che provo alla gola. Sento che sto sudando, il tempo è come se si fosse fermato. Il tic tac continua a scandirlo, dicendomi esplicitamente che sta andando avanti come dovrebbe, ma mi sento bloccato in un limbo. Prima di rendermene conto ho già indietreggiato e credo di aver in volto uno sguardo spaventoso, perché i miei amici non mi stanno più guardando con lo stesso calore di prima. Ecco, lo sapevo. Non sono un umano. Sono un vampiro, per questo la gente mi teme, per questo non vuole aver nulla a che fare con me. Chi mai vorrebbe l'amicizia di un omicida?

«Non posso crederci.» sussurro, osservando gli occhi spalancati di Angel, che mi osservano preoccupati, come a chiedermi scusa.

Tyler e Madison sono al suo fianco, ma la loro presenza non mi fa male quanto quella di An. Credo di essere stato troppo frettoloso a sceglierla come compagna. Sono stato ottimista e pensavo che sarebbe stata comprensiva, ma ho commesso un errore. Un vampiro non dovrebbe far certi sbagli, quindi ero convinto di essere nel giusto, ma la verità è che non avrei mai dovuto cedere a quel ricatto. Non avrei mai dovuto frequentarla. Non mi sarei mai dovuto affezionare a lei.

Un giorno troverai qualcuno che ti ami esattamente come ti amo io.
Papà mi aveva detto queste parole, molto tempo prima che ponesse fine alla sua esistenza. Chissà perché mi sono tornate in mente proprio adesso. Probabilmente ho iniziato a crederci quando ho conosciuto Angel e adesso che ho la conferma che anche quella è una menzogna è come se volessi prendermi gioco di me stesso.
Ecco guarda, ci hai sperato sul serio. Che deficiente!
Il messaggio potrebbe essere tradotto anche così.

Pensavo di non dover temere che lei mi abbandonasse, che An fosse l'unica a capirmi. Sono un idiota, adesso che sa la verità si allontanerà da me. Dirà che il suicidio di mio padre è colpa mia, come tutti del resto. Questa conferma mi arriva dal suo viso pallido. È sbiancata nell'esatto momento in cui sono entrato in casa.

«Jus!» mi chiama e la sua voce è dolce come le fragole d'estate, anche quando strilla il mio nome in questo modo.

Deglutisco, distogliendo lo sguardo dal suo volto. Alla fine tutti pensano che sia colpa mia, anche lei. Altrimenti perché sarebbe venuta qui a cercare spiegazioni? Se avesse avuto fiducia in me non l'avrebbe fatto, avrebbe aspettato che fossi io a parlargliene e mi sarebbe stata semplicemente vicino.

Il mio ragazzo mordeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora