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Tibet, 2018

Il portale la condusse in uno stanzone con il pavimento in mattoni, il soffitto alto e pareti adornate con disegni dallo stile orientale. C'era odore di incenso. Le candele poste sulle mensole e sull'altare di fronte proiettavano una luce tenue.

Era al Tempio dei Guardiani.

Ladybug pose fine alla fusione, togliendosi gli occhialini.

«È stato un piacere offrirle i miei servigi, signorina.» Kalkk si congedò con un inchino solenne e scomparve nel Miraculous. Ladybug lo ripose all'interno della Miracle Box.

Dalle uniche due vie d'accesso alla stanza si palesarono due sagome: una minuta, dal passo aggraziato; l'altra colossale, con in mano una mastodontica ascia.

«Ladybug!» esclamò la figura minuta.

Provò una fitta al cuore. Di sicuro non pensava di doverli rivedere così presto. Quando aveva deciso di viaggiare verso il Tempio, non le era passato per la mente che si sarebbe ritrovata faccia a faccia con Tyr e Vaegt.

Si costrinse a restare fredda e concentrata. «Sono qui per vedere il Gran Maestro.»

Tyr si fece avanti. «Questo non è possibile.» L'aspetto minaccioso incuteva terrore negli avversari. Forse, in quel momento, lei stessa era un avversario.

Ma non le importava. «Meglio che senta ciò che ho da dirgli.»

«In onore della nostra alleanza» disse Vaegt «ti concederemo la possibilità di riferire a noi questo messaggio e di riportarglielo a tuo nome.»

Ladybug scosse il capo. «Non me ne andrò di qua fin quando non avrò parlato con lui.» In altre circostanze avrebbe aggiunto un «vi prego», ma quei due non meritavano gentilezze.

«Ragiona, Marinette.» Tyr la chiamò con il suo nome, provocandole un vuoto allo stomaco. «Noi abbiamo il compito di scacciare qualsiasi invasore. Tu sei apparsa dal nulla senza essere stata invitata qui, quindi come tale dovresti essere trattata. Prendi ciò che ti offriamo.»

Ladybug mostrò loro la Miracle Box che aveva tenuto sotto al braccio fino a quel momento. «Dunque non gli interessa più avere questa?»

«Perché ha quell'aspetto?» chiese Vaegt, avvicinandosi.

«Lo ha assunto nel momento in cui Wang Fu ha passato a me il compito di Guardiana.»

Tyr e Vaegt si scambiarono un'occhiata. Annuirono all'unisono e sciolsero la trasformazione. I Kwami scomparvero subito nei Miraculous, prima che Ladybug potesse studiarne l'aspetto. Elga Storm indossava una lunga veste dorata, in vita una cintura con la fibbia argentea a forma di bilancia, i capelli raccolti in due trecce.

Alessio portava un gilet di cuoio sul torace nudo, pantaloni beige e stivali. «Ti condurremo da lui.» Si rigirò nella mano la spilla a forma di testa di toro.

«Bene.» Ladybug si tastò il taglio sul sopracciglio. La trasformazione aveva coperto la ferita, ma il prurito era rimasto.

Elga fece strada attraverso una galleria buia col pavimento in pietra. L'unica fonte di luce erano le fessure sulle pareti, piccole finestre dalle quali la falce di luna sparava i suoi raggi. Le montagne innevate che circondavano il Tempio offrivano un paesaggio suggestivo.

Giunsero in un'anticamera. Un portone in legno massiccio era sorvegliato da due statue raffiguranti animali mitologici: uno sembrava una chimera, un animale con la testa di leone e la coda formata da serpenti; l'altro un incrocio tra un ciclope e un cavallo.

«Bizzarre» commentò Ladybug, accarezzando la superficie della statua chimera.

«Neanche noi sappiamo che cosa siano.» Elga si coprì la testa col cappuccio della veste. «Tra noi allievi si suppone che esistano dei Miraculous i cui Kwami abbiano quell'aspetto. Ma nessuno ha avuto mai conferme o smentite a riguardo.» Bussò tre volte al portone.

Le scelte della vitaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant