La primavera era finalmente arrivata portando con sé giornate limpide e calde. Diventò ben presto abitudine mia e di Emily pranzare sul tetto. Man mano che i giorni passavano la conoscevo sempre di più. Era una persona molto schietta e intraprendente, sapeva parlare fluentemente tre lingue e nella sua vita era abituata a cambiare spesso paese, scuola, casa e amici, a causa dei continui spostamenti del padre. Io ero ancora frenata, con lei parlavo di danza e di altre frivolezze, ma mai di Doug o del mio passato; sembrava averlo accettato e rispettava quel mio lato che volevo tenere privato.
L'aroma di tabacco arrivò alle mie narici appena Emily soffiò lontano il fumo dalla bocca. «Come va la coreografia?»
«Non lo so. È praticamente conclusa, ma c'è un passaggio che proprio non mi entra in testa.»
La osservai dare un ultimo tiro al mozzicone prima di spegnerlo, schiacciandolo con forza sul cemento. «Posso vederla?»
Aggrottai le sopracciglia meravigliata, non sapendo se qualcun altro potesse assistere alle prove, ma lei caparbia congiunse le mani in segno di preghiera. «Dai ti prego. È venerdì, sono stanca e poi il corso del pomeriggio è una vera palla. Jason non c'è giusto?! Potrei fare io da supervisore.»
Nutrivo una profonda stima nelle sue doti di ballerina e mi spiaceva negarle quella richiesta che mi sembrava sincera, così acconsentii.
Quando entrammo nella sala prove del secondo piano Daniel era già arrivato e il suo sguardo si fece irriverente quando ci vide arrivare insieme. «A cosa devo l'onore di questa doppia incursione?»
Emily, che a differenza mia aveva sempre la battuta pronta, non gli fece attendere una perfetta replica, proprio nel suo stile. «Non montarti troppo la testa, non sono qui per guardare il tuo bel faccino.»
Daniel a quel punto si dimostrò impassibile. «Se vogliamo dirla tutta, neanche tu mi stai simpatica.»
Alzai gli occhi al cielo, pentendomi all'istante di aver avuto la presunzione che quelle due teste calde potessero coesistere pacificamente nella stessa stanza. Mi accovacciai a terra esasperata e indossai le mie fedeli compagne di danza; inserii la fibbia nel gancino della scarpa e seguii Emily con lo sguardo. Si andò a sedere sull'unica sedia presente, quella su cui solitamente stazionava Jason. Ci salì al contrario, con le gambe aperte e le braccia appoggiate allo schienale e poi mi guardò scaltra, strizzandomi l'occhio sinistro in segno d'intesa.
Scrollai la testa non trattenendo un sorrisetto e mi liberai della maglia. La feci passare dal collo e dopo averla gettata sulla panca, mi posizionai in mezzo al salone.
Daniel mi raggiunse, mettendosi di fronte a me, ma era molto vicino, tanto che dovetti alzare il mento per guardarlo in faccia. «La prima parte la sai fare bene. Partiamo da quella centrale.»
«Quindi tu mi trascini e...»
«Esegui la serie di otto velocemente, prima a destra poi a sinistra. Torsione del bacino e poi ti trascino. Cerca di lasciarti andare, devi scivolare sul pavimento, ma con controllo. Attenzione durante la posizione dell'abbraccio, quando ti avvolgo il corpo devi ruotare a destra.»
«E finiamo con...»
«Io che ti sollevo. Se arriviamo fino a quel punto senza intoppi, è già un miracolo.»
Daniel continuava a interrompermi, si stava mettendo in mostra, aveva gonfiato il petto perché c'era Emily ad assistere agli allenamenti. Nell'ultimo periodo aveva tenuto a bada il suo atteggiamento scontroso, ma con una persona esterna doveva dimostrare chi comandava e quel suo lato autoritario tendeva a venire nuovamente a galla.
Incorporai aria e annuii, consapevole di come facessi fatica ad eseguire quella parte in cui le nostre labbra si dovevano sfiorare, mentre le nostre mani esploravano avide i nostri corpi. Non riuscivo a lasciarmi andare fino in fondo, faticavo a calarmi nella parte e mi irrigidivo.
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Persa
Romance❤️🔥attenzione contenuti per adulti❤️🔥 Cara, impulsiva ragazza di sedici anni, che per mantenersi lavora in un locale per soli uomini, è solo all'apparenza simile a tutte le sue coetanee. Si è appena emancipata da una madre perennemente assente e...