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OLIVER

Lei si è confidata con me. Si è resa vulnerabile e mi ha detto una cosa che non sa nessuno. Ha cercato anche di accontentarmi, ma non è riuscita e va bene così. averla tra le mie braccia mi basta, più di quanto avrei creduto e voglio confidarle anche io una cosa su di me.

-Al liceo avevo una ragazza- continuo a farle dei grattini sul braccio, lo sguardo verso il soffitto perso nei ricordi.

-L'ho amata tantissimo. È stata la prima per me e io sono stato il primo per lei. credevo ci saremmo sposati...- sorrido a quel pensiero. Eravamo solo dei ragazzini innamorati che non sapevano neanche cosa fosse la vita.

-Poi cos'è successo?- la sua voce è così flebile. Ha smesso da poco di piangere e, se la guardassi, so che la troverei con gli occhi gonfi e rossi, ma sempre bellissima.

-Abbiamo preso due strade diverse. L'altro giorno mi ha chiamato però, credo abbia rotto col suo ragazzo. Mi ha chiesto di vederci per parlare, ma le ho subito detto che non sono più sulla piazza. Che non le appartengo più, da molto tempo- le ho detto molto di più in effetti. Le ho raccontato di Alyssa. Di quanto sia bella, pura, dolce. Di quanto io la amo. È bello risentirla perché adesso so che è davvero finita. Me lo sono sempre chiesto in realtà. Se un giorno fossimo tornati insieme, ma non accadrà. Credo che le vorrò per sempre bene, ma non le potrò mai più appartenere come prima e non potrei neanche accettare che lei appartenga a me. ora so che non è lei la mia scelta.

-Mi sono appena reso conto di non averti mai visto mangiare. Hai fame?- cambio discorso abbassando lo sguardo per incontrare il suo.

-In realtà sì. Però devo avvertirti. Io non sono come quelle che mangiano senza sosta e neanche di quelle che non mangiano proprio. Io mangio ciò che mi piace. Ad esempio se mi metti una fetta di carne avanti non la tocco quasi, ma mettiti tra me e una ciotola di patatine fritte e sarà la tua fine- la serietà con cui lo dice mi fa ridere. Una di quelle risate incontrollabili che, dicono, ti allunghi la vita.

-Mi sembra giusto. Rivestiti, io intanto inizio a preparare qualcosa- le do un po' di privacy ed esco dalla stanza a dorso nudo. Mi metto ai fornelli e preparare delle patatine fritte e una bistecca e un hamburger. Lei potrà dire che non li vuole, ma io sono un'atleta e ho bisogno di carboidrati e anche lei. dopo poco mi raggiunge in cucina con addosso solo una mia vecchia maglia della squadra, col mio numero sopra. Cazzo. Per poco non mi brucio per divorarla con gli occhi. Mi sono sempre chiesto come sarebbe stata con addosso il mio numero, i miei vestiti. Perfetta. Come sempre. Lei fa finta di niente e anche io, non voglio che per l'imbarazzo se la tolga e si metta i suoi vestiti. Non voglio che se ne vada via. Mai. potremmo restare qui, chiusi in casa, a baciarci. A me basterebbe avere solo lei per sopravvivere. Al diavolo tutto.

Mi raggiunge alle spalle e mi avvolge con le braccia, lascia dei piccoli baci sulle mie spalle e la mia schiena e devo trattenermi dal voltarmi e farla stendere sul ripiano della cucina. La voglio. Tanto. Ma non è ancora il momento.

-Se non ti allontani potrei non rispondere più di me e afferrarti per le cosce per poi portarti in camera mia, a letto, e non lasciarti più uscire per giorni- interrompe i baci e le carezze e la sento trattenere il respiro. Scoppio a ridere, ma continuo ad osservare la carne che si sta cuocendo in padella. Lentamente scioglie le braccia e si allontana da me a passo lento. La sento borbottare perfino uno "stronzo". Adorabile. Ci sediamo vicino la penisola della cucina ai lati opposti così da essere uno difronte all'altro. Lei mi guarda di sottecchi e sorride mentre io la guardo spudoratamente e sorrido. Inizio a mangiare solo quando lei da il primo morso.

-Secondo me dovresti dire il vero motivo per cui ti sei allontanata da Aisha. Sono sicuro ti capirebbe- infondo erano come sorelle da come ho capito.

-Non è così semplice. Io le ho voltato le spalle e lei non mi aveva fatto niente e poi sta passando un brutto periodo ed è già abbastanza stressata, non voglio mettermici anche io- ha lo sguardo fisso sul piatto e gioca con una patatina prima di portarsela alla bocca. Fortunata. Sono arrivato ad essere invidioso di una patatina... E non m'importa.

-Non ci sarà mai un momento perfetto per dirglielo e poi mica ti considererà patetica sono sicuro che capirà- non finisco neanche la frase che Alyssa lascia cadere la forchetta sul piatto facendo n rumore assordante. Mi punta i suoi occhi contro e, cazzo, mi vorrei prendere a pugni per ciò che ho detto.

-Quindi mi trovi patetica...- non è una domanda. C'è rassegnazione nel suo tono. Dolore nei suoi occhi. si alza e, come il riflesso di uno specchio, mi alzo anch'io seguendola in salotto. Impedendole di andare in camera mia per recuperare le sue cose.

-Alyssa non intendevo...- la sua mano che entra in contatto con la mia guancia mi zittisce. Lo schiaffo mi lascia un bruciore che non è neanche paragonabile a come mi sento da schifo in questo momento. Ho rovinato tutto. Io rovino sempre tutto.

-Che ne sai di me eh? Non ti sei mai interessato di chiedermi qualcosa sulla mia vita. Hai solo deciso che dovevi avermi- posa le mani sul mio torace e mi spinge con forzo colpendomi.

-Io non sono perfetta e non l'ho mai nascosto- altro colpo, ma non reagisco. È la terza volta che piange oggi e questa volta è a causa mia.

-Sai che non provo niente? Eh? Ho accettato di uscire con te perché volevo provare qualcosa, qualsiasi cosa. Io non provo niente! È come se non avessi sentimenti!- urla colpendomi ancora e ancora solo che non mi sposto più. Sono piantato a terra. Gli occhi fissi su di lei. Ora capisco perché ha così paura dei miei sentimenti per lei, crede di non averne. Dopo un attimo di confusione affondo le dita tra i suoi capelli e la stringo forte. Lei scoppia a piangere ancora più forte mentre si aggrappa a me. Affonda nel mio petto per nascondersi e quando provo ad alzarle il viso lei indietreggia. E poi scappa. Lontano da me. fuori di qui. Sto per seguirla quando suona alla porta. Con un sospiro di sollievo vado ad aprire, non prendo neanche in considerazione che possa non trattarsi di lei, ma sbaglio. Perché davanti mi trovo la mia ex, Calie. Quella di cui ho parlato prima ad Alyssa. Entra come se fosse casa sua e si aggrappa al mio collo. mi saluta e poi cerca di baciarmi, ma arretro di scatto. Non ho tempo per questo, devo andare dalla mia donna. Che trovo proprio fori a porta rimasta aperta. Mi guarda con occhi sbarrati e rabbia. Tanta, tanta rabbia. Credo vorrebbe uccidere Calie in questo momento.

-Oh, tu devi essere la sua nuova ragazza. Io sono Calie, la sue ex- si presenta come se niente fosse. Alyssa resta pietrificata sulla soglia della porta e, quando avanzo di un passo verso di lei, si scansa ed entra a passo spedito fino a fermarsi davanti alla mia ex.

-Avresti voluto baciarla?- la domanda è per me, ma continua a guardare Calie. Cerco di entrare nel suo campo visivo, ma non me lo permette quindi mi arrendo e sospiro.

-Calie è molto importante per me Alyssa. Te ne ho parlato per questo, ma se avessi voluto lei non credi che ti avrei lasciata o quantomeno non te ne avrei parlato?- non risponde. Indica la porta con un dito e la mia ex, molto saggiamente, va via salutandomi con un abbraccio, che ricambio a stento.

-Non si tradisce solo con le azioni sai?- il suo tono è glaciale. Incolore. Lo sguardo ancora sfuggente.

-È un tradimento anche se pensi a qualcun'altra mentre stai con me... Cavolo, avrei voluto che tu la baciassi senza provare niente per lei invece di... questo. Almeno sarei riuscita a passarci sopra. Come faccio a continuare così, a fidarmi di te, se alla prima litigata vuoi già un'altra? Credevo fossi serio con me. Diverso- ed eccolo lì. Quello sguardo così carico di emozioni che mi toglie il respiro.

-È stata la mia prima ragazza. Certo che provo ancora qualcosa per lei. Lo proverò sempre, ma io voglio stare con te. È stato un errore, sono umano. Avevamo appena litigato. La nostra prima litigata... Ma non ho fatto niente. Per te. Perché non voglio perderti.. Mi dispiace okay?- mi avvicino lentamente e le prendo il viso tra le mani.

-Mi dispiace. Ero confuso, scosso, non mi aspettavo fosse lei quando ho aperto. Credevo fossi tu. Non accadrà più. Io voglio te...- e la bacio. Per fortuna me lo lascia fare altrimenti non avrei resistito ad un rifiuto.

-Due parole, sette lettere, quando sarai pronta a sentirtele dire saprai che sarai per sempre mia- questa volta è lei a baciarmi. Ad aggrapparsi con le gambe attorno la mia vita e a controllare questa partita. Con lei che mi toglie il fiato con questo bacio riprendo a respirare.

Il Mio Destino Sei TuWhere stories live. Discover now