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BRIAN

Non sono uscito stasera. Sono in salotto, seduto al buio che guardo fuori la finestra in attesa divedere Aisha tornare a casa. Ho ignorato tutti i messaggi dei ragazzi, Molly, non sono andato al Bell's per la remota possibilità, quasi inesistente, di Aisha che viene da me perché capisce che non vuole Tom. Eppure sono le dieci e un quarto e sono ancora fuori.

I miei l'hanno adorata, specialmente mia mamma. Be' hanno apprezzato molto anche i fratelli. Dopo che sono andati via ho chiesto a mio padre senza troppi giri di parole che stesse succedendo. Niente. Non mi ha detto niente eccetto che deve rispettare il segreto professionale. E lo capisco davvero. La sua lealtà verso i suoi pazienti è uno dei motivi per cui è così richiesto e apprezzato. Ma io sono suoi figlio. Dovrei venire prima di tutto assieme alla mamma. Ma non può tradire la fiducia di nessuno. E io posso solo accettarlo.

-Parla con lei figliolo. Se ci tieni così tanto a questa ragazza, ai suoi fratelli e a sapere cosa sta succedendo nella loro vita allora chiedilo. Se si fida abbastanza te lo dirà- mi ha detto prima di salutarci.

Ma è proprio questo il punto. Si fida di me? Per alcune cose sì, ma per questo credo proprio di no. E io ho paura va bene? Ho una paura fottuta che mi menta di nuovo. Che mi menta guardandomi negli occhi stavolta. E che non si senta in colpa. Perché me ne sono accorto, quando m ha mentito, quanto sia stato difficile per lei. Per questo non le ho chiesto niente e l'ho assecondata. Ma se dovesse cambiare qualcosa? Se dovesse innamorarsi di Tom?

Sì, io sono stato il suo primo. In parecchie cose. Ma non è innamorata di me. C'è un legame, lo sappiamo entrambi dalla prima volta che ci siamo visti. Da quella notte. Ma nessuno dei due è innamorato anche se la chimica che c'è... Cavolo la nostra chimica. Non ho mai provato niente di simile, neanche con Bella.

Quando suonano il campanello mi precipito ad aprire la porta nella speranza che sia lei. Invece mi ritrovo davanti i miei due migliori amici. Incazzati. Mi superano ed entrano in casa senza farsi problemi e accendono la luce. Si siedono sul divano, gambe divaricate e braccia conserte e aspettano una mia spiegazione. Mi fanno paura in questo momento. I loro sguardi sono di ghiaccio.

-Prego accomodatevi. È come se fosse casa vostra lo sapete- dico ironico sedendomi tra di loro sul divano.

-Che cazzo amico- sbotta Oliver

-Ti abbiamo chiamato almeno sessanta volte. Potevi degnarti di rispondere- eh sì. È incazzato. E non posso dargli torto. Anche a me da fastidio quando mi ignorano.

-Hai qualche problema?- mi chiede Jake. Il più calmo dei tre da sempre.

-Non avevo voglia di uscire- alzo le spalle come se quello potesse spiegare tutto.

-Stronzate. Da quando non hai voglia di uscire tu? Anche quando non hai voglia esci comunque. Ma vabbè ci può stare. Ma perché te ne stavi al buio come uno psicopatico? Ringrazia che Jake mi ha convinto a bussare altrimenti chissà come ti trovavamo- tutti e tre abbiamo le chiavi di casa degli altri. Ma le usiamo esclusivamente per delle emergenze. Comunque sì Oliver, me ne stavo qui seduto al buio aspettando che una ragazza torni a casa prima del dovuto perché voleva stare con me. è questo il motivo per cui non sono uscito e ho ignorato il resto del mondo nelle ultime ore. Sono patetico e se dovessi dirlo davvero mi prenderebbero in giro fino alla nausea.

-Be' già che siamo qua perché non guardiamo la partita?- Oliver allenta la presa, dopo la serie di sguardi taglienti di Jake, e lo ringrazio con lo sguardo. Può avere mille difetti, ma è un amico strepitoso. Entrambi lo sono. E io in questo momento mi sento come uno sfigato che è stato mollato dalla ragazza e gli amici cercano di consolarlo. Solo che io non sono uno sfigato. Non sto con Aisha. Eppure mi sento messo da parte. Ma infondo sapevo che sarebbe uscita con altri ragazzi. Solo... non con lui. Probabilmente mi sarei fatto andare bene chiunque, ma non Tom Keller.

Guardiamo la partita, Chargers, la squadra in cui giocheremo noi, di Los Angeles, contro i Jets, New York, dal mio schermo piatto, non sarà come quello di Jake, ma non è niente male. Per qualche ora riesco a rilassarmi e divertirmi con i miei fratelli come ai vecchi tempi. Prima delle uscite periodiche e gli incontri di poco conto. Solo noi, delle birre, cibo e football.

Quando la partita è quasi finita, i Chargers stanno stracciando i Jets, mi squilla il cellulare. Sullo schermo compare il nome di Aisha e io mi affretto a recuperare il telefono dal tavolino prima che lo faccia Oli. Guardo l'orario ed è mezzanotte. Se non mi avesse chiamato lei, l'avrei fatto io. Caccio rapidamente i ragazzi dall'appartamento per poter parlare più tranquillamente.

-Ma la partita non è ancora finita!- protesta Oliver mentre lo spingo fuori dalla porta

-Abbiamo vinto. Ormai è sicuro. Ci vediamo domani-

-Che amico del cavolo. Noi veniamo qui per te e tu ci sbatti fuori per una ragazza- Oliver scuote a testa, ma è divertito. E io voglio solo che se ne vadano così posso rispondere. Jake gli da una pacca sulla spalla e, dopo avermi salutato entrambi, o nel caso di Oliver insultato e chiamato "stronzo", finalmente chiudo la porta e rispondo.

-Hey. Stavo per chiamarti io stellina- cerco di mantenere un tono super tranquillo anche se dentro spero mi dica che sta venendo qui perché Tom non l'ha soddisfatta. Non come faccio io.

-Lo so. Per questo l'ho fatto prima io. Ti volevo solo avvertire che sono quasi a casa. Non aspettarmi sveglio- per poco perdo la calma. Che cazzo significa?

-Andrò da Blake e Alessio e poi a dormire- continua a spiegarmi quando capisce che sto pensando ad altro.

-D'accordo. Sta' attenta-

-'Notte-

Non aspetto neanche che riattacchi che già sono fuori dal mio appartamento per andare nell'edificio accanto. Chiamo Alessio al cellulare che risponde quasi subito. Sono usciti e torneranno tardi, ma mi dice dove trovare le chiavi di riserva e che posso stare tutto il tempo che voglio. Lo ringrazio frettolosamente e, dopo aver recuperato le chiavi, entro nel loro appartamento. Resto in piedi, facendo dei buchi nel pavimento a furia di camminare avanti e indietro. Mi torturo le dice poi le passo nei capelli. Alla fine mi convinco che sia una pessima idea e che sia meglio tornare a casa mia. Ma non ne ho il tempo perché la pota si spalanca rivelandomi una Aisha splendida nel suo vestito d'orato, un po' troppo corto per una prima uscita con un ragazzo, anche se io apprezzerei. Lo sguardo di confusione sul suo viso mi fa indietreggiare mentre lei entra del tutto e si richiude la porta alle spalle.

-I miei fratelli non ci sono?- scuoto la testa incapace di parlare. Perché sono così nervoso? Forse perché la stavo aspettando nell'appartamento dei suoi fratelli dopo che lei mi aveva detto di non aspettarla sveglio.

-E tu perché sei qui?- cerca di decifrarmi con lo sguardo. be' se ci riesci dimmi cosa capisci perché io non lo so più ormai.

-Volevo sapere com'è andata la serata- scrollo le spalle on l'indifferenza più totale. Come se fosse normale aspettarla in un altro appartamento per parlare della sua uscita romantica. Lei annuisce e accesa un sorriso.

-Sarei passata comunque da te. Se non ora domani- trattengo il respiro? No, perché a me sembra di sì, ma non ne sono sicuro.

-Perché?- di' per vedermi. Di' per vedermi

-Per raccontarti la serata- e mi arriva un pugno. Dritto al petto.

-Com'è andata?- malissimo. Ti prego, d' malissimo.

-Mi sono divertita e a quanto pare anche lui perché mi ha invitata di nuovo ad uscire giovedì- sembra contenta. Mentre mi arriva un secondo pugno. Alla bocca dello stomaco.

-Bene... Ora sarà meglio che vada-

-Già anch'io- ma non si muove. Resta ferma a guardarmi. Forse si aspetta una mossa da parte mia. Solo che non so che fare. Dopo un tempo indefinito fa un passo indietro ed esce da lì chiudendosi la porta alle spalle. 

Il Mio Destino Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora