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JAKE

Sono nervoso? Sì. Non vedo l'ora di vederlo? Assolutamente. E di essere il suo primo ragazzo in assoluto? Decisamente. Sto camminando avanti e indietro strofinandomi le mani sui pantaloni eleganti che indosso abbinati ad una camicia azzurrina. Non so dove vorrà ansare, ma ci tenevo ad essere elegante. So che è il nostro secondo appuntamento, se così possiamo chiamare le nostre uscite, ma stavolta è diverso. Perché lui ha conosciuto mia figlia e lui ha accettato e capito la mia situazione. Credo che potrei seriamente innamorarmi di lui e sarebbe in assoluto la prima volta, ma non m'importa. Con lui vale la pena rischiare di avere il cuore infranto anche se ho delle buone probabilità di ferirlo a mia volta.

Ho capito che lui non vuole tenere la cosa nascosta, ma con già una figlia a cui badare, gli allenamenti e gli esami, se si venisse a sapere che sono gay il mio futuro nella NFL potrebbe essere a rischio. E lui lo ha capito e mi ha concesso del tempo per fare le cose con calma. Mi sento uno schifo per questo? Inevitabilmente. Insomma tra noi sono io quello che ha capito di essere gay da più tempo anche se non l'ho mai accettato del tutto prima d'ora, di lui. Eppure è lui a concedere tempo a me quando dovrei essere io a confortarlo e a stargli accanto. Ah, non ci capisco più niente ormai, ma vederlo nel mio campo visivo ora, avvicinandosi alla porta di casa mia, con una camicia simile alla mia e dei pantaloni eleganti sul tono del grigio mi fa capitolare. Eh sì, sono decisamente gay. Oppure è solo il fascino di Alessio Price a soggiogarmi perché, prima, non mi ero mai sentito così. Proprio quando lui suona il campanello Shelly compare in salotto e mi chiama per farsi prendere in braccio. La babysitter dovrebbe essere qui a momenti. Quindi andiamo insieme ad aprire e, per fortuna che c'è lei o per sfortuna, non so decidermi, perché vedendolo così sexy ho voglia non staccarmi da lui e di sicuro non ci riuscirei neanche se lo volessi.

-Hey- mi saluta con un cenno della testa per poi concentrarsi sula piccola che praticamente salta verso di lui per farsi prendere.

-Potrei essere geloso sai?- dico spostandomi per lasciarlo libero di entrare e poter vedere il suo fondoschiena perfettamente. In realtà non potrei mai esserlo davvero e anche se dovesse accadere, il fatto che questi due vadano così d'accordo mi farebbe dimenticare di tutto il resto.

-Pronto per andare?- mi chiede Alessio avvicinandosi a me dopo aver sistemato Shelly sul bordo del divano. Sembra una bambolina. Quant'è bella.

-La babysitter sarà qui a momenti e poi potremo andare- mi avvicino anch'io a lui di un passo, le mani in tasca e alternando lo sguardo da lui al pavimento. Amo mia figlia, davvero, ma non potrebbe andarsene i camera sua ora? Sono pur sempre un uomo nel pieno della gioventù con gli ormoni impazziti per quest'uomo e desidero davvero baciarlo ora, ma non posso. Non voglio sconvolgere la mia piccolina.

-Restate qui- propone proprio lei attirando la nostra attenzione e interrompendo il nostro scambio di sguardi languidi.

-Ne abbiamo già parlato piccola. Tornerò presto e ti divertirai con Quinn- mi accovaccio accanto a lei per essere alla sua stessa altezza. So che si diverte di più con i ragazzi, ma Oliver e Brian avevano altri progetti per stasera e i loro prevedevano una ragazza e un locale. Probabilmente avrebbero mercato di convincermi ad andare con loro se li avessi chiamati. Non che non ci abbiano provato, ma li ho liquidati più facilmente per messaggio.

-Sta piovendo fuori. Non potete uscire- mette su il broncio, incrociando le piccole braccine al petto. Speravo non facesse più i capricci dopo averli fatti per tutto il giorno. La capisco, vuole passare del tempo con me e sono stato combattuto per tutto il giorno sul da farsi, ma non potevo di certo chiedere ad Alessio di passare la serata con una bambina di cinque anni. Lo avrei messo in condizioni di sentirsi obbligato e non volevo.

Il Mio Destino Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora