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"Hai paura Jimin?"

"Cos'è la paura per te?"

"È l'attimo di terrore che precede il peggio o il peggio stesso?"

"Sii prudente Jimin"

"Abbi paura di me"

...

A poche ore dalla scomparsa di Jimin, Jungkook aveva già mobilitato chiunque fosse a conoscenza della situazione, per aiutarlo.

Aveva chiamato il signor Cho, manager dell'idol, al quale aveva spiegato la situazione e le sue supposizioni su colui che era conosciuto da tutti come Do-yun.

L'uomo di mezza età non aveva faticato a credere al corvino e subito gli aveva fornito tutte le informazioni che possedeva su quel ragazzo, il quale si era spacciato per un neo laureando, dalle ottime competenze e referenze, perfetto per ricoprire il ruolo di assistente personale del suo pupillo.

Il signor Cho era anche scoppiato in lacrime, perché, in fondo, la colpa era tutta sua. Era stato lui stesso ad assumere quel ragazzo, ammaliato dal suo curriculum strabiliante, ma che non aveva nulla di concreto.

Non aveva fatto ricerche sul suo conto, non si era premurato di pensare alla sicurezza del suo Jimin, il quale era come un figlio per lui.

Inutile dire che Jungkook non aveva tempo da perdere dietro inutili piagnistei, quel che era fatto era fatto, non si poteva tornare indietro.

Anche lui si sarebbe tanto voluto autoflagellare per aver ceduto al volere di Jimin, ovvero quello di non vederlo più, invece di lottare per farlo ragionare e per tenerlo al suo fianco, al sicuro.

Avrebbe tanto voluto fermarsi e abbandonarsi all'autocommiserazione, ma quello non era il momento, bisognava agire e in fretta.

In fondo la colpa era un po' di tutti lì in mezzo, anche dello stesso Jimin.

Perciò Jungkook e Namjoon avevano lasciato Seokjin insieme al signor Cho, per farsi forza a vicenda.
Entrambi sembravano troppo scossi per poter agire in maniera razionale e il corvino non voleva persone di intralcio.

Così erano rimasti all'agenzia dell'idol, con il compito di cercare qualsiasi informazione utile su quel pazzo, di interrogare ogni singolo dipendente che potesse aver avuto con lui una qualche conversazione più intima e, dalla quale, avrebbero potuto scoprire qualcosa in più sul suo conto.

Infatti, dopo aver analizzato ben bene quello che c'era scritto sul curriculum fornito dal ragazzo, compiendo anche svariate ricerche, non avevano trovato nulla che potesse beneficiare al loro scopo.

Pareva che non esistesse, sia se lo si cercava con il suo vero nome, sia con quello che si era attribuito da solo.

Tutti i contatti che aveva fornito risultavano inesistenti, non aveva social network, non risultava presente negli annuari dell'università che aveva dichiarato di aver frequentato, i suoi genitori, quelli reali, erano morti anni prima in un incidente stradale, cosa che il corvino aveva scoperto effettuando un giro di telefonate ai suoi conoscenti di Busan.

Nessuno, nemmeno le persone della sua stessa città natale, sapevano qualcosa su di lui.

Era sparito dalla circolazione per anni e nessuno si era premurato di restare in contatto con lui.

Jungkook e Namjoon provarono a recarsi all'indirizzo di casa che il ragazzo aveva lasciato al signor Cho, ma anche quello si era rilevato un altro buco nell'acqua.

BODYGUARD; Jikook (in pausa)Where stories live. Discover now