15. Sopravvivenza

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-"Dakota non lasciarmi.."- pronunciò una voce tremolante, dolce, preoccupata, quasi come un piagnisteo.
-"Non lasciarmi, ti prego"- ripeté mentre sentivo una fitta al cuore che mi procurava dolore in tutto il corpo. Il mio braccio sinistro penzolava nel vuoto, come metà delle gambe.
-"Dakota, ascoltami"- riprese la voce cercando di attirare la mia attenzione.
-"Rimani con me"- schiusi gli occhi leggermente, giusto un po' per vedere chi fosse. Sapevo di chi era la voce, la conoscevo bene ormai, ma non ero del tutto sicura di essere ancora viva. Derek aveva il viso insanguinato, pieno di graffi e lividi, un labbro spaccato e un sopracciglio tagliato, il quale gli faceva colare il sangue su metà faccia, la canottiera bianca che indossava era sporca dello stesso liquido rossastro, che macchiava ogni singola parte del suo corpo. I suoi occhi erano tornati normali, compreso il suo viso senza più alcuna traccia di rabbia. La sua faccia aveva un aspetto malconcio che lasciava intravedere tutta la sua preoccupazione e il suo dolore nel vedermi così. Volevo parlare, dire qualcosa, dirgli che stavo bene, ma non ci riuscivo. Le parole mi si fermavano in gola diventando un grumo, mi soffocavano procurandomi lacrime. Volevo piangere, non riuscivo a parlare, a muovermi, a respirare, il mio petto si abbassava e si alzava lentamente.
Stavo morendo.
Ogni singola parte del mio corpo aveva perso la sensibilità al tocco, Derek mi teneva stretta tra le sue braccia, senza fatica mi portava in braccio afferrandomi con forza come se fossi stata il suo più grande tesoro, le sue mani tenevano il mio fianco sinistro mentre l'altro aderiva al suo corpo, la mia testa era leggermente piegata all'infuori mentre i miei occhi schiusi di poco si guardavano in torno. Non aveva smesso di piovere, ma la furia dell'acqua si era calmata, lasciando che i rimasugli della sua rabbia continuassero a scendere.
-"Avanti, Dakota"- pronunciò Derek con voce tremante.
-"Ti prego, fallo per me, non lasciarmi"- gli occhi iniziarono a diventare pesanti e poco dopo li richiusi sprofondando in un sonno profondo.
Un dolore lancinante mi colpì sotto le scapole, proprio dove ore prima lo scorpione mi aveva trapassato la carne con le sue chele. Spalancai gli occhi di colpo urlando con tutta me stessa, mentre sopra di me Derek mi teneva ferma con le spalle attaccate al lettino gelido di ferro. Portai gli occhi su tutto il mio corpo, le mie caviglie e i miei polsi erano legati con cinghie di pelle marrone attaccate alle gambe del tavolo. Alzai gli occhi sopra di me, Derek guardava Doc che intingeva un bisturi di ferro dentro una ciotola con un liquido verde, mescolando. Sentivo il sudore gocciolare su tutto il mio corpo impregnando completamente la mia maglietta.
-"Derek, Derek, Derek"- inizia a dire ripetutamente talmente veloce che credevo mi si sarebbero staccate le corde vocali. Derek non mi guardò nemmeno.
-"Le farà male?"- chiese a Doc. Lui continuò a girare nel liquido una polvere nera.
-"Tanto che le sembrerà di morire"- Derek prese fiato e annui.
-"No, no, no, no, no vi prego"- sapevo cosa stava per accadere, sapevo che avrebbe cercato di sterilizzare la mia ferita con quella strana sostanza. E sapevo che avrebbe fatto male, in qualche modo già sentivo metà del dolore trapassarmi il corpo. Doc si avvicinò a me, mi guardò dritto negli occhi e parlò ancora una volta a Derek.
-"Tienila ferma. Usa tutta la tua forza se serve, ma devi tenerla ferma"- Derek annuì preoccupato con sguardo accigliato e con le braccia spinse sul mio corpo facendomi aderire perfettamente la schiena al lettino. Doc prese il liquido e piano iniziò a farlo calare nelle ferite, cercai di divincolarmi, piangendo per il dolore, ma la forza di Derek era tale che non mi permetteva di alzarmi. Urlai ancora, e ancora, e ancora fino a non avere più voce mentre il dolore che sentivo bruciarmi la carne si diffondeva in ogni parte del corpo. E pensai che quello sentito ore prima, non poteva essere messo a confronto con questo. Iniziai a piangere stringendo gli artigli conficcati nei pugni. Doc continuò a calare il liquido, poi una volta finito prese ago e filo e mi richiuse le ferite, sentivo l'ago passarmi sotto la carne e bucarmi da parte a parte.
-"Basta..vi prego"- dissi piagnucolando con voce debole, quasi esausta.
Derek non aveva smesso di guardarmi da quando Doc aveva iniziato le cure.
E quando pronunciò le parole "Ho finito" si avvicinò a me appoggiando la fronte sulla mia impregnata di sudore, mentre le lacrime continuavano a scendere rigandomi il viso.
-"Starai meglio.."- disse seriamente, con voce forte cercando di darmi sollievo dal dolore che ancora non cessava di invadermi il corpo.
-"Te lo prometto"-

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