Stavo cantando e lo stavo facendo a squarciagola, sotto la doccia. Doug era in casa e probabilmente mi stava pure ascoltando, ma non m'importava. L'invito che mi aveva rivolto Emily di passare la pausa pranzo insieme mi aveva reso a dir poco euforica. Mi stava simpatica, non conoscevo niente di lei, però era quello il sentimento che provavo. E poi non mi aveva fatto sentire in imbarazzo per la storia dell'armadietto e quella mi sembrava già una grande conquista.
Terminai di lavarmi, indossai velocemente una maglia e un paio di pantaloncini corti e saltellai fino in camera. Trovai Doug seduto sul materasso, con la schiena dritta e il capo chino, impegnato in una lettura. Alcuni fascicoli dalla copertina verde erano sparsi disordinatamente attorno a lui. Dall'espressione assorta e la fronte increspata si doveva trattare di un argomento tremendamente complicato. Salì sul letto con un balzo, il suo corpo oscillò, ma non mosse un solo muscolo, gli occhi fissi sui documenti.
Non mi feci intimidire dalla circostanza e mi misi in attesa, seduta a gambe incrociate proprio davanti a lui. Non vedevo l'ora di farlo partecipe della mia nuova conoscenza, ma non volevo disturbarlo; avrei pazientemente aspettato.
Rimasi tranquillamente accovacciata per diversi minuti, ma Doug non sembrava essersi accorto nemmeno della mia presenza.
Allungai il collo e cercai di sbirciare oltre il bordo del foglio. «Cosa leggi?»
«Cartelle cliniche.»
«Ah... e di cosa parlano?»
Alzò il mento e mi guardò serio. «Non credo che tu sia interessata ai miei casi clinici.»
«No, in effetti...»
Posò il documento alla sua sinistra e si massaggiò gli occhi stanchi con entrambe i palmi. «Cara, se devi dirmi qualcosa fallo. Ti ascolto.»
Ora che avevo la sua attenzione mi sentivo ridicola a parlargli di Emily, data l'intonazione seccata che aveva usato per rivolgersi a me.
Abbassai lo sguardo e iniziai a giocherellare con i lacci dei miei calzoncini. «In verità... è una stupidata.»
Doug mi prese le braccia e mi attirò a sé, abbracciandomi e baciandomi la nuca. «Volevi farmi partecipe del tuo entusiasmo?»
«Cercavo solo di dirti che beh... forse ho trovato un'amica.»
«E' una bellissima notizia.»
Non sembrava particolarmente colpito dalla mia novità e misi il broncio. «Sì, molto... Ti lascio alle tue scartoffie. Mi spiace averti interrotto.»
Mi liberai dalla sua presa e poggiai una gamba giù dal letto, intenzionata ad andarmene. Doug mi prese per i fianchi e mi trascinò, finché mi ritrovai sdraiata sul materasso con lui sopra di me. Mi fissava negli occhi con un mezzo sorriso e a quel punto mi voltai, per non cadere nella tentazione di baciarlo; non volevo sottrargli altro tempo prezioso. Le sue mani si intrecciarono alle mie, ma io rimanevo inerme, determinata a non farmi soggiogare dalle sue intenzioni.
Si avvicinò al mio orecchio e il suo respiro leggero mi solleticò la pelle. «Non volevo spegnerti il sorriso. E non dovrei nemmeno portare il lavoro a casa. Scusa.»
Con lo sguardo concentrato sul mobile davanti a me risposi apatica. «Fa niente.»
«Quando non riesco a trovare una soluzione a delle patologie piuttosto complicate mi sento impotente, mi innervosisco e me la prendo con te.»
Cominciò a sfiorarmi il collo con le sue labbra, erano morbide e il mio corpo ebbe un fremito, ma non mossi un solo muscolo. Lo sentii sorridere, divertito sicuramente dalla mia immobilità e mi stuzzicò mordendomi il lobo. «Dimmi come posso fare per farti ritornare il sorriso.»
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Persa
Romance❤️🔥attenzione contenuti per adulti❤️🔥 Cara, impulsiva ragazza di sedici anni, che per mantenersi lavora in un locale per soli uomini, è solo all'apparenza simile a tutte le sue coetanee. Si è appena emancipata da una madre perennemente assente e...