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Mentre uscivano dalla stazione, Tom Dupain e Sabine Cheng si organizzarono per caricare i bagagli su un taxi.

«Ti aspettiamo alla boulangerie» aveva detto Sabine a Marinette. Poi, aveva baciato sulla guancia Alessio, ringraziandolo per l'aiuto dato a portare le valigie. Tom, invece, gli aveva scoccato un'occhiata delle sue. Si trattava pur sempre della sua principessa.

Marinette si godette le espressioni sbigottite del gruppetto di maschi. Fatta eccezione di Luka, con cui lei si confidava spesso e volentieri, nessuno di loro era a conoscenza della sua relazione con Alessio Tancredi e la notizia li aveva presi tutti in contropiede, nessuno escluso. Il primo a metabolizzare la notizia e a farle i complimenti fu Nino, anche se lei era più che sicura che fosse sollevato dal fatto di non avere un rivale in amore, dopo averlo visto rigido come un palo quando la sua fidanzata aveva salutato Alessio abbracciandolo. Era piuttosto divertita dalle occhiate trionfanti che Alya rivolgeva ad Adrien, anche se lui non ci aveva nemmeno fatto caso.

Nonostante l'amarezza che si era portata dietro a Milano, pensando all'amore impossibile per il giovane Agreste, – che, seppur a fatica, era riuscita a mettere da parte – Marinette era felice di rincontrarlo e di constatare che nulla era cambiato di lui in questi tre anni. Il suo sguardo verde smeraldo manifestava ancora l'innocenza di un bambino; il portamento era elegante e fiero, degno del figlio di uno stilista di fama mondiale; il fisico era asciutto e slanciato, seppur mingherlino. L'unica differenza era nel taglio di capelli: non portava più una folta chioma bionda, ma un pratico taglio a spazzola rasato ai lati che gli conferiva un'aria più da adulto.

«Il gatto ti ha mangiato la lingua?» gli chiese Marinette.

Sul volto di Adrien si disegnò un'espressione confusa.

Fu Katami a rispondere per lui: «Ha affrontato un servizio fotografico estenuante.»

«Ah!» La voce tonante di Alessio soverchiò le altre. «Capisco cosa vuol dire. Se era in tua compagnia» disse rivolto a Katami «sarà stato di certo allietato.»

Un lieve rossore ricoprì i lineamenti della ragazza nipponica. Marinette non l'avrebbe mai creduto possibile, soprattutto se un complimento simile non fosse arrivato dalla bocca di Adrien. Notò che non era affatto cambiata nel tempo: portava sempre i capelli color liquirizia a caschetto e vestiva con una camicia e una gonna rossa.

«Immagino tu non abbia nemmeno avuto il tempo di pranzare» disse Alessio. «Dura la vita del modello.»

Adrien annuì senza proferire parola.

Imboccarono il lungo tunnel che conduceva alla fermata metropolitana. Da lì, avrebbero raggiunto Place des Vosges, di fronte alla boulangerie Dupain-Cheng. Marinette non vedeva l'ora di poter rientrare e respirare il profumo dei dolci e del pane sfornato dal padre. Nei periodi di festa, lui aveva provveduto a portare a Milano, o ovunque fosse la meta delle vacanze, una vasta varietà di prodotti, dai macarons ai bignè, dai cornetti alle torte, ma poterne sentire l'odore appena sfornati era un'altra cosa. Era profumo di casa.

Nel tragitto che percorsero, notò con piacere che Alessio non aveva fatto fatica ad integrarsi nel gruppo, e gli amici lo avevano fatto sentire subito uno di loro; fu molto felice di constatare che era stato colpito dalla maestria con la quale Luka suonava la chitarra, qualità che senza dubbio aveva affinato sempre più in questi tre anni.


Quando entrò nella boulangerie, seguita da Alessio, Tom era già all'opera per prepararle una torta di bentornato, con sopra la Tour Eiffel modellata con la pasta di zucchero.

«Alya ha proprio ragione» aveva commentato Tom, mettendo su il broncio. «Non si riesce mai a farti una sorpresa.»

Marinette e Alessio avevano riso all'unisono, poi lei lo aveva preso per mano e trascinato su per le scale, ansiosa di fargli vedere per la prima volta la sua cameretta. Era tutto come l'aveva lasciato lei il giorno della partenza: il manichino su cui lei provava gli abiti che cuciva, il banchetto da lavoro, il baule dove riponeva le sue creazioni, il divanetto con la copertura rosa, il cuscino a forma di gatto...

Le scelte della vitaWhere stories live. Discover now