13.

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Il giorno della festa era arrivato.

Jimin si stava preparando con calma in camera sua.

Aveva deciso di indossare un completo verde scuro.
L'elegante giacca era caratterizzata da una profonda scollatura a V e sotto essa, Jimin, decise di non indossare nulla, lasciando le sue clavicole e parte del suo petto in bella vista.

Si occupò lui stesso dell'acconciatura e del trucco, essendo, con gli anni, diventato ormai un esperto.

Jungkook, invece, nell'altra stanza, dopo essere uscito dalla doccia, si vestì con il completo che gli era stato regalato da Jimin.

Guardandosi allo specchio non potè fare a meno di ripensare alla giornata in cui il biondo ricevette quella chiamata anonima.

Quella sera l'avevano passata sul divano.

Jungkook aveva preparato, sotto richiesta di Jimin, i Tteokbokki, come la prima volta che i due avevano mangiato insieme.

Il biondino sembrava stanco e, infatti, dopo qualche episodio del loro Kdrama, si era addormentato.

Jungkook lo aveva sollevato e portato a letto.

Vedere Jimin così impaurito e indifeso lo aveva destabilizzato ancora una volta, ma poi guardarlo dormire serenamente e, con un broncio adorabile, aveva riportato in lui l'allegria.

"Sei pronto?", disse bussando alla porta del biondino.

E quello che si ritrovò davanti non era di certo il Jimin adorabile che aveva potuto ammirare alcune sere prima.

Quello era Park Jimin e lui era Jeon "fottuto" Jungkook.

"Cazzo, cazzo, cazzo, non ce la posso fare", pensò il corvino.

Ormai si era anche rassegnato.
Sapeva di provare una irrimediabile attrazione fisica verso Jimin, ma non poteva cedere, anche perché era sicuro che l'altro non fosse interessato ad averlo tra le lenzuola.

Era addirittura convinto che fosse etero.

Park Jimin etero?
Oh no, Jungkook si sbagliava di grosso, ma questo non poteva ancora saperlo.

"Che cos'è questa faccia da pesce lesso? Sto così male?", Jimin lo riportò alla realtà.

"EH?! Oh no no, sei bellissimo Jimin-ah", disse il moro senza freni.

"Grazie, anche tu"

E Jungkook giurò di averlo visto arrossire, ma ci aveva visto bene?
Probabilmente no, si disse.

"Andiamo allora"

La festa si sarebbe svolta leggermente fuori Seoul, nella villa di un ricco uomo, che Jimin, ne tantomeno Jungkook, aveva mai sentito nominare.

Dopo qualche ora i due giunsero a destinazione, scortati dall'autista di Jimin, il signor Lee.

Appena scesi dalla macchina furono travolti dai flash delle macchine fotografiche e mentre Jimin si destreggiava bene tra una posa e un sorriso, Jungkook lo condusse fino all'ingresso stando sull'attenti.

Una volta entrati furono accolti da un uomo con un vassoio pieno di calici di champagne, e il biondo si servì subito mentre l'altro rifiutò, doveva rimanere lucido.

La villa era magnifica, in puro stile barocco, e Jungkook si sentiva leggermente in soggezione in mezzo a tutto quello sfarzo e a quella gente importante.

Riconobbe tra la folla alcuni politici, uomini d'affari, attori e idol come Jimin.

"Jimin"

"Dimmi"

BODYGUARD; Jikook (in pausa)Where stories live. Discover now