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Il gran giorno era arrivato.
Il sole era già alto su Madrid.

Jungkook aveva passato tutta la notte sveglio, non si era distratto neanche per un secondo.
Aveva prestato attenzione ad ogni minimo rumore e per fortuna non era successo nulla di strano.

Namjoon gli aveva portato un termos pieno di caffè verso le due del mattino, poi si era messo al suo fianco e dopo qualche ora si era appisolato contro la parete del corridoio, conscio che il più piccolo non avrebbe mai dormito.
Quando riceveva un incarico Jungkook lo svolgeva sempre al meglio, era un perfezionista. Un sacco di volte il suo capo lo aveva visto arrivare alla fine della settimana sfinito per non aver dormito abbastanza, ma lui non si lamentava mai, anzi, continuava sempre ad impegnarsi.

Jungkook era molto riservato con chiunque.
I suoi sorrisi e il suo lato più infantile erano conosciuti solo da Jin, Namjoon e Hoseok. Con gli altri era il freddo e seduttore Jeon Jungkook, e i suoi amici speravano vivamente che lui potesse trovare qualcuno che lo addolcisse un po'.

E Namjoon in questo ci aveva già visto lungo.

Non gli era sfuggita la premura che traspariva dai suoi occhi quando parlava di Jimin, infondo quel ragazzo sembrava così indifeso ed impaurito, anche se preferiva nasconderlo.
Sicuramente Jungkook si sarebbe preso cura di lui.

Verso le sei del mattino Namjoon si era svegliato e salutando il moro, che non aveva perso l'occasione di prendersi gioco di lui per come avesse dormito, si era recato a preparare le ultime cose per l'uscita di Jimin da quell'hotel, davanti al quale si trovavano già centinaia di fotografi e fan, che non sarebbero andati al concerto, e che speravano di vederlo almeno lì.
Ovviamente, per la sua sicurezza, il biondino sarebbe uscito da una porta sul retro, sperando vivamente che quel pazzo non si sarebbe fatto vivo in quel momento.

Namjoon e Jungkook sapevano che, una volta finito il concerto, avrebbero preso immediatamente un volo privato diretto a Seoul, all'insaputa dei media e della stampa, e che una volta arrivati in aeroporto sarebbero stati scortati fino ad una abitazione secondaria di Jimin, situata a poca distanza dal suo principale appartamento e sempre vicina all'agenzia in cui lavorava.
Sempre tutto in gran segreto, ovviamente.

Speravano che questo confondesse un po' il malintenzionato, sperando sempre che non fosse a conoscenza di quella seconda abitazione, come lo era della prima.

E come già detto, i media e la stampa non sarebbero stati informati.
Certo, non sarebbero stati informati della verità.

"Park Jimin è rimasto vittima di un incidente nel suo ritorno in hotel, situato a Madrid. Il cantante si trovava nella capitale spagnola per la sesta tappa del suo tour mondiale, il quale verrà annullato a causa dell'impossibilità dell'artista di esibirsi, che prenderà una pausa dalle scene".
Questo è quello che avrebbero riportato.

L'uscita di scena del più grande idol sudcoreano sarebbe stata avvolta dal mistero e Jimin avrebbe vissuto per un po' di tempo lontano dal palcoscenico. Non per questo avrebbe smesso di prendere parte ad altre attività, come show tv o feste private, dove la sorveglianza sarebbe stata molto più facile da attuare.

Mentre Jungkook sperava che il piano funzionasse, Jimin si era svegliato riposato e rilassato, come se non fosse successo nulla, realizzando solo dopo di essere coinvolto in una faccenda più grande di lui e che proprio fuori da quella porta, che ora fissava, si trovava la sua guardia del corpo.

Era sempre stato lì? Non si era mosso per tutta la notte? Aveva, davvero, sorvegliato su di lui per ore senza mai chiudere occhio?

Jimin non lo sapeva, ma era sicuro che fosse ancora lì fuori, lo aveva sentito chiaramente imprecare per qualcosa.

BODYGUARD; Jikook (in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora