34.

405 41 15
                                    

Attenzione: in questo capitolo è presente una descrizione che
potrebbe infastidire le persone che
soffrono di claustrofobia, non è
necessario leggerla per capire
lo svolgimento dei fatti.

Il conto alla rovescia era iniziato.

Quello che Jungkook non sapeva era il fatto che, allo scoccare della mezzanotte, non sarebbe successo proprio nulla, perché l'azione di Jung-hyun, richiedeva la sua presenza.

Forse, quest'ultimo, si sarebbe divertito un po', ma ancora non lo sapeva.

Era schifosamente eccitato e non riusciva a pensare ad altro, se non alle immagini che per anni la sua mente aveva creato.

Ora che stava per realizzare tutte quelle macabre fantasie, non riusciva a focalizzarsi su come avrebbe agito.

Mentre osservava il ragazzo dai capelli biondi, svenuto e legato ancora contro la trave di legno, le sue mani fremevano dal desiderio.

Desiderio di toccarlo, ovunque.

Desiderio di possedere quello che negli anni aveva solo potuto ammirare da lontano.

Ma lui sapeva che quei pensieri erano sbagliati.

La sua mente non era del tutto malata.

Ogni tanto piccoli bagliori di buon senso si facevano spazio in lui, e in quei momenti capiva che mostro fosse.

Viveva con un'alter ego, un proprio doppio, una bestia terribile, la quale avrebbe esercitato tutto il suo potere sul quel piccolo corpo aggraziato.

E questa parte, purtroppo, prevaleva.

Non era mai riuscito ad imporsi su essa e aveva semplicemente imparato a conviverci, lasciandosi andare agli istinti più primitivi che il suo copro, o forse più la sua mente, gli mandavano.

In quel momento però desiderava anche attendere.

Attendere il momento giusto, nel quale, avrebbe rovinato la vita di Park Jimin.

...

"Devi localizzare il telefono di Jimin"

Jungkook era appena entrato, come una furia, all'interno dell'ufficio del signor Cho.

Aveva raggiunto alla velocità della luce l'agenzia, non ascoltando le lamentele di Namjoon, il quale gli aveva chiesto di non agitarsi e cercare di guidare in maniera meno frettolosa.

Avevano rischiato di rimanerci secchi più volte durante il tragitto, ma Jungkook continuava a guardare la strada davanti a sé, senza fiatare.

Non che non volesse parlare, anzi fremeva dalla voglia di urlare contro al suo capo che lo stava infastidendo, ma proprio non riusciva a far uscire niente dalla sua bocca.

Solo quando si era ritrovato davanti all'uomo che poteva aiutarlo, aveva finalmente parlato.

Sapeva che il signor Cho era un uomo ricco e potente, quindi sarebbe stato facile per lui trovare il cellulare di Jimin.

"Che è successo?!", chiese Jin, guardando prima il suo amico e, successivamente, il suo fidanzato.

"Dopo ti spiego Jinnie, ora dobbiamo localizzare quel telefono", spiegò Namjoon, cercando di rassicurarlo.

BODYGUARD; Jikook (in pausa)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu