Silenzio. Era difficile abituarsi all'assenza di rumori, soprattutto a New York, dove il caos del traffico, delle sirene delle ambulanze e dei pompieri avevano sempre accompagnato le mie giornate e cullato le mie notti. Doug si era svegliato presto ed era già in pronto soccorso. Lo avevo sentito entrare quatto quatto in camera sua, che adesso era mia, aveva frugato nell'armadio e aperto un cassetto, poi lo avevo ascoltato spostarsi in cucina, avevo udito il suono della tazza in ceramica posarsi sul tavolo in legno e infine aveva chiuso la porta d'ingresso. Poi di nuovo silenzio.
A Doug piaceva la tranquillità, invece a me quella calma sortiva l'effetto contrario, soprattutto quella mattina, in cui la mia mente aveva bisogno di distrarsi per riuscire a riposare ancora un po'. Da lì a qualche ora sarebbero iniziate le tanto agogniate lezioni di danza e anche se la signora Rena mi aveva incoraggiato, riscontrando delle potenzialità nel mio modo di danzare, ero terrorizzata.
I miei nervi erano tesi e cercai di rilassarmi imponendomi di respirare profondamente, contemplando il soffitto e focalizzando lo sguardo su un punto fisso. L'assenza di rumori mi avvolgeva, la sentivo pesante, opprimente e cominciai a divagare con i pensieri. Se non fossi stata all'altezza? Se non mi fosse piaciuto l'ambiente? Se fossero stati tutti ostili con me?
Dalle innumerevoli porte in faccia che avevo ricevuto durante le mie ricerche immaginavo non fosse un mondo tollerante. In tutte le accademie in cui avevo cercato, per essere ammessi anche solo ai provini, richiedevano precedenti esperienze oppure delle referenze scritte, che io non avevo voluto chiedere alla signora Rena per paura che si scoprisse il mio precedente lavoro, quindi la mia preparazione artistica risultava pari a zero.
La scuola in cui ero stata ammessa non richiedeva nessuna particolare attitudine, tuttavia sarei dovuto partire dalle basi e cioè con quegli allievi che non avevano mai mosso un passo o che si approcciavano per la prima volta a quell'arte. Quell'istituto, però, aveva una caratteristica molto interessante perché offriva, ovviamente ai ballerini più talentuosi, uno sbocco professionale; nella mia mente si era fatta sempre più insistente l'idea che un giorno mi sarebbe piaciuto far parte di quel gruppo.
La sveglia non era ancora suonata, ma poggiai i piedi a terra e mi legai i capelli, fissandoli sulla nuca con un elastico, prima di alzarmi definitivamente dal letto. In bagno aleggiava ancora il profumo di Doug e osservai il suo spazzolino accanto al mio, pensando a quanto quella situazione fosse assurda, anche se in fondo una spiegazione c'era: eravamo solo due coinquilini, niente di più. Dovevo considerare la sua prima e unica richiesta di dormire accanto a lui come un momento di debolezza dovuto alla stanchezza.
Dopo essermi vestita e aver consumato una leggera colazione m'incamminai di buon passo. Il quartiere in cui si svolgevano le lezioni richiedeva circa un'ora di viaggio dalla casa di Doug. Presi la linea arancione della metropolitana per dieci fermate, poi scesi cambiando colore e salii sulla verde per altri sei blocchi e infine percorsi un ultimo tratto a piedi di circa un quarto d'ora.
Arrivai davanti alla scuola con largo anticipo e prima di varcare la soglia, che per me equivaleva a compiere un passo molto importante, la osservai dall'esterno. Ero già stata in quel posto, quando avevo presentato l'iscrizione, ma non essendo sicura di essere accettata ai loro corsi non mi ero soffermata a osservare i dettagli. L'edificio era composto solo da due piani e quindi risultava piccolo in mezzo alle enormi costruzioni della zona. La sua architettura strideva a confronto con i moderni grattacieli nelle vicinanze, ma il suo aspetto eccentrico, con la sua facciata costruita da mattoncini rossi e le ampie finestre in stile inglese, mi piaceva. La zona era molto affollata, frequentata per lo più da uomini e donne d'affari che con tutta probabilità lavoravano in qualche ufficio nelle vicinanze.
Non potevo ancora credere che mi trovassi distante solo qualche passo da quello che, a breve, sarebbe diventato il luogo in cui avrei passato la maggior parte del mio tempo, e in cui riponevo tutte le mie speranze. Mi soffermai con lo sguardo sulla serigrafia della porta d'ingresso e ripetei a voce alta.
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Persa
Romance❤️🔥attenzione contenuti per adulti❤️🔥 Cara, impulsiva ragazza di sedici anni, che per mantenersi lavora in un locale per soli uomini, è solo all'apparenza simile a tutte le sue coetanee. Si è appena emancipata da una madre perennemente assente e...