Sixty Eight

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Inspiro profondamente l'aria gelida non appena esco fuori dal locale ormai vuoto.

Voglio andarmene e sparire da tutti quegli sguardi che continuavano a fissarmi, compreso quello persistente di Adrian.

Mi trovo sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Voglio solo togliermi dalla testa questa disastrosa serata, quegli occhi cupi, quelle parole fredde riversate su di me senza alcun ombra di rimorso.

Mi sento così sbagliata e fuori luogo qui, non capita da nessuno.

''Il giubbotto'' la voce di Travis dietro di me mi fa sussultare leggermente.

Mi giro verso di lui sorpresa nel vederlo qui fuori.

Regge tra le mani il mio giubbotto nero.

Non mi ero neanche accorta di averlo lasciato dentro, volevo solo scappare via in quel momento.

Allunga il braccio verso di me per consegnarmelo.

Lo prendo dalle sue mani senza fiatare e lo indosso sotto il suo sguardo attento.

''Mi dispiace'' dice improvvisamente.

''Avrei dovuto dirglielo ma non è la prima volta che cercano di spaventarlo e poi lui si mette nei guai-'' inizia a giustificarsi iniziando a parlare freneticamente.

''Non è colpa tua'' lo stoppo, mi guarda ''Capisco perché l'hai fatto'' cerco di rassicurarlo non appena scorgo nei suoi occhi dei sensi di colpa.

Ed è vero.

Non credo Travis voglia il male di Adrian, non l'ho mai pensato e l'ha dimostrato più volte.

Conoscendo l'impulsività di quest'ultimo probabilmente aveva paura di una sua reazione avventata.

E dato che lui meglio di me conosce il passato di Adrian chissà cosa sarebbe stato capace di fare solo peggiorando la situazione e facendosi del male.

Non si è comportato da amico, ma da fratello.

Mi studia con lo sguardo notando il mio probabilmente assente.

''Ti ha detto qualcosa vero?'' continua e riporto i miei occhi sui suoi verdi.

Si avvicina a me quando nota che non parlo.

Purtroppo sì vorrei rispondere ma rimango in silenzio a guardare l'asfalto bagnato davanti a me mentre le sue parole si ripetono nella mia testa.

''Lui non pensa a quello che dice quando crede che qualcuno sta tradendo la sua fiducia, lo fa per difendersi'' lo giustifica ma in realtà non c'è niente da giustificare.

Incrocio le braccia al petto non appena una folata di aria fredda fa volare i miei lunghi capelli e fa rabbrividire la mia pelle.

Cerco di coprirmi il più possibile.

''Non importa'' parlo questa volta ''Noi non siamo niente'' rido amaramente tra me e me ripensando a quelle sue parole.

Perché rimanerci male quando ha semplicemente detto la verità?

Di lui non so quasi niente quindi non posso definirmi sua amica e sicuramente non sono la sua ragazza.

Fa ridere solo a pensarlo.

Capisco che si sia arrabbiato e capisco anche la sua reazione, in un certo senso.

Da un punto di vista esterno sarà sembrato che io mi sia quasi 'alleata' con quelle persone contro di lui.

FadedWhere stories live. Discover now