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Adrien raggiunse il cortile della scuola con un fastidioso ronzio nella testa. Un gruppo di ragazzi, capeggiato da Kim, si stava sfidando al tiro libero al canestro.

A colazione, suo padre gli aveva riferito che nel pomeriggio ci sarebbe stato un servizio fotografico di pubblicizzazione di un evento che si sarebbe tenuto in Primavera. La notizia aveva riempito di gioia Adrien, visto che sarebbero stati proposti i primi modelli disegnati da Marinette e confezionati a tempo di record dall'affiliata società della casa Agreste. Alessio Tancredi ed una modella danese lo avrebbero affiancato durante il servizio. Negli occhi di Gabriel aveva letto una febbrile eccitazione, tenuta a malapena celata dietro la solita espressione fredda e calcolatrice.

Adrien salutò il gruppo di ragazzi e salì per le scale che conducevano all'aula. Una mano gli batté sulla spalla. Si voltò. L'istinto gli suggerì di fuggire di lì, di rifugiarsi in classe con una scusa e cercare aiuto in Nino. La parte razionale ebbe il sopravvento e si impose cordialità. «Ciao, Lila.»

«Buongiorno, Adrien» disse lei con voce civettuola. «Non vedo l'ora che arrivi il pomeriggio.»

«Ah mi dispiace.» Adrien ostentò falso rammarico. «Oggi sono impegnato.»

«Oh lo so. E non vedo l'ora di posare accanto a te.»

«Prego?»

«Tuo padre non te l'ha detto?» Lila si portò una mano alla bocca. «Ci sarò anch'io nel servizio fotografico. È stata una sua idea e ho accettato subito. Sai, io ho posato per le più importanti riviste di moda internazionali, conosco un sacco di gente influente, e potremmo anche scambiarci consigli su come far risaltare la nostra figura davanti all'obiettivo.» Ondeggiò i capelli legati in tante treccine.

«Certo, come no.»

«Qualcosa ti turba mio caro?»

Adrien riprese a camminare verso l'aula. Il ticchettio dei tacchi di Lila lo seguiva imperterrito. «Nulla. Sono solo sorpreso che mio padre non mi abbia detto che ci saresti stata anche tu.» Quello poteva essere un problema: Marinette e Lila non andavano per niente d'accordo e il set fotografico si sarebbe potuto trasformare in una gabbia da combattimento.

«Magari voleva farti una sorpresa.»

"Sai che sorpresa." Ma questo evitò di dirlo ad alta voce. Si limitò a sfoggiare un sorriso forzato e si accomodò accanto a Nino. Lila gli sfilò accanto ammiccando e si andò a sedere in ultima fila.

Adrien attese l'arrivo di Marinette. Doveva avvisarla il prima possibile della presenza di Lila al servizio, così avrebbe potuto attutire dal principio eventuali screzi.

Marinette arrivò un paio di minuti dopo. Aveva un'espressione serafica dipinta in viso. Il pensiero di dover essere lui a cancellargliela gli provocò un groppo in gola.

Mancavano ancora sei minuti circa all'inizio della lezione. Adrien si alzò ed intercettò Marinette intenta a raggiungere il posto accanto ad Alya. «Devo dirti una cosa.» Indicò con la testa la porta.

Annuì. «D'accordo.»

Adrien sbuffò. Non c'era un modo facile per dirlo quindi andò subito al sodo. «Si tratta del servizio di oggi. Ho appena avuto la notizia che ci sarà anche Lila.»

Marinette non si scompose. «Lila Rossi? La nostra simpaticissima compagna di classe?»

«Mi dispiace. Mio padre deve averlo pensato all'ultimo secondo, perché io l'ho saputo da lei.»

«Non c'è problema, Adrien.» La sua calma olimpica lo sorprese. «In mezzo a tante persone, dubito tenterà qualche tiro mancino dei suoi. E poi, ci sarà Alessio accanto a me. E ci sarai anche tu. Con voi a proteggermi, non ho di che preoccuparmi. Dal canto mio, la ignorerò e basta.»

Le scelte della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora