Avevo di nuovo dimenticato di andare al supermercato. I miei occhi scorrevano sconsolati tra i ripiani del frigorifero in cerca di qualcosa che potesse risollevarmi l'umore dopo l'ennesima dura giornata passata a scuola; oltre al succo di frutta, una mela ormai grinzosa e dello yogurt scaduto non c'era nient'altro.
Portai una mano allo stomaco, che brontolava dalla fame, dato che l'unico pasto della mia giornata era stata la colazione; mi rassegnai all'idea che avrei cenato con dei biscotti al cioccolato.
Avevo deciso di sfruttare il tempo delle pause pranzo per preparare la coreografia e quindi passavo quelle poche ore di interruzione in un parco poco lontano dalla scuola. Sotto gli occhi incuriositi dei passanti abbozzavo qualche idea, anche se malgrado i miei sforzi, non ero ancora riuscita a trovare niente che mi entusiasmasse.
Dischiusi l'anta del pensile, che si trovava proprio sopra la mia testa, per cercare la confezione, quando udii il rumore della porta d'ingresso aprirsi. Sul momento rimasi pietrificata per paura che fosse un ladro, visto che Doug aveva il turno di notte, ma poi mi rilassai, pensando che difficilmente i rapinatori si intrufolano usando l'entrata principale.
La figura trafelata che comparve sulla soglia della cucina, con un sacchetto di ghiaccio istantaneo premuto sull'occhio sinistro, mi fece balzare il cuore in gola e portai una mano alla bocca. "Doug, cosa ti è successo?"
Prima che potesse rispondermi corsi verso di lui, gli afferrai il polso e lo allontanai dal suo viso; un livido violaceo e gonfio, che gli impediva di aprire l'occhio, si rivelò alla mia vista. "Oddio! Hai fatto a pugni?"
Doug sorrise, ma una smorfia di dolore comparve sul suo viso. "No, no... stavo calmando un paziente ubriaco a cui doveva essere ricucito un labbro quando improvvisamente..." Con un dito si tastò il punto dolorante. "Beh... mi sono beccato una gomitata in faccia. Mi hanno rispedito a casa, perché stanotte non sarei stato molto utile con un occhio solo."
"Ti fa male?"
"Mi pulsa un po', ma non preoccuparti... sopravviverò. Vado di là a sdraiarmi, il dolore dovrebbe passare se sto disteso."
Lo seguii di qualche passo, però mi arrestai sul confine della cucina, e lo guardai allungarsi maldestramente sul materasso. Avrei voluto aiutarlo porgendogli il mio braccio e sistemandogli il cuscino sotto la testa, ma non sapevo fino a che punto mi sarei potuta spingere senza sembrare una fidanzatina premurosa. Volevo dimostrare a me stessa che Doug non era poi così importante, perché gli avevo giurato che non mi sarei mai innamorata di lui. Eppure, quella sera, vedendolo dolorante su quel letto, desiderai di stare tra le sue braccia per confortarlo e mi resi conto che sarebbe stato più difficile del previsto mantenere quella promessa.
Doug voltò il capo nella mia direzione e mi scrutò con l'occhio buono. "Sembri preoccupata!"
"Eh... no, no, è solo che... mi sono dimenticata di fare la spesa e non c'è niente da mangiare."
"Oh, beh, nel caso ci venisse fame ordiremo qualcosa. Mi rendo conto solo ora che sono parecchi giorni che non ci vediamo. Come vanno le tue lezioni?"
Andaia sedermi sull'angolo del letto per mantenere una certa distanza. Doug guardava verso il soffitto e con una mano teneva premuto il ghiaccio, quindi non poteva vedermi. In quel modo per me era più semplice parlare, anche se con lui era sempre stato facile aprirsi.
"Non so nemmeno da dove cominciare." Sospirai e chiusi per un istante le palpebre, cercando di radunare le idee. "Allora, il mio insegnante sa il fatto suo ed è molto severo, ma il vero problema è che i miei compagni hanno iniziato mesi fa e... lo so che sono passati solo pochi giorni, però faccio fatica a stare al loro passo. In più nessuno mi parla."
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Persa
Romance❤️🔥attenzione contenuti per adulti❤️🔥 Cara, impulsiva ragazza di sedici anni, che per mantenersi lavora in un locale per soli uomini, è solo all'apparenza simile a tutte le sue coetanee. Si è appena emancipata da una madre perennemente assente e...