9.

566 54 8
                                    

Il viaggio era stato tranquillo e silenzioso, ne avevano approfittato tutti per riposarsi.

Appena atterrati una macchina li aveva accompagnati fino al grande grattacelo, in cui, al 27esimo piano, si trovava l'appartamento di Jimin, appartamento che usava solo quando i suoi genitori venivano a Seoul a fargli visita.

"Casa dolce casa!", esclamò il proprietario, appena varcata la soglia.

Jungkook era rimasto impalato a fissare quello che gli si presentava davanti.

Si era già stupito vedendo l'edificio da fuori e scoprendo che l'appartamento era situato così in alto, ma ora lo era ancora di più.

Non aveva mai visto un attico del genere, neppure in quei programmi televisivi dove gli agenti immobiliari ristrutturavano le case per poi venderle, programmi che, ogni tanto, quando era annoiato, si ritrovava a guardare.

Era tutto curato nei minimi dettagli e in stile decisamente moderno.
I colori prevalenti erano il nero, il grigio e il bianco.
Il salotto era gigantesco, al centro del quale vi era un enorme divano di pelle, e davanti ad esso la TV più grande che Jungkook avesse mai visto.
L'ambiente comprendeva anche la cucina, essendo open space, cucina in marmo bianco e con una grande isola, e, nonostante ci fossero già degli sgabelli intono a quest'ultima, vi era anche un tavolo da pranzo in vetro.
Potè notare anche delle scale, che presumibilmente conducevano al piano superiore, dove pensava fossero situate le camere da letto.

Ma ciò che stupì di più Jungkook, fu la gigantesca vetrata dalla quale si poteva ammirare tutta Seoul.

Neanche nei suoi sogni si sarebbe mai immaginato di entrare in una casa del genere.

Insomma, Jungkook guadagnava molto bene e viveva in una bellissima casetta leggermente fuori dalla città, che già per alcuni poteva risultare una reggia, ma quello che si trovava davanti era lusso a tutti gli effetti.

E se questo era l'appartamento secondario di Jimin, quello principale come poteva essere?

"Vuoi stare lì impalato ancora per molto?", chiese divertito il biondino, notando come l'altro fosse rimasto bloccato nella stessa posizione da un po'.

"Oh, scusa, è che sono rimasto senza parole"

"Ti piace? L'ho arredato io", sorrise Jimin guardandosi intorno.

"Davvero? Hai buon gusto, è fottutamente figo", rispose il moro, lasciandosi andare ad un vocabolario basso, ma che esprimeva al meglio il suo stupore.

Jimin non potè fare a meno di ridere, Jungkook sembrava un bambino in un negozio di giocattoli, mentre pian piano avanzava nel salotto prestando attenzione ad ogni minimo particolare.

"Ora ti faccio vedere dove dormirai, seguimi", disse il proprietario di casa, conducendo l'altro al piano superiore.

Alla fine delle scale si trovarono di fronte ad un corridoio con tre porte.

"La porta in fondo al corridoio è quella del bagno, la porta sulla sinistra è quella della mia camera, la tua è l'altra", disse Jimin, aprendo poi la porta sulla destra e facendo entrare il corvino dentro quella stanza che lo avrebbe ospitato per un periodo di tempo ancora indeterminato.

"Wow", si fece sfuggire Jungkook.

La camera era semplice, ma per lui sempre bellissima.

Le pareti erano grigie, il letto, enorme e che sembrava anche molto soffice, era ricoperto da delle lenzuola bianche e da un sacco di cuscini, vi era anche una piccola scrivania e una libreria, ancora spoglie da qualsiasi oggetto, una grande vetrata con lunghe tende nere e per finire una piccola porta, che in quel momento era aperta, che dava accesso ad una cabina armadio.
Jungkook non l'avrebbe mai riempita, neanche se avesse portato con sé tutti i vestiti che aveva a casa sua.

BODYGUARD; Jikook (in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora