10

154 17 4
                                    

Marinette rimase a guardare mentre André, un omone con simpatici baffetti e basco rosso, serviva la cialda con il gelato ad Alya. Per la prima volta da quando si conoscevano, avevano scelto gli stessi gusti – cioccolato e nocciola.

Cercare e trovare il gelataio non era stato affatto semplice: André era noto per i suoi continui spostamenti per l'intera Parigi e le due ragazze avevano attraversato mezza città prima di trovarlo al Pont Neuf, accanto ad un albero. La temperatura non era più torrida come nei giorni passati e il cielo era nuvoloso, ma Marinette desiderava tanto potersi gustare un gelato insieme alla sua migliore amica. Erano più di tre anni che non accadeva e, l'ultima volta, non era stato piacevole per lei.

Mise da parte quel pensiero amaro e si concentrò sulle parole di Alya, intenta a raccontare un aneddoto accaduto durante gli ultimi giorni di scuola. «...E quindi Kim si prepara a lanciare il gavettone su Alix, sbaglia mira e prende in pieno Chloè.» Entrambe scoppiarono a ridere. «Avresti dovuto vederla: i capelli avevano l'aspetto di uno scopettone, il volto di mille colori. "Lo dirò a mio padre", sbraitava imitando alla perfezione Draco Malfoy.»

«E dopo cos'è accaduto?»

«Nulla. Kim si è beccato solo un rimbrotto dal preside. Nessuna punizione.»

Marinette sospirò. «Quindi devo presumere che le minacce di Chloè non suscitino più tanto timore.»

«Mmh, questo non lo so.» Alya alzò le spalle. «Quando c'eri tu era diverso per lei. Tu eri la sua prima e, forse, unica vera rivale. Se credi che sia cambiata, povera te. Adesso da viziata capricciosa è passata a first lady.»

«Immagino.»

«Novità dal fronte Agreste?»

Marinette scosse la testa. «Adrien mi ha telefonato l'altro giorno, dicendomi che, al momento, il padre si sta rimettendo dal malore che ha avuto.»

«Adrien ti ha telefonato?» Alya sollevò entrambe le sopracciglia castane. «Questa sì che è una novità.»

«Almeno lui ha mantenuto un briciolo di buone maniere» disse Marinette stizzita. «Bel tipo, quel Gabriel Agreste. Prima mi invita nella sua villa per chiedermi consigli, poi si sente male», prese a contare con le dita, «Alessio gli salva la capoccia da una brutta fine, non ringrazia, e poi mi ignora del tutto.» Sbuffò e si cacciò in bocca il cucchiaino. «Dì un po', Alya...» L'amica annuì con un'espressione perplessa. «Da quando Adrien si comporta come un emerito idiota?»

«Adrien... Che cosa?» Quello di Alya sembrò lo squittio di un topo.

«Mi hai sentita. Ci siamo rivisti due volte da quando sono tornata e avrà spiccicato massimo tre parole di senso compiuto.»

«Chi sei tu? Che fine ha fatto la Marinette Dupain-Cheng, perdutamente innamorata del bel biondo dalla scintillante armatura?»

Marinette arricciò la bocca. «Ad una certa si capisce che la bellezza non è tutto, Alya. Adrien era, e rimane, uno dei più bei ragazzi che io conosca. Forse il più bello. Ma, in tutto questo tempo che l'ho conosciuto, ha mostrato ben poche volte sostanza. Insomma, scodinzola al padre peggio di quanto faccia Leòn.»

«Adesso lo paragoni al tuo bel cagnolone?»

Gettarono i cucchiaini in plastica in un bidone e si sedettero sul bordo del cornicione che affacciava sulla Senna.

«Quanto mi manca.» Marinette sospirò. «Spero che la nonna venga al più presto a Parigi così da poterli riabbracciare.»

«Sì, sì.» Alya sventolò una mano. «Torniamo ad Adrien, per favore.»

Le scelte della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora