8. Trasformazione

2.8K 193 4
                                    

-"Cos'è che ci rende forti?"- urlò Derek girandomi intorno.
-"Cos'è che ci rende forti Dakota, rispondi"- urlò di nuovo, mentre le catene legate intorno ai miei polsi tagliavano la carne procurandomi dolore e facendoli sanguinare.
-"Non lo so"- urlai a mia volta cercando di resistere al dolore del ferro che mi lacerava i polsi.
-"Cos'è che ci rende forti, Dakota?"- disse tirando le catene che mi tagliarono ancora la carne e mi fecero gattonare per terra cercando di tirarle verso di me. Scoppiai a piangere continuando ad urlare che non sapevo la risposta. Era una scena pietosa anche per me.
-"La rabbia ci rende forti, ecco cosa"- disse lanciandomi vicino alle catene la chiave che avrebbe aperto il lucchetto che le teneva. Ero stata debole ancora una volta. Non sarei mai riuscita a diventare quello che ero in realtà.
-"Non credi di star esagerando?"- chiese Liam seduto sulle scale a forma di chiocciola che portavano al piano superiore. Derek si voltò verso di lui con fare cagnesco.
-"Esagerando, scherzi? Fra meno di dodici ore diventerà un lupo mannaro pronto a squarciare ogni essere vivente, se non riesce a controllare la mutazione.."- abbaiò incattivito portandosi le braccia conserte sul petto coperto solo da una canottiera grigia. -"E tu mi vorresti dire che sto esagerando perché si è ferita i polsi? Povera piccola giusto?"- continuò alzando il tono di voce. Anche dopo una settimana passata vicino a Derek, era difficile provare simpatia per lui. Aveva un pessimo carattere e anche se avere gli altri vicini mi rendeva le cose un po meno pesanti, passare il resto del tempo con lui mi terrorizzava ancora a morte.
-"Non sto dicendo questo..solo che.."- disse Liam prima di ammutolirsi del tutto davanti agli occhi di Derek diventati blu per la rabbia.
-"Lei non è diversa da tutti noi, solo perché è nuova e non sa ancora come funziona non deve essere esonerata dall'insegnamento di come potrà padroneggiare il suo potere.."- continuò cercando di calmarsi, i suoi occhi tornarono del semplice verde di cui erano colorato ogni giorno. Poi aggrottò le sopracciglia acquisendo un espressione incattivita, quasi arrabbiata e si avvicinò a me che mi trovavo in piedi dietro di lui, libera finalmente delle catene che mi cingevano i polsi. Mi guardò dritta negli occhi e con forza mi prese dietro il collo.
-"E se così non riesce a trasformarsi allora ci vorrà un altro modo per insegnarle come si può superare la luna piena"- mi strinse il collo nella sua presa e con tutta la forza che aveva in corpo mi scagliò un pugno nello stomaco. Mi piegai in avanti gemendo, sentendo il dolore che mi saliva da ogni parte del corpo, partendo dallo stomaco. Derek lasciò che mi accasciassi per terra, prima di tirarmi dei calci su tutto il corpo. Mi rannicchiai cercando di evitare i colpi, ma lui mi sovrastò liberando il viso dalle mie mani e quando portai gli occhi nei suoi pieni di odio, quasi iniettati di sangue, iniziò a lanciarmi dei pugni sulle guance. Sputai il liquido rosso, poi lo feci ancora e ancora, il dolore non cessava ad aumentare e io cercavo di liberarmi dalla sua presa. La paura e l'impotenza si espandevano dentro di me come una malattia, mentre provavo a tenere gli occhi aperti e non svenire.
-"Arrabbiati"- disse sotto voce avvicinando il viso al mio.
-"Avanti, arrabbiati"- pronunciò ancora in modo duro.
-Arrabbiati"- urlò in fine sulla mia faccia con un tono di voce rude, troppo severo per una ragazzina di diciotto anni, pensai. Tuttavia quando stavo per abbandonare le forze, qualcosa dentro di me si mosse, forse era adrenalina oppure solo pazzia, mi diede la forza di bloccare i pugni di Derek nelle mie mani munite di artigli. E quando mi guardò negli occhi, capì dalla sua faccia che erano diventati blu come i suoi. Trattenni l'impulso di sorridergli in pieno volto, e mi limitai a scansarlo da sopra di me.
-"Vuoi che mi arrabbi?"- chiesi retorica, scagliandolo sul pavimento.
-"Allora mi arrabbio"- urlai in fine sentendo il sangue bollirmi nelle vene e una forza sovrumana balenarmi a dosso come una cavalletta. Presi la rincorsa e mi lanciai addosso a lui, come se mi fossi appena infettata dal virus della pazzia, quando mi trovai sopra di lui, con tutta la forza che potevo tirare fuori dal mio corpo esile, gli tirai un pugno in pieno viso ringhiando.
Scott, che era rimasto a guardare per tutto il tempo appoggiato ad una trave di legno posta in un punto della stanza, si mosse, chiedendo aiuto a Liam per bloccarmi dall'ammazzare Derek.

•The Sun, the Moon, the truth•Where stories live. Discover now