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BRIAN

All'allenamento siamo tutti distratti. Persino Oliver non da il massimo e non è da noi. Specialmente il giorno prima di una partita. La tensione che si avverte nell'aria è palpabile. Tutti lo sanno, ma nessuno osa dirlo.

Entro in possesso del pallone e cerco di fare un assist convinto di essere coperto, ma non è così. Me ne rendo conto solo quando sono messo a terra da un giocatore, Tony, che attualmente sta giocando contro di me. come una furia mi rimetto in piedi e vado verso chi doveva coprirmi le spalle. Jake. Ieri, dopo che lei è andata via non abbiamo parlato del bacio. Perché lei lo ha baciato cazzo.

-Che cazzo fai García? Perché non mi guardi le spalle invece di pensare ai fatti tuoi?- gli ringhio contro mentre mi tolgo il casco e mi avvicino pericolosamente al numero 80.

-Se hai un problema con me dovresti parlarmene Ross e non darmi contro- entrambi abbiamo il respiro irregolare per la rabbia. Mi spiegate per quale assurdo motivo lui è incazzato con me, per favore?

-Io non ho nessun problema con te, ma anche se lo avessi sul campo metterei tutto da parte-

-La smettete di fare le femminucce? Il coach ci vuoi parlare quindi muovete il culo e calmatevi- Oliver è più incazzato di noi al momento e, dato che di solito lui non è mai arrabbiato o serio, quelle rare volte in cui capita lo assecondiamo. Come ora. Andiamo tutti e tre in silenzio da coach mentre il resto della squadra continua a giocare.

-Avete finito di darvi contro? Domani inizia la stagione. È la prima partita dell'anno e voi perdete tempo a ringhiarvi contro come bestie selvagge. Non voglio sapere cos'è successo, ma ora vi chiarite e poi tornate sul campo, dai vostri compagni, a farvi il culo e dare il centodieci per cento senza eccezioni. White pensaci tu ragazzo- si rivolge a Oliver poi passa tra di noi e si dirige all'altro bordo del campo senza lasciarci modo di replicare. Restiamo in silenzio per un po', a guardarci l'un l'atro.

-Smettetela di fare gli stronzi voi due. Mi avete rotto- Oliver è proprio furioso con noi

-Calmati amico. Non c'è nessun problema tra noi. Non è vero capitano?- quella domanda è molto più profonda di quello che dimostra, di quello che dovrebbe, ma non sono pronto ad analizzarla a fondo. Per questo prendo per il collo il numero 80, Jake e il 56, Oliver, io sono il numero 1 essendo il capitano. Ci afferriamo a vicenda facendo scontrare le nostre fronti, ci scambiamo sguardi carichi parole che non bisognano essere dette.

-Saremo al fianco l'uno per l'altro- dico saldando ancora di più la presa

-Sempre- sentenzia Jake

-Fino alla fine- l'aria di Oliver è solenne

-Draits al tre!- urlo mente alzo la testa per farmi sentire da tutta la squadra. Il secondo dopo il nostro grido squarcia il silenzio e sono sicuro si sia sentito fino al campus.

-Vi voglio bene ragazzi. Domani dobbiamo dare il massimo come sempre per la nostra partita iniziale. Siamo una famiglia- guardo ognuno dei miei compagni, persino Blake e Alessio, perché sul campo diventiamo davvero una sola cosa lasciando fuori i nostri problemi personali.

Riprendiamo a giocare, questa volta come una famiglia, in perfetta sintonia. Diamo il massimo sudando come maiali mentre ogni singolo muscolo del nostro corpo grida pietà.

Dopo aver fatto la doccia, raccogliamo tutti la nostra roba dagli spogliatoi chiacchierando di sciocchezze per lo più. I Price si sono ambientati e hanno legato con tutti finalmente. Persino con me i rapporti sono migliorati ed è un bene per la partita che incombe su di noi.

Siamo pronti per andarcene quando un tornado in divisa da cheerleader rossa e blu piomba su di me come una furia.

-Tu. Con me- sono le sue sole parole mentre mi indica con l'indice. I ragazzi della squadra si dileguano all'istate vedendo quanto sia arrabbiata. Anche se siamo grandi e grossi non siamo così scemi da metterci contro una donna infuriata. Addirittura i fratelli escono da lì con i miei due migliori amici che stanno ridendo e mi fanno le condoglianze per la mia imminente morte. E ad essere onesti quando restiamo doli anch'io ho un po' paura per me. Ha uno sguardo glaciale che mi fa sentire un metro e cinquanta invece dl metro e ottantadue che sono.

-Siediti- ordina e obbedisco senza ribattere mentre lei resta in piedi difronte a me, le braccia incrociate davanti al petto che risaltano i suoi seni e quel completo che risalta tutte le sue curve... Mi porto le mani sulle mie zone basse per coprire l'erezione che mi è venuta, perché sì, sono duro per lei e non mi ha nemmeno toccato.

-Parlami-

La guardo confusa così si decide a darmi una spiegazione

-Abbiamo un patto quindi parlami. Sfogati con me così manterrò la mia parte dell'accordo e potrò starti lontano per il resto della mia vita-

Anche se non dovrebbero quelle parole mi bruciano nel petto e fanno male.

-Non so che vuoi sentirti dire Aisha, ma se vuoi mettere fine al nostro accordo puoi farlo in ogni momento-

-Non è così che funzione Brian... Perché non inizi a spiegarmi il tuo comportamento di ieri al Bell's-

Sussulto colto alla sprovvista, cerco di restare calmo ma non sono sicuro che mi creda.

-Volevi una dimostrazione e te l'ho data, non c'è niente da spigare. Sono stato uno stronzo ad illuderti lo so e mi dispiace okay?-

-Pensi che ci sia rimasta male?- il suo atteggiamento trasuda indifferenza, ma il suo sguardo ferito la tradisce. Decido di alzarmi e andarle incontro fino a bloccarla contro gli armadietti, porto una mano all'angolo della sua testa.

-So che è così piccola, ma tra noi non può esserci niente. Lo hai detto stesso tu prima di scoparmi selvaggiamente quella notte e il fatto che ti abbia concesso un minimo di controllo, dovresti apprezzarlo perché di solito non è così che funziona- a questo punto mi aspetto un sonoro ceffone da parte sua, ma resta lì, con quello sguardo, implorandomi quasi di scoparla di nuovo sul posto, in quegli spogliatoi. Desiderosa di continuare a sentire ciò che ho da dire.

-Con Molly è molto più semplice. Già sa le regole e le stanno bene. Sesso senza legami. Tu non sei come lei, l'ho capito già da quella sera e non voglio avere problemi né con te né coi tuoi fratelli. Per questo è meglio se la smetti di cercare di parlare con me e capirmi. Quella sera mi ha fatto bene sfogarmi, ma questo patto è stato un errore- inghiotto il groppo in gola a fatica e mi allontano da lei lasciandola riprendere fiato.

-Grazie per avermi parlato. Così ho mantenuto la mia parte dell'accordo che, per quanto mi riguarda, può considerarsi chiuso- forse ho immaginato tutto perché nella sua voce, in questo momento, c'è davvero solo indifferenza. Ed è la cosa più schifosa di tutte. Prima di uscire dagli spogliatoi, ormai sulla soglia della porta si gira a guardarmi da sopra la spalla.

-Ci vediamo Ross- sono proprio fuori di testa perché giurerei di aver visto delle lacrime velate tra i suoi occhi. Ma è impossibile che pianga per me... Vero?

Il Mio Destino Sei TuWhere stories live. Discover now