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La luce era svanita.

Nathalie sollevò il busto, puntellando le mani sul pavimento. La testa volteggiava, gli arti formicolavano. Quanto tempo era passato?

Quando Gabriel aveva schioccato le dita, un bagliore l'aveva investita con una tale intensità da mozzarle il respiro. Per un momento, una grande serenità le aveva scaldato l'anima, finché non era caduta a terra ed aveva perso i sensi.

Strizzò gli occhi, la cripta riacquistò colore e nitidezza. Un singhiozzo intermittente echeggiava tra le mura. Nathalie si alzò, si spolverò il vestito e scosse la testa. Accanto alla capsula criogenica giacevano i due Kwami, Tikki e Plagg. Accanto a loro, sparsi a terra, le spille della Farfalla e del Pavone, gli orecchini della Coccinella e l'anello del Gatto Nero. Al di là della capsula, sporgevano un paio di mocassini beige, di pregevole fattura.

«Gabriel.» Nathalie aggirò la capsula. Gabriel era steso a terra, il torace si sollevava e si abbassava a ritmo del respiro. Era vivo.

«Nat... Nathalie.» Una voce sommessa, strozzata dal pianto.

Si voltò. Una donna reggeva tra le braccia il corpo esanime di Adrien. «Emilie.» Il volto era ben diverso da quello che era solita vedere all'interno della capsula. Le guance rosate erano solcate dalle lacrime, gli occhi colmi di venature.

«Che cosa gli è successo?»

Nathalie gli controllò il polso. Il battito era lento, la pelle aveva assunto una tinta lattifera. Il cuore le sobbalzò nel petto. «Non può essere...»

«Cosa non può essere?» urlò Emilie. «Cos'è successo a mio figlio?»

Un tremendo sospetto si fece largo nella mente di Nathalie. Adrien si trovava nelle stesse condizioni di... «Mettiamolo lì dentro.» Indicò la capsula. Se la sua ipotesi fosse stata giusta, non sarebbe sopravvissuto a lungo. Scosse Emilie per una spalla. «Muoviti. Possiamo ancora salvarlo.»

Lo sollevarono dalle due estremità e lo adagiarono nella capsula. Nathalie girò una manopola: il vetro si richiuse. Adrien sembrava dormire.

«Nathalie... Che è accaduto a mio figlio?» chiese Emilie a denti stretti.

«Temo che lui sia stato sacrificato dal potere dei Miraculous per far risvegliare te.»

Un rantolio alle loro spalle le fece sobbalzare. Gabriel si sollevò da terra, massaggiandosi il retro del collo. Agitò la testa e si inforcò gli occhiali. La gioia si dipinse sul suo volto quando incrociò lo sguardo di sua moglie. «Amore mio.» Le andò incontro a braccia larga.

Emilie sollevò una mano e gli tirò uno schiaffo in pieno viso.

Gabriel si massaggiò la guancia colorata di rosso cremisi. «Perché?» Lei indicò la capsula. «Adrien... No! Com'è potuto accadere? Avevo calcolato tutto nei minimi dettagli.» Annichilì.

Emilie minacciò un altro schiaffo. «Trova immediatamente una soluzione, Gabriel. Riporta nostro figlio tra noi, o giuro che me la paghi.»

«Io... Io... Non ho idea di come sia potuto succedere.» Gabriel si gettò sul vetro. «Figlio mio. Non è possibile.»

Nathalie si impose di rimanere lucida. I Miraculous nascondevano decine e decine di poteri segreti. Doveva esserci una soluzione. «So chi ci può aiutare.» Non attese risposta dai coniugi Agreste. Si precipitò all'ascensore e risalì fino a giungere nello studio di Gabriel.

Percorse i corridoi della villa, diretta alla sua camera. Estrasse la chiave di ferro dalla tasca e la girò nella toppa. Abbassò la maniglia.

La porta si aprì di scatto dall'interno, il bordo impattò sulla sua fronte con violenza. Nathalie barcollò tenendosi la testa con una mano. Due braccia le avvolsero il collo e la tirarono all'indietro. Si divincolò dalla stretta gettandosi in avanti.

Le scelte della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora