5

161 21 6
                                    

Si era trattato di un collasso dovuto allo stress e alla stanchezza. Un paio di infermieri avevano soccorso Nathalie e l'avevano fatta stendere su un lettino in una stanza.

Adrien le era stato accanto tutto il tempo, preoccupato da quell'improvviso malessere. Gli era balenato nella testa il momento in cui aveva accusato il medesimo malore mesi prima al Louvre; in quell'occasione, il padre aveva minimizzato la cosa ma Adrien era tutt'altro che tranquillo. Anche la madre, prima di venire a mancare, aveva accusato gli stessi sintomi e lui temeva che la storia potesse ripetersi con Nathalie.

La flebo di sali minerali sortì l'effetto sperato dal dottor Hu e Nathalie si ristabilì nel giro di un'ora. Adrien insistette perché restasse a riposare lì per la notte, ma Nathalie non volle sentir ragioni. Firmato il modulo per le dimissioni dall'ospedale, si infilarono nell'automobile che aveva accompagnato Adrien e il Gorilla dall'aeroporto. Durante il tragitto, Nathalie si addormentò sotto lo sguardo vigile di Adrien, il quale fu sollevato che fosse riuscita a riposarsi.

L'hotel si trovava nel quartiere più lussuoso di Chengdu. Anche in quell'occasione Nathalie non aveva lesinato sulle spese, optando per avere il meglio nel tempo che avrebbero trascorso in Cina. Il personale dell'hotel offrì la totale disponibilità per qualsiasi richiesta, così Adrien ne approfittò per richiedere un pasto in camera che comprendesse un'abbondante porzione di formaggio di prima qualità. Stanca com'era, Nathalie non fece nemmeno caso alla richiesta bizzarra di Adrien, né fece cenni alla dieta rigida che il ragazzo doveva seguire affinché mantenesse una linea perfetta per il suo ruolo da modello.

La stanza di Adrien era dotata di tutti i comfort possibili. Comunicava con quella in cui avrebbe alloggiato Nathalie ed era sullo stesso piano di quella del Gorilla. Adrien sperò di restare lì il meno possibile, non tanto per il posto in sé quanto perché avrebbe significato che il padre si fosse rimesso del tutto.

Quando Nathalie lo lasciò solo per stendersi sul letto e recuperare le ore di sonno perse, era già sera. La città, se possibile, era più illuminata di notte che di giorno.

Adrien si accomodò su una poltrona color bordeaux, in mano aveva la scatolina con il Miraculous. La aprì.

Da un bagliore verde si manifestò Plagg, che salutò il suo amico con un lungo e rumoroso sbadiglio. «Hai qualcosa da darmi da mangiare? Sto morendo di fame.»

Adrien si portò un indice sulle labbra. «Parla piano. Nathalie sta dormendo nell'altra camera.»

«Sì, ma io ho fame.»

Adrien indicò il tavolino con la cena che aveva ordinato. C'era un piatto con una ruota composta da fettine di formaggio.

Plagg arricciò il muso. «Roquefort. Non è delizioso quanto il mio Camembert, ma andrà bene lo stesso.»

«Fattelo bastare per...»

Plagg l'aveva già divorato tutto in un solo boccone. «Niente male come spuntino.» Si massaggiò lo stomaco mentre si leccava i lunghi baffi neri con espressione soddisfatta.

«Sai che non ne ordinerò altro, almeno fino a domattina vero?» Adrien incrociò le braccia al petto, inarcando un sopracciglio. «Sei il solito ingordo.»

«Come sta tuo padre?» chiese Plagg, ignorando il rimprovero velato.

«Stabile.» Adrien ripensò a quanto aveva detto sulla madre, alla menzogna che era stato costretto a dire per evitare uno shock al padre. «Ha perso la memoria.»

Per la prima volta da quando si erano conosciuti, Plagg spalancò gli occhi con sincera sorpresa. «Di te si ricorda?»

Adrien annuì e gli raccontò nei minimi dettagli il breve dialogo che aveva avuto con Gabriel. Mentre parlava, gli occhi si velarono di lacrime, ma si costrinse a non piangere. Se anche Nathalie era crollata sotto forte sollecitazione emotiva, toccava a lui reggere il peso degli eventi. Si leccò il labbro superiore e disse: «Spero tanto che non torni ad essere un'ombra quando saprà della mamma. Il dolore della perdita è stato devastante la prima volta.» Si alzò dalla poltrona e camminò fino alla finestra a parete da cui si dominava l'intero quartiere turistico di Chengdu. «Chissà come starà» mormorò con la testa poggiata al vetro.

Le scelte della vitaWhere stories live. Discover now